“I love saldi”: la sindrome da shopping compulsivo non fa sconti a nessuno
Gennaio: un nuovo anno è iniziato, le feste di Natale sono agli sgoccioli e, mentre si cerca di stipare in frigo o in dispensa gli ultimi avanzi di pranzi e cene, si avvicina sempre di più la fatidica data dell’inizio dei saldi. E così, dopo una lunga attesa, oggi, a 5 giorni dall’inizio del 2017, l’esercito delle tante Becky Bloomwood all’italiana (la protagonista dei fortunati libri “I love shopping” e “I love shopping in New York”- ndr) è pronto a scendere in strada e saccheggiare i negozi alla ricerca dell’affare migliore. Sì, saccheggiare. Il termine può forse sembrare un po’ eccessivo ma è così che si comportano i tanti italiani affetti da una vera e propria patologia che ha il suo apice di espressione proprio nel periodo delle offerte: lo shopping compulsivo ossessivo.
Attratte da proposte super convenienti e sconti imperdibili, secondo Confesercenti sono 14,6 milioni le famiglie italiane che avvertiranno quell’irrefrenabile desiderio di acquistare qualsiasi oggetto o indumento a prezzo ribassato. Secondo alcune stime il budget medio personale sarà di 120 euro.
Dal punto di vista psicologico, il fenomeno dello shopping compulsivo è stato descritto per la prima volta dai neurologi dell’Iowa University all’inizio del ‘900. Si tratta, dicono gli psichiatri, di una sorta di incapacità di scegliere di non comprare. È un po’ come se, davanti ad una vetrina, il nostro cervello “ragionasse” come un alcolista o un accanito giocatore d’azzardo spingendoci a varcare la soglia del negozio per mettere le mani al più presto su quel bel paio di scarpe che ci salutava dall’espositore.
Ma qual è il fattore che scatena la pulsione irrefrenabile allo shopping? A quanto pare, sembra tutto dipendere dal bisogno di cercare di gratificare sé stessi dal punto di vista emotivo. Comprare un vestito nuovo è un modo per coccolarsi, per trovare conforto e sentirsi più belli anche al solo pensiero di poterlo indossare perché da adesso in poi sarà nel nostro armadio.
Se la cosa resta nella normalità, ossia riusciamo a renderci conto che stiamo mettendo troppe volte mano al portafogli e forse è meglio smettere, non ci sarebbe niente di male in quanto, quello di gratificarsi, è quasi un bisogno fisiologico. Al contrario, se le giornate vengono scandite dall’acquisto come unica forma di gratificazione a quel punto è evidente che abbiamo un “piccolo” problema. Si tratta di una situazione che non va affatto minimizzata dal momento che, così come altre forme di dipendenza, lo shopping compulsivo è un disturbo subdolo del quale spesso non si ha la percezione della sua pervasività fino a quando non ci mette in difficoltà economiche serie.
Prima di arrivare a chiedere soldi in prestito ad amici e parenti per soddisfare i propri desideri di acquisto, così come accade alla protagonista dei libri di Sophie Kisella, è bene tenere sotto controllo i fattori emotivi che ne sono alla base e che si manifestano ben prima del problema economico: mancanza di felicità, mancanza di soddisfazione, si vive in apnea fra regole e aspettative sociali, forte senso di precarietà e di sfiducia.
Ecco quindi in che modo gli esperti ci consigliano di resistere all’(in)sana voglia di fare acquisti e non cadere nella sperale della compulsività. Innanzitutto bisogna imparare a gratificarsi sempre nelle giornate, concedendosi piccole coccole in varie forme. Questo permettere di ritrovare un equilibrio con una parte di noi che esiste e va rispettata e, soprattutto, ascoltata. Altro punto fondamentale è evitare di sentirsi vittima di costrizioni imposte dall’alto: vale la pena quindi porsi sempre la domanda “Le cose che faccio e che mi pesano potrei farle diversamente? o “È proprio quello che voglio o è qualcosa che sto subendo?”. Molto importante diventa quindi imparare a piacersi: nessuno di noi è perfetto e spesso le nostre aspettative devono essere viste come opportunità e non come esami da centrare. Infine, la sfida più difficile: affrontare le proprie paure. Guardare negli occhi ciò che ci spaventa è dura ma rende senz’altro più forti.
Bene…sembra tutto chiaro, no? Peccato che quando sei lì, davanti a quel bel negozio, con la vetrina scintillante e la scritta a caratteri cubitali “Qui saldi fino al 50%”, è davvero difficile chiudere gli occhi e far finta di non vedere che quella borsa rossa a cui facevi il filo da mesi ora finalmente è in vendita ad un prezzo a misura del tuo portafogli. Ma sì, dai! In fondo è solo un piccolo strappo alla regola. Domani è la Befana e sono stata “brava”.

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