Sostanze chimiche pericolose, quei rischi nei prodotti di uso quotidiano (Foto Pixabay)

Sostanze chimiche pericolose, quei rischi presenti in tanti prodotti quotidiani

I prodotti di uso quotidiano sono pieni di sostanze chimiche potenzialmente tossiche. Il Beuc mette insieme una serie di test fatti dal 2017 al 2023: Pfas, bisfenoli, allergeni e potenziali interferenti endocrini sono stati trovati in tanti prodotti comuni, dagli imballaggi ai giocattoli per bambini

I prodotti di uso quotidiano sono pieni di sostanze chimiche pericolose. Onnipresenti, anche se prevenibili. La presenza di sostanze chimiche potenzialmente tossiche, trovate in tanti prodotti di consumo quotidiano, evidenzia la necessità di una regolamentazione europea più rigorosa. La richiesta arriva dal Beuc che ha riunito in una pubblicazione una serie di test sui prodotti di consumo condotti dai suoi componenti, organizzazioni dei consumatori in tutta Europa, fra il 2017 e il 2023.

Il primo risultato generale è che i prodotti di consumo quotidiano contengono spesso sostanze chimiche dannose.

Chiediamo all’UE di ridurre urgentemente l’esposizione delle persone alle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), agli interferenti endocrini e ad altre sostanze chimiche preoccupanti”, scrive il Beuc, che esorta la Ue ad adottare rapidamente la proposta di eliminare gradualmente gli interferenti endocrini dai giocattoli e di vietare i Pfas nei prodotti di consumo.

Pfas, prodotti per bambini, e-commerce

I Pfas sono sostanze chimiche inerti alla maggior parte dei processi di degradazione naturali, persistono negli esseri umani e nell’ambiente per decenni, e per questo motivo sono anche chiamate “sostanze chimiche per sempre” o forever chemicals. Test recenti hanno evidenziato la presenza di Pfas in un’ampia gamma di prodotti quotidiani: fra questi, imballaggi di fast food, piastre per waffle, filo interdentale, creme per il viso, giacche e spray impermeabilizzanti. Gli scienziati hanno collegato l’esposizione ai PFAS a una serie di problemi di salute, compresi quelli riproduttivi e a problemi di sviluppo, danni al fegato e ai reni, disfunzione del sistema immunitario, disturbi della tiroide, aumento del rischio di cancro.

Sostanze chimiche preoccupanti si trovano anche in molti prodotti per bambini come passeggini, tute da neve, giocattoli per la dentizione, bambole, bicchieri con beccuccio e creme solari, salviette per neonati, matite colorate, giocattoli di diverso tipo.

Altra evidenza emersa dalle ricerche è che l’e-commerce e le piattaforme online hanno un ruolo importante nella vendita di prodotti che possono contenere sostanze pericolose, come gioielli a buon mercato, gadget, cosmetici che sfuggono a un controllo normativo adeguato.

«Dall’alba al tramonto, i consumatori sono esposti a un cocktail di sostanze chimiche note o sospettate di essere dannose – afferma Monique Goyens, direttrice generale del Beuc – La ricerca condotta dalle organizzazioni dei consumatori in tutta Europa sottolinea la portata del problema. I legislatori devono agire ora per garantire ai consumatori una vita priva di sostanze tossiche. Ciò include l’accelerazione del processo attraverso il quale le autorità possono ritirare dal mercato le sostanze chimiche dannose. Anche i marketplace online dovrebbero essere ritenuti responsabili per i prodotti non conformi venduti sui loro siti».

Sostanze chimiche nocive, “onnipresenti ma evitabili”

Il rapporto del Beuc “Onnipresenti ma prevenibili: sostanze chimiche nocive nei prodotti di consumo di tutti i giornisi basa su test pubblicati tra il 2017 e il 2023 da organizzazioni di consumatori in Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Slovenia , Spagna, Svezia e Svizzera.

Fra gli esempi riportati, i test che hanno trovato Pfas negli imballaggi dei fast food. Nel 2017, sono stati rinvenuti alti livelli di composti fluorurati in un terzo dei 65 imballaggi di fast food testati. Un test del 2018 ha mostrato risultati simili, con composti fluorurati rilevati in oltre il 25% dei campioni testati.

Ci sono poi i test che hanno scoperto Bisfenolo A (BPA) nei prodotti per bambini. In un’analisi sui giocattoli per la dentizione del 2022 si è scoperto che 7 su 10 hanno rilasciato uno o più bisfenoli (fino a 4), incluso il BPA e i suoi “cugini” BPS e BPF. In un altro test, tutte le 11 tute da neve per bambini contenevano piccole quantità di BPA. Fra 40 cosmetici per bambini, un test ha evidenziato la presenza in 9 di essi di potenziali interferenti endocrini.

Un altro caso riportato dal rapporto è quello dei gioielli economici venduti online: 7 articoli su 17 comprati sui marketplace non erano conformi ai requisiti di legge: 6 articoli rilasciavano troppo nichel (allergenico), alcuni gioielli contenevano anche metalli pesanti come piombo e cadmio. Uno conteneva il 38% di cadmio – circa 4.000 volte superiore al limite legale – mentre un altro prodotto conteneva il 12% di piombo (1.200 volte superiore al limite legale).

Riconoscendo i potenziali rischi per la salute derivanti dall’esposizione alle sostanze chimiche, la Commissione europea – ricorda il rapporto – ha promesso miglioramenti significativi nella protezione dei consumatori dalle sostanze chimiche pericolose nella sua “Strategia chimica per la sostenibilità” del 2020. C’è l’impegno ad attuare riforme e a rafforzare l’applicazione delle norme per una migliore tutela dei consumatori, con l’obiettivo di limitare l’uso di sostanze nocive nei prodotti e ridurre al minimo i rischi per la salute e per l’ambiente. Ma attualmente solo parte della strategia si è tradotta in proposte concrete e “l’attuale Commissione europea presto non sarà più in grado di proporre nuove leggi prima della scadenza del suo mandato nel 2024”.


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