La fiducia dei consumatori nei prodotti finanziari è ai minimi storici: la crisi ha messo a nudo una serie di rischi che si nascondono dietro la scarsa trasparenza del settore ed ha aumentato ancora di più la confusione dei cittadini. C’è bisogno di interventi che regolino il mercato. Le prime mosse arrivano dall’Europa (anche perché l’Italia di solito è molto più lenta). Oggi la Commissione Europea ha presentato un pacchetto legislativo che propone nuove norme favorevoli ai consumatori in materia di informazioni sugli investimenti, eleva gli standard per la consulenza, e rafforza alcune norme sui fondi di investimento per garantire la loro sicurezza.
Il pacchetto è formato da tre proposte legislative: una proposta di regolamento sui principali documenti informativi per prodotti di investimento al dettaglio preassemblati (PRIPS), una revisione della direttiva sulla intermediazione assicurativa (IMD), e una proposta per rafforzare la tutela di coloro che acquistano fondi di investimento (attualmente disciplinati dalla direttiva sugli organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari OICVM)).
Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi, ha dichiarato: “All’indomani della più grande crisi finanziaria della storia recente, il settore finanziario deve concentrarsi sui consumatori. I prodotti al dettaglio devono essere più sicuri, le informazioni corrispondenti devono diventare più chiare e coloro che vendono tali prodotti devono sempre essere soggetti alle più rigorose norme in materia. Per questo motivo – ha aggiunto Barnier – abbiamo adottato un pacchetto dedicato unicamente ai consumatori, in modo che possano scegliere i prodotti finanziari in base ad informazioni chiare e affidabili e ad una consulenza professionale che consideri l’interesse dei consumatori come prioritario.”
Ecco in dettaglio i contenuti delle 3 proposte.
La prima migliora la qualità e la comprensibilità delle informazioni fornite ai consumatori al momento dell’analisi di eventuali investimenti. Si propone l’introduzione di un documento denominato “Informazioni chiave per gli investitori” (Key Information Document – KID) con informazioni sui prodotti brevi e più vicine alle esigenze dei consumatori. Ogni ideatore di prodotti d’investimento (dai gestori dei fondi di investimento alle imprese di assicurazione alle banche) dovrà presentare tale documento per ciascun investimento, con le informazioni sulle caratteristiche principali del prodotto, compresi i rischi e i costi connessi all’investimento. Le informazioni sui rischi saranno quanto più dirette e comparabili e verranno formulati in modo chiaro per tutti i consumatori eventuali rischi di perdite di denaro connessi ad un determinato prodotto. I documenti di informazioni chiave seguiranno un formato comune per quanto riguarda la struttura, il contenuto, e la presentazione, così che i consumatori saranno in grado di utilizzarli per confrontare diversi prodotti di investimento e di scegliere quello che si adatta meglio alle loro necessità. I prodotti per i quali saranno richiesti i documenti di informazioni chiave comprendono tutti i tipi di fondi di investimento, gli investimenti assicurativi e i prodotti strutturati al dettaglio, oltre alle pensioni private.
La seconda proposta riguarda la revisione della direttiva IMD, che attualmente disciplina le pratiche di vendita per tutti i prodotti assicurativi, dalle generiche Rc auto alle polizze che contengono elementi di investimento. In molti casi i consumatori non sono consapevoli dei rischi associati alla sottoscrizione di coperture assicurative, ed è fondamentale una consulenza professionale adeguata. Tuttavia i recenti sondaggi mostrano che oltre il 70% dei prodotti assicurativi sono venduti senza le opportune consulenze. L’attuale normativa dell’UE non tratta nel dettaglio la vendita dei prodotti assicurativi e le norme variano da uno Stato membro all’altro e si applicano esclusivamente agli intermediari. La proposta della Commissione vuole creare norme comuni per le vendite di prodotti assicurativi e garantire una consulenza adeguata. Queste le modifiche proposte:

  • si applicherà lo stesso livello di protezione a tutti i consumatori, indipendentemente dal canale attraverso il quale i consumatori acquisteranno un prodotto assicurativo. Se un consumatore acquista un prodotto direttamente da un’impresa di assicurazione o indirettamente da un intermediario (ad esempio un agente o un mediatore), il consumatore beneficerà di un livello di tutela comune che attualmente non esiste, in quanto la direttiva IMD contempla esclusivamente le vendite realizzate da intermediari.
  • I consumatori riceveranno preventivamente informazioni chiare circa lo statuto professionale di chi vende loro un prodotto assicurativo. Verranno instaurate delle regole per affrontare in maniera più efficace i rischi di conflitto di interessi, compresa la pubblicazione della remunerazione percepita dai venditori di prodotti assicurativi.
  • Le vendite di prodotti assicurativi dovranno essere accompagnate da una consulenza professionale onesta.
  • Sarà più facile per gli intermediari esercitare le proprie attività transfrontaliere, favorendo in tal modo l’emergere di un vero mercato interno dei servizi assicurativi.

La terza proposta della Commissione riguarda alcune modifiche alle attuali norme sui fondi d’investimento per continuare a garantire che il marchio OICVM rimanga affidabile assicurando che i doveri e la responsabilità del depositario (l’entità che custodisce le attività) siano chiari ed uniformi in tutta l’UE. Si propone una definizione precisa dei compiti e delle responsabilità dei depositari che agiscono per conto di un fondo OICVM; norme chiare sulle retribuzioni dei gestori degli OICVM; le modalità di remunerazione non dovrebbero incoraggiare assunzioni di rischio eccessive; la politica di remunerazione terrà conto degli interessi a lungo termine degli investitori e del raggiungimento degli obiettivi di investimento degli OICVM; e un’impostazione comune relativa alle sanzioni delle infrazioni principali al quadro giuridico OICVM, introducendo norme comuni sui livelli delle sanzioni amministrative in modo da garantire che queste ultime siano sempre superiori ai potenziali benefici derivanti dalla violazione delle disposizioni.
 
 


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