Dieta mediterranea, patrimonio Unesco e dieta sana (foto pixabay)

La dieta mediterranea è patrimonio Unesco e fa bene alla salute. Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, certamente. Ma anche patrimonio della nutrizione corretta. Tanto è vero che alcune stime parlano di oltre 97 mila morti correlati alla cattiva alimentazione solo in Italia. Sono i numeri rilanciati dalla Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo (SINuC) a congresso a Lecce.

L’importanza della dieta mediterranea

«La scienza ha ormai da tempo dimostrato l’importanza cruciale dell’alimentazione per il nostro stato di salute e benessere, e questo principio vale ancora di più quando l’organismo si trova in una situazione non ottimale. In presenza di una patologia l’attenzione alla nutrizione diventa un imperativo categorico». Così la SINuC, che mette la dieta mediterranea fra gli argomenti cardine del congresso in corso a Lecce.

La dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco nel 2010 come uno dei patrimoni immateriali dell’umanità in quanto esempio di ricchezza culturale legata al territorio, alla convivialità, alla società con l’alimento che si trasforma in un vero e proprio atto di relazione e condivisione.

La dieta mediterranea è “un modello di dieta sana e sostenibile, in grado di anteporsi come fattore determinante di prevenzione, contrastando il rischio di insorgenza di importanti patologie croniche come diabete, ipertensione arteriosa ed obesità”. (Ministero della Salute).

«La Mediterranea è nota in tutto il mondo: caratterizzata da un alto consumo di cibi vegetali, una moderata assunzione di olio d’oliva e vino rosso e un limitato apporto di carni, latticini e grassi saturi. Questa combinazione di elementi, frutto di una cultura alimentare sviluppatasi nei millenni in alcuni paesi mediterranei come Italia, Grecia e Spagna, si è dimostrata scientificamente molto valida nel combattere stress ossidativo e infiammazione – ha detto il Professor Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC – e la Puglia ne è tra le rappresentanti più prestigiose».

Dieta mediterranea contro cattiva alimentazione

La cattiva alimentazione è collegata a una mortalità precoce. La SINuC ricorda i dati di uno studio pubblicato su The Lancet al quale hanno contribuito oltre 130 scienziati di quasi 40 paesi del mondo (GBD 2017 Diet Collaborators, Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990–2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017, The Lancet, VOLUME 393, ISSUE 10184, P1958-1972, MAY 11, 2019).

«A livello globale – dice la Società di nutrizione clinica e metabolismo – una morte su 5 sarebbe riconducibile a un’alimentazione scorretta, povera di cibi sani come i cereali integrali e i vegetali, e ricca di ingredienti pericolosi come il sale e le bevande zuccherate. L’alimentazione scorretta è responsabile del 22% delle morti registrate fra gli adulti ed è complessivamente responsabile di 255 milioni di anni persi per morte prematura evitabile o vissuti con disabilità».

Fra i 20 paesi più popolosi del pianeta, l’Italia si piazza decima in classifica con un tasso di morte di 107,7 per 100mila individui e 97.821 decessi in un anno attribuibili alla cattiva alimentazione. Le cause sarebbero da ricercare in scarso consumo di cereali integrali, eccessivo consumo di sale, scarso consumo di semi e frutta secca, scarso consumo di acidi grassi Omega-3 e di frutta.

«Orientare il più possibile la propria alimentazione verso cibi vegetali, integrali e non processati, il più possibile freschi e locali rappresenta un investimento a lungo termine- spiega il Dottor Piero Caroli, Presidente del congresso e Responsabile dell’U.O. di Dietetica e Nutrizione Clinica – Ospedale Vito Fazzi di Lecce che ha presentato una relazione sulla Dieta Mediterranea – Costituisce un modello nutrizionale arricchito da diverse culture, che per millenni ha mantenuto le stesse strutture e proporzioni di alimenti. Inoltre favorisce la sostenibilità dell’ambiente rurale e riproduce sistemi di simbolizzazione».


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