Vendite al dettaglio, Consumatori: famiglie spendono di più per comprare di meno (Foto Pixabay)

Vendite al dettaglio, Consumatori: le famiglie spendono di più per comprare di meno

Le famiglie spendono di più per comprare di meno, con un calo che riguarda anche i beni alimentari. I Consumatori e le vendite al dettaglio: i prezzi pesano e cambiano le abitudini delle famiglie, alla ricerca di sconti e promozioni. Federconsumatori: attenzione, aumenta il gioco

Il fattore cruciale è l’andamento delle vendite al dettaglio: aumentano in valore e diminuiscono in volume. Per questo le associazioni dei consumatori continuano a ribadire che si spende di più per comprare di meno. Alimentari compresi.

Le vendite al dettaglio, spiega il Codacons, continuano a crollare, i prezzi pesano come un macigno sulla spesa e cambiano le abitudini delle famiglie che sempre più spesso, non a caso, cercano di risparmiare nei discount – il cui aumento di vendite su base annua è del 9,2%. “Italiani a dieta forzata”, commenta l’Unione Nazionale Consumatori. “Segno evidente delle difficoltà crescenti delle famiglie nel fare i conti con il caro-vita”, dice Federconsumatori. Che punta l’attenzione sull’aumento di un consumo “consolatorio” ma pericoloso: il gioco.

Codacons: le famiglie cambiano abitudini

Caro-prezzi e inflazione hanno un impatto devastante, commenta il Codacons, “con le famiglie che cambiano fortemente le proprie abitudini, acquistando sempre meno ma spendendo sempre di più”.

Il meno 4,8% di vendite in volume, meno 5,4% per gli alimentari, significa, spiega l’associazione, “che, al netto dell’inflazione e considerata la spesa per consumi delle famiglie, gli acquisti calano in volume per complessivi 36,3 miliardi di euro annui, con una minore spesa pari in media a -1.404 euro su base annua a famiglia”.

«I prezzi ancora a livelli elevatissimi per beni primari come alimentari e carrello della spesa incidono sulle vendite al dettaglio e sulle abitudini degli italiani, che si riversano in massa presso i discount alimentari, esercizi che segnano un incremento delle vendite del +9,2% ad aprile», afferma il presidente Carlo Rienzi.

Unc: italiani a dieta forzata

«Gli italiani restano a dieta forzata – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Anche se per una volta su base congiunturale le vendite alimentari vanno meglio di quelle non alimentari, cosa inevitabile dopo mesi di digiuno visto che l’abitudine di mangiare non è ancora tramontata, su base annua prosegue il calo delle vendite alimentari in volume che dura ininterrottamente da gennaio 2022».

«Traducendo in euro il calo dei volumi consumati del 5,4% su aprile 2022, è come se le spese alimentari per una famiglia media fossero scese su base annua di 305 euro a prezzi del 2021 – prosegue Dona – Cifra che sale a 415 euro per una coppia con 2 figli, 375 per una coppia con 1 figlio. Se consideriamo le spese non alimentari la riduzione per una famiglia media è di 708 euro, per un totale di 1013 euro».

Federconsumatori: aumenta il gioco, “consumo consolatorio” ma allarmante

I dati dell’Istat sulle vendite al dettaglio, commenta Federconsumatori, “sono lo specchio di quanto sta avvenendo nel nostro Paese sul fronte degli acquisti e delle rinunce delle famiglie” costrette a consumare meno spendendo di più. Fra le rinunce che l’associazione continua a segnare, c’è una riduzione dei consumi di carne e pesce, la ricerca di offerte, sconti e acquisti prossimi alla scadenza (che ormai coinvolge un cittadino su due), l’aumento degli acquisti nei discount e l’eliminazione di “golosità e piccole eccezioni” che prima si tendeva a concedersi.

Federconsumatori sottolinea però un altro dato: l’aumento della spesa degli italiani per il gioco.

“Allo stesso tempo – dice infatti l’associazione – preoccupa la crescita di alcuni consumi “consolatori”, dettati proprio dalle rinunce e dalla ricerca effimera e illusoria di voglia di rivalsa. Il primo tra questi e sicuramente il più allarmante, è il gioco: la spesa degli italiani per tale voce è stata nel 2022 di 19,6 miliardi di euro, in crescita del 28% rispetto al 2021 (15,4 miliardi di euro). Una tendenza a cui contribuisce anche la sempre maggiore diffusione di piattaforme di gioco online”.


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