farmaci

Il ricorso alle farmacie illegali online in Italia è in aumento e segue una tendenza crescente. Il fenomeno ha un’incidenza inferiore rispetto ad altri paesi ma questo non deve rassicurare più di tanto: oggi l’acquisto di farmaci online interessa circa l’1% della popolazione, ma meno del 20% degli intervistati è consapevole dell’illegalità dell’acquisto. E quando invece lo sa, non è consapevole del rischio che si corre. Basti pensare che i campionamenti effettuati nel tempo dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, insieme a Impact Italia (task force nazionale contro la contraffazione farmaceutica) hanno evidenziato che quasi tutti i prodotti inviati dai siti illegali sono falsificati: nell’85% degli acquisti di farmaci generici per disfunzioni erettili, comprati come sostituti del Viagra, il prodotto recapitato è un farmaco illegale e pericoloso. In Italia l’acquisto di farmaci online è illegale, e si concentra soprattutto su due tipologie: farmaci per disfunzioni erettili, che vengono acquistati online perché più economici di quelli presenti nei canali nazionali (basti pensare al Viagra illegale indiano) oppure prodotti divenuti illegali, come la sibutramina antiobesità, comprati in Rete.
A fare il punto sulla contraffazione dei farmaci e sulla lotta alle farmacie online illegali è un incontro organizzato dall’Aifa con esperti nazionali e internazionali. Un dato deve far riflettere: secondo una ricerca sulla percezione del fenomeno contraffazione da parte dei medici di famiglia condotta dall’Agenzia insieme alla Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, emerge che il 72% dei medici sospetta che i propri pazienti abbiano assunto farmaci contraffatti, e il 40% del campione ritiene che i propri pazienti acquistino farmaci online – attività attualmente illegale in Italia. L’Aifa, dal suo canto, partecipa a un progetto di Intelligence IT Internazionale che nel 2011 ha già portato alla chiusura di 15 mila siti illegali.
La stessa Aifa ha siglato, lo scorso maggio, un memorandum d’intesa con LegitScript, il servizio statunitense di verifica e controllo delle farmacie online riconosciuto dai farmacisti statunitensi. Questo ente ha già fatto chiudere migliaia di farmacie illegali e, per rimanere nell’ambito dei siti diretti in via preferenziale al pubblico italiano (quindi redatti in lingua italiana, o con dominio .it,) a oggi ha chiuso circa 50 farmacie online. A livello globale, invece, nel 2011 sono state chiuse oltre 20 mila farmacie in rete. Le e-pharmacies vengono chiuse attraverso l’intervento sulle società che registrano gli indirizzi internet: queste infatti, per evitare le elevate sanzioni legate al fatto che nel contratto delle società con i clienti è previsto il divieto all’avvio di commerci illegali, sequestrano il dominio e bloccano l’indirizzo della e-pharmacy.
Il settore è destinato a evolversi per l’impatto della Direttiva 2011/62 e della Convenzione MediCrime, che consente il ricorso a norme di diritto penale nei casi di contraffazione. Fra le proposte allo studio, di cui hanno parlato i rappresentati di LegitScript, c’è la possibilità di creare un dominio “.pharmacy” che identifichi le farmacie legali. Commenta Domenico Di Giorgio, coordinatore dell’attività anticontraffazione dell’Aifa: “Il problema è che parte degli acquirenti è consapevole dell’illegalità, ma non è consapevole del rischio”.
E i rischi legali all’acquisto di farmaci contraffatti sono numerosi. Anche perché per contraffazione si intende un arco vasto di fenomeni, come ha ricordato il  Direttore generale Aifa Luca Pani nel messaggio di saluto inviato ai lavori: “Il medicinale contraffatto può non avere assolutamente fra i suoi ingredienti il principio attivo, averlo solo in parte o in eccesso; può essere stato prodotto in luoghi non autorizzati, non controllati, con materie prime falsificate. In tutti questi casi il farmaco, semplicemente, non è ciò che dovrebbe. In casi estremi ma purtroppo non più rarissimi il farmaco contenuto è un altro. Ma può esserci l’eventualità, al contrario, che vi sia farmaco laddove invece non è dichiarato: pensiamo ai prodotti di origine naturale o agli integratori, che vengono contraffatti con l’aggiunta di ingredienti attivi all’insaputa del consumatore”. Tutto questo porta dei seri rischi per il paziente, che può trovarsi nella condizione di rischiare senza esserne consapevole.
di Sabrina Bergamini


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