Livelli essenziali di assistenza, Cittadinanzattiva invia diffida per mancata intesa sul Decreto Tariffe (Foto di StockSnap da Pixabay)

Comincia dai Livelli essenziali di assistenza la “mobilitazione permanente di Cittadinanzattiva a difesa del Servizio sanitario, della salute dei cittadini e della esigibilità dei diritti in una stagione che, a tutti gli effetti, ha il carattere dello stato di emergenza sanitaria”.

Così Cittadinanzattiva che, insieme a una serie di associazioni a difesa dei pazienti, ha deciso di inviare una diffida a Stato e Regioni per la mancata intesa sul Decreto Tariffe e il conseguente mancato aggiornamento dei Lea.

Lea, la mobilitazione di Cittadinanzattiva e delle associazioni

Cittadinanzattiva insieme a Famiglie Sma, AISF (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica), UILDM, L’Altra Cicogna onlus, Hera onlus, associazioni che rappresentano alcune categorie di pazienti maggiormente danneggiate dal mancato aggiornamento dei Lea, hanno infatti inviato oggi una formale diffida rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministeri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti di Regione e delle Province autonome, affinché sia convocata al massimo entro sette giorni la Conferenza Stato Regioni con all’ordine del giorno la discussione del Decreto Tariffe e sia raggiunta immediatamente l’Intesa.

Dal mancato raggiungimento dell’Intesa – spiega l’associazione – dipende infatti la mancata entrata in vigore dei Lea del 2017 e del loro successivo, e già previsto, aggiornamento: si tratta di una situazione “in palese contrasto con la tutela della salute, quale diritto individuale e interesse della collettività (art. 32 Cost.)”, come recita la diffida, “e manifesta il venir meno all’obbligo di tutela della salute da parte dello Stato/Regioni e dunque del servizio sanitario nazionale, nonché finanche il non rispetto della dignità e della qualità della vita delle persone”.

L’atto, spiega Cittadinanzattiva, è ormai improrogabile dopo le tante richieste dei pazienti rimaste senza risposta. Solo con l’aggiornamento dei Lea si garantirà in sostanza il rispetto dell’universalità del servizio sanitario nazionale.

Perchè serve l’aggiornamento dei Lea

Solo con l’approvazione del Decreto Tariffe e l’aggiornamento dei Lea, sottolineano le organizzazioni nell’atto di diffida, si potrà infatti determinare l’esigibilità su tutto il territorio nazionale delle prestazioni di nuova introduzione, tra cui un rilevante numero erogato a livello ambulatoriale, e il superamento delle disomogeneità assistenziali tra i cittadini; ridurre la mobilità sanitaria ma anche gli stessi costi sanitari; monitorare le prestazioni ambulatoriali Lea e quelle ospedaliere; aggiornare le prestazioni incluse anche alla luce delle nuove evidenze scientifiche.

La mancata approvazione del Decreto tariffe, aggiunge l’associazione, oltre ad avere un impatto sui Lea, rischia di pesare nella “definizione al ribasso” dei Livelli essenziali di prestazione (LEP) previsti dal nuovo Disegno di Legge sul “regionalismo asimmetrico”.

“Se i Lep, che rappresentano almeno sulla carta l’unico contrappeso agli ulteriori squilibri regionali cui potrebbe portare l’autonomia differenziata, fossero definiti a partire da Lea vecchi di 20 anni – dice Cittadinanzattiva – si determinerebbe la definitiva dissoluzione del Servizio sanitario nazionale e l’impossibilità conclamata di garantire uguali prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale”.


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