Alta inflazione, Consumatori: gelata sul Natale e stangata sul cibo (fonte immagine Pixabay)

Alta inflazione, gelata sul Natale e stangata sul cibo. È netta la valutazione delle associazioni dei consumatori nei confronti delle conseguenze del caro prezzi, con l’inflazione che a novembre è all’11,8% ma con valori maggiori per il carrello della spesa (a più 12,7%) e per prodotti alimentari e bevande analcoliche, sulle quali l’aumento dei prezzi pesa per il 13,6%. Le famiglie non potranno che tagliare le spese di Natale, almeno una su tre secondo il Codacons, mentre per l’Unione Nazionale Consumatori l’inflazione stabile rispetto a ottobre significa che «la situazione delle famiglie resta stabilmente catastrofica e insostenibile».

Inflazione e strategie di acquisto

I consumatori ci provano, a fronteggiare il caro prezzi, con una serie di strategie che comprendono la caccia alle promozioni e agli sconti, lo slalom nei punti vendita, il cambiamento dei luoghi della spesa. Secondo Coldiretti oltre sette italiani su dieci fanno acquisti nei discount, oltre 8 su dieci puntano sui prodotti in offerta e sempre otto italiani su dieci «hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, evitando di farsi guidare troppo dalla molteplicità di stimoli che sono attivati nei punti vendita».

 

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Codacons: una famiglia su tre ridurrà i consumi di Natale

I tentativi si scontrano comunque con prezzi alti che inevitabilmente portano a temere una gelata sui consumi di Natale. Quello natalizio è infatti un periodo cruciale per le vendite ma, con questi prezzi, le previsioni non sono rosee. Secondo il Codacons l’inflazione all’11,8% si traduce, a parità di consumi, in una stangata di oltre 3500 euro l’anno a famiglia e con ripercussioni fortissime sul Natale.

«A causa dei rincari dei prezzi una famiglia “tipo”, considerata la spesa totale per consumi, si ritrova a spendere oggi 3.625 euro in più su base annua – dice il presidente Carlo Rienzi – Una vera e propria mazzata che si ripercuoterà anche sulle spese degli italiani legate alle festività di fine anno». Con l’alta inflazione e il caro bollette, dice il Codacons, una famiglia su tre ridurrà i consumi di Natale.

UNC: gelata sul Natale e stangata cibo

Gelata sul Natale e stangata cibo vanno di pari passo. Solo per mangiare, le famiglie si ritrovano a spendere una cifra aggiuntiva di mille euro e più.

«Il fatto che l’inflazione sia stabile all’11,8% come a ottobre vuol dire che la situazione delle famiglie resta stabilmente catastrofica e insostenibile – dice il presidente UNC Massimiliano Dona – Un rialzo che non si aveva da oltre 38 anni fa non è certo consolante. La conseguenza è una gelata sul Natale e sui consumi, visti i rincari insostenibili e il caro bollette».

I rincari sul cibo sono evidenti. «Per prodotti alimentari e bevande analcoliche, che segnano un +13,6%, una famiglia pagherà in media 767 euro in più su base annua – prosegue Dona –Una batosta che sale a 1046 euro per una coppia con 2 figli, 944 per una coppia con 1 figlio. Nel caso delle coppie con 3 figli, poi, si ha una mazzata record di 1249 euro nei dodici mesi».

Se si guarda all’inflazione nel suo complesso, il più 11,8% si traduce in un aumento del costo delle vita pari a quasi 4 mila euro (3974 euro su base annua) per una coppia con due figli, a poco meno (3689 euro) per una coppia con un figlio e a una mazzata di quasi 4500 euro l’anno in più (4466 euro) per le famiglie numerose.

Assoutenti: festività amare

L’inflazione all’11,8% rappresenta il livello più alto degli ultimi 38 anni, e avrà effetti pesanti non solo sulle tasche delle famiglie, ma sull’intera economia nazionale, dice Assoutenti.

«Il dato più terrificante è senza dubbio quello sugli alimentari, i cui prezzi a novembre aumentano del 13,6% – spiega il presidente Furio Truzzi – Questo significa che una famiglia con due figli solo per mangiare si ritrova a spendere 1.018 euro in più su base annua a causa dei rincari registrati nel comparto. I rincari dei listini nel settore alimentare peseranno come un macigno su pranzi e cenoni di Natale e fine anno, rendendo più “amare” le festività degli italiani e impoverendo ulteriormente le famiglie».


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