Rincari, gli italiani riducono i consumi di energia, lo shopping e la spesa alimentare (foto pixabay)

Due italiani su tre riducono i consumi di energia elettrica. Il 57% taglia sullo shopping. Oltre la metà taglia i consumi di gas e rinuncia alla cultura. E i rincari nel carrello della spesa fanno comprare soprattutto in promozione, di più nei discount e fanno aumentare le scorte dei prodotto scontati. Molti stanno cambiando modo di cucinare – meno uso del forno per consumare meno energia. Sono i dati diffusi da un dossier Legacoop-Ipsos che evidenzia come l’aumento dei prezzi stia causando una serie di rinunce, tagli, comportamenti di risparmio imposto che si stanno già traducendo in crisi sociale ed economica.

Il rapporto si chiama “FragilItalia” ed è stato elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione, per testarne le opinioni sul tema “Rincari e consumi”.

Rincari, tutti i consumi che vanno giù

«L’aumento dei prezzi sta costringendo più di 6 italiani su 10 a ridurre i consumi di energia elettrica, il 57% quelli relativi allo shopping, il 56% i consumi di gas e il 54% le spese per attività culturali e di svago – evidenzia una nota – Una tendenza destinata a proseguire, e in alcuni casi ad accentuarsi, nell’immediato futuro, con l’87% degli italiani costretti a ridurre o evitare i consumi di energia elettrica e di gas, l’84% le cene fuori, l’83% i viaggi, l’82% lo shopping e i divertimenti».

L’inflazione ha un impatto pesante soprattutto sulla popolazione più debole. Nel “ceto popolare”, questa l’espressione usata da Legacoop, oltre sette italiani su dieci riducono il consumo di energia elettrica (72% contro la media del 63%); il 73% riduce lo shopping (contro la media del 57%); il 69% taglia il consumo di gas (vs 56%) e sette su dieci, il 70%, riducono i consumi per attività culturali e di svago (vs 54%).

Non finirà presto. Dopo la riduzione dei consumi energetici, delle cene fuori casa, di viaggi e shopping, le riduzioni di spesa segnalate proseguono con il taglio della spesa per i prodotti di elettronica (78%), per prodotti di bellezza, scarpe e cultura (tutti e tre al 76%), per benzina e gasolio (75%).

Gli italiani taglieranno anche la spesa alimentare. A cosa sono costretti a rinunciare? Secondo Legacoop/Ipsos, i salumi e la carne guidano la classifica delle percentuali di chi dovrà rinunciarvi o ridurne il consumo (67%), seguiti dal pesce (64%), dai formaggi (62%), dai surgelati (58%).

 

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Caro prezzi, rinunce e strategie degli italiani nel carrello della spesa (foto pixabay)

“Crisi sociale ed economica”

«Il protrarsi dell’aumento dei costi e dei prezzi ci ha condotto sull’orlo di una nuova crisi, evidente in questi dati – ha detto Mauro Lusetti presidente di Legacoop – Questa crisi è già sociale, e lo vediamo dalla asimmetria con cui l’impatto degli aumenti colpisce i bilanci delle famiglie; i ceti più esposti stanno già tirando la cinghia, le preoccupazioni e l’angoscia già toglie loro il sonno. Ma è alla porta anche una crisi economica: cultura, svaghi, viaggi, acquisti non alimentari, tutto ciò su cui si era basata la rapida ripresa che l’anno scorso ci ha condotto fuori dalla pandemia. Il calo dei consumi, e la gelata della fiducia dei cittadini, anticipano un contraccolpo sul sistema produttivo che le nostre imprese cooperative intravvedono all’orizzonte. Le previsioni dei mesi scorsi si sono via via aggiornate sugli scenari più negativi. Ribadiamo che occorrono politiche pubbliche di emergenza e coraggiose, perché il rischio è quello di un pericoloso avvitamento economico e sociale».

Rincari ed effetti sulla spesa alimentare

Ci si interroga anche sugli effetti dei rincari sulla spesa alimentare. Quali strategie di acquisto e risparmio per le famiglie? Cambierà la cucina?

In termini di strategie di acquisto, quasi sei italiani su dieci (il 58%) dichiarano di aver ridotto l’acquisto di prodotti superflui (il 68% tra gli over 65), il 55% di acquistare soprattutto i prodotti in promozione (63% nel ceto popolare; 60% nelle donne). Il 53% dichiara di limitare gli sprechi di cibo; il 42% di fare maggiori scorte di prodotti in promozione; il 38% di cercare i prodotti più convenienti, anche se non abitualmente consumati (50% nel ceto popolare).

L’aumento dei prezzi dell’energia cambia anche il modo di cucinare. Il 47% dichiara di aver ridotto l’utilizzo del forno (54% nel ceto popolare), il 31% di aver aumentato il consumo di alimenti che richiedono cotture veloci, il 29% di aver aumentato il consumo di alimenti che non richiedono cottura, il 24% di cuocere grandi quantitativi di cibo che vengono porzionati e surgelati.

Cambiano in parte i canali di vendita. I risultati del sondaggio evidenziano un aumento medio della frequenza di acquisto del 27% nei discount (47% al Sud, 48% nel ceto popolare) e dell’1% nei mercati rionali o centrali.

 

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Shrinkflation, l’Antitrust vuole vederci chiaro. Consumatori: meno prodotto allo stesso prezzo, è un doppio danno (foto pixabay)

 

No alla shrinkflation

C’è inoltre la shrinkflation, ovvero la riduzione di quantità del prodotto contenuto in una confezione lasciandone invariato il prezzo di vendita.

Questa pratica di marketing è sempre più diffusa: riduce la quantità di prodotto – meno patatine nel pacchetto, meno fazzolettini di carta, meno detersivo nel flacone. L’Antitrust sta monitorando il fenomeno, le associazioni dei consumatori hanno presentato diverse segnalazioni. Dal sondaggio Legacoop emerge il netto giudizio negativo (espresso da 7 italiani su 10) sulla shrinkflation.

«Quattro italiani su dieci (il 43%) la considerano una truffa ai danni dei consumatori, 3 su dieci (il 32%) la considerano sbagliata, una presa in giro dei consumatori ai quali non viene comunicata in modo trasparente la riduzione di peso della confezione».

Codacons: tagli anche sulla spesa alimentare

Di fronte a questo quadro, il Codacons sottolinea che gli italiani tagliano non solo sull’energia ma anche sulla spesa per gli alimentari – portano in tavola meno cibo e lo comprano dove i prezzi sono più bassi.

«L’escalation dei prezzi degli alimentari, ad esempio, ha portato nell’ultimo periodo ad un crollo delle vendite del comparto, diminuite secondo l’Istat del 3,6% su base annua, a dimostrazione di come gli italiani, per far quadrare i conti, siano costretti a tagliare anche la spesa per il cibo – spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi – Cambiano anche le abitudini dei consumatori: per sostenere costi in continua ascesa le famiglie ricorrono sempre più spesso ai discount alimentari, basandosi sul prezzo come elemento per orientare le proprie scelte. Non a caso tale tipologia di esercizio ha registrato un incremento delle vendite del 12,3% su base annua».


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