L’Italexit sarebbe “uno shock per l’intera eurozona”. Il bail-in andrebbe corretto introducendo una soglia di salvaguardia a 100 mila euro anche per gli obbligazionisti. Arriveranno entro questo mese le prime decisioni dell’Arbitro per le controversie finanziarie, partito a gennaio. Questi tre fra i tanti temi affrontati dal presidente della Consob Giuseppe Vegas nell’Incontro annuale col mercato finanziario. “L’inflazione si sta progressivamente riportando in prossimità dell’obiettivo del 2 per cento, mentre negli Stati Uniti è già in corso un inasprimento monetario. L’Italia dovrà prepararsi ad affrontare la nuova situazione che si profila, non potendo più contare sul puntello esterno della leva monetaria”.

Così Vegas, che nella sua relazione ha affrontato anche le sfide poste dall’euro ricordando il fatto che negli ultimi venti anni “il nostro sistema produttivo ha subìto un’erosione di competitività nell’ordine del 30 per cento rispetto alla Germania. È in  questo divario che nasce e si sviluppa il differenziale di rendimento fra titoli di Stato dell’eurozona”. “La moneta unica – ha detto Vegas – ha creato un ecosistema in cui la competitività può essere difesa e incrementata solo attraverso le leve dell’istruzione, dell’innovazione e delle riforme del quadro macroeconomico”. Questo non significa uscire dall’euro per risolvere i mali italiani. Dice infatti Vegas: “Lo scenario Italexit metterebbe a repentaglio la stabilità, il buon funzionamento del sistema finanziario e la salvaguardia del mercato, obiettivi che rientrano nella missione istituzionale della Consob. Il solo annuncio di un ritorno ad una valuta nazionale provocherebbe, da parte degli investitori internazionali, un immediato deflusso di capitali, tale da mettere gravemente a repentaglio la capacità dell’Italia di rifinanziare il terzo debito pubblico del mondo. Italexit sarebbe anche uno shock per l’intera eurozona. Ne metterebbe a rischio la sopravvivenza”.

Vegas interviene poi sul bail-in con una proposta: “andrebbe riconsiderato anche il coinvolgimento degli obbligazionisti, per esempio introducendo una soglia di salvaguardia a 100.000 euro, analoga a quella prevista per i correntisti”. Spiega il presidente della Consob: “Il primo e provvisorio bilancio di applicazione del bail-in non può dirsi positivo. Le stesse regole che l’Europa si è datata per assicurare stabilità si sono rivelate in questo caso un fattore di instabilità”, ha detto Vegas, secondo il quale “la gestione delle crisi può richiedere interventi tempestivi,  talvolta fulminei, incompatibili con i meccanismi decisionali sull’asse Francoforte-Bruxelles”.

Sulla proposta di una soglia di salvaguardia per gli obbligazionisti si concentra l’attenzione dell’Unione Nazionale Consumatori.  “Giusta l’idea di estendere alle obbligazioni la soglia di salvaguardia di 100 mila euro prevista per i conti correnti – dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Solo garantendo il piccolo risparmiatore si potrà ridare fiducia nel sistema bancario. A questa proposta, però, ne aggiungiamo un’altra: vietare la vendita allo sportello dei prodotti più rischiosi, come le obbligazioni subordinate. Bisogna impedire che ai semplici consumatori siano venduti prodotti inadeguati al loro profilo di rischio”.

Fra l’attività svolta la Consob ricorda poi la nascita dell’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF) per la risoluzione stragiudiziale delle liti fra intermediari e risparmiatori, operativo da gennaio. “Le prime decisioni sono previste entro il corrente mese – ha detto il presidente Vegas – Ci sono le premesse affinché l’Arbitro si affermi come un ponte tra risparmio e industria finanziaria, contribuendo a ricostruire la fiducia reciproca”.


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