Siccità, allarme ANBI: fra tre settimane non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Centro-Sud (Foto Pixabay)

Siccità, allarme ANBI: fra tre settimane non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Centro-Sud

La crisi idrica in Italia vede a oggi sovrabbondanza d’acqua a Nord ed emergenza siccità nel Centro-Sud, dove sono a rischio turismo e agricoltura. Allarme ANBI: tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per i campi. Si moltiplicano i razionamenti anche dell’acqua potabile

Tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Centro-Sud Italia. In soli due giorni, fra il 21 e il 22 luglio, in Italia ci sono stati 54 eventi meteorologici estremi fra grandinate anomale, nubifragi, raffiche di vento e trombe d’aria. Le piogge più violente si sono abbattute su Marche e Friuli. Ma indubbiamente la fotografia di questa estate è la siccità che morde sempre più ampie porzioni d’Italia. La Sicilia, che è in crisi idrica da mesi e vede anche Palermo con l’acqua razionata. E tutto il Centro-Sud. Tanto è vero che l’ANBI, l’associazione che rappresenta i Consorzi di bonifica e irrigazione, ha lanciato l’allarme sul “profondo rosso Italia”. Di questo passo fra soli tre settimane non ci sarà l’acqua necessaria per i campi e l’agricoltura di intere regioni.

«L’odierna fotografia dell’Italia idrica – ha detto Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è quella di un Nord sovrabbondante d’acqua e di un CentroSud arso dalla siccità, dove sono a rischio asset economici importanti quali l’agricoltura ed il turismo. Va assunta consapevolezza, ad ogni livello, che il clima è cambiato e che necessita un nuovo modello per il territorio, dove resilienza non può che accompagnarsi con manutenzione, infrastrutture ed innovazione».

La crisi idrica in Italia

Il report dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche traccia la fotografia dettagliata dell’andamento di piogge e siccità in tutte le regioni.

Nel focus l’ANBI segnala, come immagine “più eclatante della settimana”, quella dell’invaso di Occhito, un bacino da 250 milioni di metri cubi d’ acqua, fra le regioni Molise e Puglia, a servizio dell’agricoltura del Tavoliere (noto come “il granaio d’Italia”) e, al contempo, fonte preziosa di risorsa destinata all’uso potabile, immessa nell’Acquedotto Pugliese. In soli 8 giorni ha visto ridursi i propri volumi di oltre 15 milioni di metri cubi.

D’ora in poi, spiega il report, “l’acqua dell’invaso servirà quasi esclusivamente per l’uso potabile, facendo prevedere che, per la metà di Agosto, la Capitanata non avrà più risorsa per irrigare i campi”.

C’è crisi idrica in Abruzzo, dove si è prosciugato il bacino di Penne. “Che l’attuale crisi idrica in Abruzzo sia senza precedenti è dimostrato anche dalle esigue portate delle sorgenti in territori, come quelli ai piedi della Maiella, che mai hanno sofferto per mancanza d’acqua: è il caso – spiega l’ANBI – dell’acquedotto di Capo Vallone o della sorgente Verde, che stanno registrando le portate più basse mai raggiunte e la cui produzione riesce a soddisfare ormai solamente il 75% del fabbisogno per la popolazione di quei territori”.

In Sicilia è emergenza siccità da mesi. L’ANBI evidenzia che a fine giugno le precipitazioni cumulate in 12 mesi sono state in media di 414 mm, cioè un solo millimetro in più rispetto a quanto registrato durante la grande siccità del 2002. In tutta la Sicilia 6 bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile, altri 6 hanno disponibile meno di un milione di metri cubi e 4 meno di due milioni. Dal più recente verbale dell’Autorità di Bacino regionale emerge che Gela non potrà ricevere alcun genere d’irrigazione e questo comprometterà la campagna di semina e di produzione nella Piana. Tutti i comuni della provincia di Caltanissetta stanno subendo riduzioni nella distribuzione idrica, mentre ad Enna l’acqua potabile viene erogata un giorno sì e due no. L’acqua è razionata anche a Palermo.

In Sardegna i territori più in crisi idrica sono le campagne della parte centro-orientale dell’isola: Ogliastra e Nuorese, così come il Sulcis.

Non va meglio per i laghi del centro Italia, che sono sempre più a secco. In Umbria il lago Trasimeno è sempre più asciutto. E sempre sul fronte dei laghi va male anche nel Lazio. Nel lago di Albano l’altezza idrometrica si è ulteriormente ridotta, perdendo 20 centimetri in 3 mesi, nonostante i 78 millimetri di pioggia, caduti ad inizio luglio sul bacino tra i comuni di Rocca di Papa e Castel Gandolfo; calano i livelli dei bacini di Bracciano, che scende a -cm.113 contro -cm.92 del 2023 e quello di Nemi, che in un anno ha perso 56 cm. La portata del fiume Tevere è scesa a mc/s 76,41 mentre la media del periodo dovrebbe attestarsi a circa 130 metri cubi al secondo; cala anche l’Aniene, mentre crescono le portate di Fiora e Velino.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)