Il grido d’allarme della montagna: Italia ed Europa rischiano di rimanere senza ghiacciai
Allarme di Carovana dei ghiacciai 2024: l’Italia e l’Europa rischiano di rimanere senza ghiacciai. 12 ghiacciai osservati speciali: i giganti bianchi si stanno ritirando, alcuni sono già estinti, altri destinati a scomparire
Il ghiacciaio della Mer De Glace sul Monte Bianco, il tetto d’Europa, in oltre 100 anni ha perso 300 metri di spessore e quello della Marmolada è destinato a scomparire entro il 2040 insieme ai ghiacciai sotto i 3500 metri. Il ghiacciaio di Flua sul Monte Rosa è estinto dal 2017. Arretrano i ghiacciai in Valle d’Aosta, in Lombardia, sull’arco alpino. Il bilancio di Carovana dei ghiacciai 2024 è impressionante.
«L’Italia, come il resto dell’Europa, rischia di rimanere senza ghiacciai, memoria antica del Pianeta – denuncia Carovana dei ghiacciai – Entro il 2100, secondo alcuni studi scientifici, con un riscaldamento globale di 2,7°C, l’Europa centrale rischia di perdere il 100% della copertura glaciale. Il primo grido d’allarme arriva proprio dai ghiacciai dell’arco alpino, ormai già da tempo in agonia e in coma irreversibile: dalla Francia all’Italia passando per la Slovenia i giganti bianchi fondono a ritmi impressionanti, con un’accelerata che si intensificata soprattutto dagli anni 2000, lasciando spazio a rocce e detriti e a nuovi ecosistemi che riempiono il vuoto lasciato dai ghiacciai. In più l’aumento degli eventi meteo estremi ha accelerato fenomeni come frane e colate detritiche rendendo la montagna più instabile».
Carovana dei ghiacciai: i giganti bianchi stanno scomparendo
A tracciare un bilancio sullo stato dei ghiacciai alpini in Italia e all’estero è la quinta edizione di Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna internazionale di Legambiente in collaborazione con CIPRA ITALIA e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, che dal 5 agosto al 9 settembre ha realizzato 7 tappe lungo l’arco alpino. 12 i ghiacciai osservati speciali: 10 in Italia e 2 all’estero.
I ghiacciai sono in sofferenza, sulle Alpi accelera la loro fusione e la velocità del ritiro. Dalla Francia, all’Italia alla Slovenia, nonostante le tardive nevicate, i giganti bianchi arretrano, alcuni sono già estinti, altri sono destinati a scomparire e far posto a nuovi ecosistemi. Cambia la montagna sulla quale impatta la crisi climatica. E questo richiede anche un cambiamento del rapporto umano verso la montagna, per un turismo più sostenibile e una maggiore coscienza ambientale.
I numeri della campagna sono impressionanti. Il ghiacciaio della Mer Del Glace sul Monte Bianco, il tetto d’Europa e il re delle Alpi, in 174 anni ha perso 300 metri di spessore all’altezza della stazione Montenvers. Il ghiacciaio di Flua, sul Monte Rosa, è estinto dal 2017. Nell’800 era grande quanto 112 campi di calcio, oggi è solo un mare di rocce e detriti. In sofferenza sono i ghiacciai delle Valpelline in Valle d’Aosta, colpiti anche da eventi meteo estremi. I ghiacciai sotto i 3500 metri sono in coma irreversibile come il ghiacciaio della Marmolada, che registra picchi di perdita di spessore a breve termine di 7 cm al giorno. La Marmolada, insieme al ghiacciaio dell’Adamello e dei Forni e ai ghiacciai sotto i 3500 metri, è destinato a scomparire entro il 2040.
Ghiacciai sotto minaccia di crisi climatica ed eventi meteo estremi
Carovana dei ghiacciai di Legambiente, anche in vista dell’anno internazionale dei ghiacciai, torna a ribadire l’urgenza di una governance europea e internazionale dei ghiacciai e l‘applicazione di interventi e politiche urgenti che Legambiente ha riassunto anche nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e delle risorse connesse.
Legambiente chiede di attuare un piano di adattamento adattamento nazionale e piani a scala locale; di passare a un turismo ad alta quota più sostenibile e rispettoso della montagna per frenare l’overtourism; più coscienza ambientale e attenzione ai rifiuti; di tutelare i nuovi ecosistemi che si stanno formando in quota e infine di definire un piano nazionale per lo smantellamento degli impianti ad alta quota chiusi e abbandonati.
«Con la quinta edizione di Carovana dei ghiacciai – ha detto Vanda Bonardo, responsabile nazionali Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA ITALIA – abbiamo raccontato la fragilità e la sofferenza di montagne e ghiacciai minacciate dalla crisi climatica ma anche dalle attività antropiche, come l’overtourism, i rifiuti abbandonati in quota o i vecchi impianti chiusi e da smantellare come quello a Pian Dei Fiacconi, sulla Marmolada. La montagna sta cambiando volto e profilo, nuovi ecosistemi prendono vita, mentre nevica sempre di meno.»
Quello che serve, prosegue Bonardo, «è una governance europea e internazionale per i giganti bianchi accompagnata da una gestione sostenibile del territorio e da interventi precisi come quelli che abbiamo sintetizzato nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e delle risorse connesse e nella petizione Una firma per i ghiacciai, che invitiamo tutti a firmare».
Sui ghiacciai e sulla montagna pesano più minacce: crisi climatica, eventi meteo estremi, overtourism, rifiuti abbandonati, ma anche impianti dismessi. Dall’inizio dell’anno a luglio 2024 l’Osservatorio Città Clima di Legambiente ha contati 101 eventi meteo estremi nelle regioni alpine.
Spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: «L’aumento delle temperature, il campanello d’allarme dello zero termico in quota, gli eventi meteo estremi in aumento anche nelle regioni alpine, sono segnali che non possono essere trascurati, sono un monito importante per il Pianeta e per tutti noi. Serve una presa di coscienza collettiva e servono azioni nazionali e locali di adattamento e occorre investire di più sulla ricerca scientifica per comprendere come il fenomeno si evolverà in futuro».