Investire in arte usufruendo del diritto di prestito, per cui una società paga al cliente una percentuale annua per poter avere a disposizione l’opera d’arte da esporre in eventuali mostre o gallerie: è questa la promessa con cui Gigart ha ingannato diversi clienti, soprattutto pensionati, facendo sottoscrivere loro contratti di importi anche elevati (fino a 38.000 euro) con modalità di vendita più che aggressive e scorrette. Attraverso i siti internet www.gigartfinance.com e www.gigart.it la società pubblicizza la possibilità di investire in arte; ma fornisce informazioni sono incomplete e anche inesatte.
Non si spiega bene, ad esempio, quali sono le modalità per calcolare la percentuale annua versata al cliente come corrispettivo per il diritto di prestito e si prospettano condizioni di mercato che non corrispondono alla realtà del settore. Inoltre si promette la possibilità di fare investimenti sicuri con l’acquisto di opere d’arte, grazie alle specifiche competenze e qualifiche dei propri incaricati di vendita.
Ma non è tutto perché c’è poi la parte della vendita a domicilio: nel fissare gli appuntamenti per telefono i “famosi” promotori o consulenti artistici hanno rappresentato ai consumatori in modo ingannevole e, per alcuni aspetti, aggressivo le reali finalità della visita a domicilio. Per telefono si parla della semplice consegna di un omaggio, mentre in realtà durante la visita viene presentata un’opera a pagamento, accompagnata da un documento da firmare che è una vera e propria proposta di contratto anziché una prenotazione non impegnativa.
Infine, non sono state spiegate in modo completo e corretto le condizioni economiche del finanziamento, l’identità del soggetto erogatore, l’esistenza e le modalità di esercizio del diritto di recesso. Durante le lunghe visite, è stata condizionata indebitamente la libertà di scelta del consumatore, sollecitando il pagamento di prodotti non richiesti consapevolmente. Insomma una vera e propria pressione psicologica che ha portato diversi consumatori a fare reclamo all’Antitrust.
L’Autorità ha considerato la pratica commerciale scorretta ed ha irrogato una sanzione di 100.000 euro (80.000 a carico di Gigart e 20.000 a carico di Gigart Art Finance, facente capo allo stesso gruppo).


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy


Scrive per noi

Redazione
Redazione
Help consumatori è la prima e unica agenzia quotidiana d'informazione sui diritti dei cittadini-consumatori e sull'associazionismo che li tutela

Parliamone ;-)