Dal 2015 anche i neopatentati potranno guidare auto “potenti” durante il primo anno. Inoltre l’importo delle multe, comprese le sanzioni accessorie, verrà rivisto secondo principi di “ragionevolezza”, “meccanismi premiali” e “graduazione in funzione della reiterazione”. Sono alcune delle novità previste dal nuovo Codice della Strada che dovrebbe entrare in vigore nel 2015. Quattroruote di luglio anticipa i punti più importanti della bozza di legge delega appena approvata dalla Commissione Trasporti della Camera. 
Un’importante novità riguarda appunto la disciplina dei neopatentati: viene abolito, su richiesta del mensile di Editoriale Domus, il divieto di guidare nel primo anno auto “potenti” (con più di 70 kW e oltre 55 kW/tonnellata), guidabili invece con il foglio rosa. Una contraddizione che sparirà consentendo al neopatentato – ma non all’ultra ottantenne, altra novità – di guidare anche tali vetture purché al proprio fianco, in funzione di istruttore, vi sia una persona di età non superiore ai 65 anni con patente B o superiore da almeno dieci.
Se nei primi 6 mesi non verranno commesse infrazioni che comportano perdita di punti il limite di un anno si dimezzerà. Sempre in tema di giovani, decadrà l’immunità per i minorenni che fino ad oggi non possono essere sanzionati e non possono perdere punti.
L’importo delle multe, comprese le sanzioni accessorie, verrà rivisto secondo principi di “ragionevolezza”, “meccanismi premiali” e “graduazione in funzione della reiterazione”: il fine del legislatore, spiega Quattroruote, sembrerebbe quello di graduare la severità delle sanzioni applicando una sorta di meccanismo bonus/malus (e nessuna nuova super multa) per il quale si renderà necessaria l’annunciata creazione di una apposita banca dati delle violazioni, alimentata dai verbali di tutte le forze di polizia.
Novità anche in merito ai ricorsi al prefetto: viene introdotto l’obbligo, non più facoltà, di consegnare il ricorso al comando di polizia che ha accertato la violazione. Quattroruote sottolinea come questa novità faccia venir meno il principio della necessaria terzietà del soggetto a cui ci si appella e chiede una modifica della stessa, magari introducendo nel codice e disciplinando formalmente l’istanza di achiviazione in autotutela. Il mensile chiede anche l’abolizione del contributo unificato da pagare quando il ricorso è presentato al giudice di pace e promuove l’annunciata semplificazione delle procedure.


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