Rate dei mutui, la corsa non si ferma. Oltre 200 euro in più al mese per un variabile
Non si ferma la corsa delle rate dei mutui. Analisi Federconsumatori: per chi ha un mutuo a tasso variabile, nel 2023 la rata aumenta di oltre 200 euro rispetto al 2022. E le famiglie sono allo stremo
Non si ferma la corsa delle rate dei mutui. Per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, la rata quest’anno è aumentata di oltre 200 euro al mese rispetto al 2022. Oltre il 40% con punte del 46%. In un anno, un mutuo a tasso variabile costa da oltre 2300 euro a quasi 2900 euro in più. Un po’ meglio va con i mutui a tasso fisso, che rincarano dal 5 al 7% rispetto al 2022. Ma nel confronto con il 2021, fare un mutuo a tasso fisso oggi, due anni dopo, può portare costi effettivi superiori a 40 mila euro. Sono i dati diffusi da Federconsumatori che con il suo Osservatorio monitora i costi dei mutui, a tasso variabile e a tasso fisso, che oggi hanno tendenze al rialzo diventate insostenibili per molte famiglie.
“Il continuo rialzo dei tassi operato dalla BCE nel tentativo di fermare la corsa dell’inflazione ha determinato ripercussioni estremamente gravi per i cittadini, specialmente chi ha contratto mutui a tasso variabile. Gli effetti principali si stanno vedendo, infatti, sul rialzo delle rate di prestiti e finanziamenti, ma soprattutto su quelle ben più onerose dei mutui”, spiega Federconsumatori.
La rate dei mutui a tasso variabile…
“La situazione peggiore – spiega Federconsumatori – riguarda senza dubbio chi ha stipulato un contratto di mutuo a tasso variabile, magari approfittando delle condizioni vantaggiose degli ultimi anni. Nel caso di un mutuo a tasso variabile di 115.000 euro per 25 anni, la rata mensile ha subito un aumento medio del +44% rispetto al 2022 e del +64% rispetto al 2021. Questo si traduce, nel confronto con l’anno precedente, in un aggravio di +212,43 euro al mese, ovvero +2.549,16 euro annui”.
Sono aumenti evidentemente insostenibili per molte famiglie, già alle prese con il rialzo del costo della vita e i rincari generalizzati su tutte le voci di spesa.
… e quelle dei mutui a tasso fisso
“Non va meglio sul fronte dei mutui a tasso fisso: ma in questo caso è bene considerare che l’aggravio nel confronto rispetto al 2022 è solo ipotetico, in quanto considera la stipula effettuata a diverse condizioni contrattuali in momenti diversi – prosegue Federconsumatori nella sua analisi – Nel dettaglio, stipulando un mutuo a tasso fisso oggi, si avrebbe una rata più onerosa mediamente del 6% rispetto a quella di un mutuo a tasso fisso stipulato nel 2022, ma ancor più impressionante è il divario con la rata del 2021, che segna il +31%. Il costo di un mutuo a tasso fisso di 115.000 euro per 25 anni stipulato nel 2023, per esempio, mediamente è più alto di 9.916,20 euro rispetto al 2022. Ma l’aumento più allarmante si evidenza estendendo il confronto al 2021, ovvero prima che i tassi iniziassero la loro scalata: dal raffronto 2023/2021 emerge un divario del costo complessivo per stipulare un mutuo a tasso fisso di 41.682,60 euro”.
Mutui, famiglie in difficoltà
I mutui stanno diventando una vera emergenza. E a fronte delle difficoltà delle famiglie, per Federconsumatori “risulta ancora inadeguata l’opzione messa in campo dal Governo, che permette di rinegoziare il mutuo a un tasso fisso, ma solo a determinate condizioni: la prima è quella di non risultare morosi. Soluzione che, tra l’altro, come ci segnalano in molti, non tutti gli istituti di credito sono disposti ad applicare”.
Cosa fare oggi? Per l’associazione bisogna attuare diverse azioni: prevedere un ampliamento del fondo di solidarietà Gasparrini per i mutui sulla prima casa, concedendo l’accesso anche a chi è in mora da oltre 90 giorni. Poi bisogna permettere la rinegoziazione del mutuo con rate sostenibili, per esempio differendo il pagamento di una quota degli interessi aggiuntivi maturati, aggiungendo rate in coda al piano di ammortamento, rese così infruttifere di ulteriori interessi (per divieto di anatocismo). Federconsumatori chiede infine di consentire la rinegoziazione o la surroga a tasso fisso (quella prevista dal Governo in Legge di Bilancio) anche ai morosi e ampliare la soglia Isee e il limite massimo del mutuo per fruire di tale opzione. Il tasso fisso dovrà essere definito e aggiornato dal Governo sulla base delle decisioni assunte dalla BCE, dice l’associazione.