Università Plymouth: buste biodegradabili ma ancora integre dopo 3 anni
Biodegradabile ma non troppo. Le buste della spesa etichettate come biodegradabili dopo 27 mesi sono ancora tutte intere a terra, anche se non possono reggere il peso degli oggetti senza sfaldarsi, mentre dopo tre anni in ambiente marino, il sacchetto etichettato come biodegradabile e immerso in mare è ancora integro. Sono i risultati della ricerca dell’Università britannica di Plymouth, pubblicata sulla rivista Environmental Science & Technology “Deterioramento ambientale di buste di plastica biodegradabili, oxo-biodegradabili, compostabili e convenzionali in mare, suolo e aria aperta per un periodo di 3 anni”.
La ricerca è partita dalla considerazione che i sacchetti monouso si stanno accumulando nell’ambiente e che sono state sviluppate varie formulazioni plastiche che dichiarano di deteriorarsi più velocemente o di aver un minor impatto sull’ambiente. Lo studio ha dunque esaminato quattro tipi di materiali diversi, quelli biodegradabili, oxo-biodegradabili, compostabili e i sacchetti di plastica tradizionali in polietilene, per un periodo di 3 anni. Le buste di diverso tipo sono state testate in tre ambienti naturali – all’aperto, sepolte nel terreno e immerse nell’acqua di mare – e in condizioni di laboratorio controllate.
Risultato? In mare il sacchetto compostabile è completamente scomparso entro 3 mesi, ma lo stesso tipo di busta compostabile era ancora presente nel suolo dopo 27 mesi, anche se non riusciva più a reggere alcun peso senza rompersi. Dopo 9 mesi di esposizione all’aria aperta, tutti i materiali si erano disintegrati in frammenti.
I risultati, dicono i ricercatori, mostrano che nessuna delle buste e dei materiali può dimostrare “un sostanziale deterioramento entro 3 anni in tutti gli ambienti”. Aggiungono i ricercatori: “Non è quindi chiaro se le formulazioni oxo-biodegradabili o biodegradabili forniscano tassi di deterioramento sufficientemente avanzati da risultare vantaggiosi nel contesto della riduzione dei rifiuti marini, rispetto ai sacchetti tradizionali”.

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- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
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