
XII Sessione Cncu-Regioni, l’Europa è vicina
Il consumatore italiano deve essere ormai un consumatore europeo se vuole una protezione reale e se vuole fare un salto di qualità; anche perché, a volte, l’Europa non è lontana anzi può essere più vicina di alcune leggi nazionali o regionali. E’ stato questo il succo dell’intervento di Lara Comi, vicepresidente Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento Europeo, alla Sessione programmatica del Cncu-Regioni, che si svolge oggi e domani a Milano. “In un momento di crisi economica è ancora più importante che il consumatore abbia una partecipazione attiva che non si limiti alla tutela ex post, ma si realizzi nella fase precedente”. Lara Comi ha sottolineato il fatto che, ad essere colpiti dalla situazione attuale, siano maggiormente i consumatori, dal semplice cittadino all’imprenditore fino al politico stesso.
Se si parla, ad esempio, dell’innalzamento dell’Iva bisogna rendersi conto che a subire il colpo sono tutti e quindi non è più possibile fare un discorso solo italiano, ma bisogna confrontarsi con gli altri Paesi europei: il consumatore italiano deve avere gli stessi diritti di quello francese e di quello tedesco, quindi si dovrebbe parlare di armonizzazione dell’Iva.
La parlamentare europea ha elencato una serie di “vittorie” che il consumatore ha ottenuto in Europa: dalla direttiva sui diritti dei passeggeri a quella sul ritardo dei pagamenti. A proposito di quest’ultima direttiva Comi ha precisato: “In soli 6 mesi noi siamo riusciti a trovare un accordo tra 27 Paesi diversi. Ma in Italia mancano ancora i decreti attuativi quindi la direttiva non è ancora in vigore a parte alcune Regioni, come la Lombardia, dove i benefici sono stati immediati per il consumatore”. Se i tempi per i pagamenti si riducono (nella sanità e nella Pubblica Amministrazione si arriva ad aspettare anche 1700 giorni) è chiaro che a beneficiarne è tutto il Paese, dall’imprenditore al cittadino, che rende i rapporti pubblico-privato e privato-privato molto più chiari.
L’Europa si sta muovendo anche in direzione della protezione del consumatore, con una direttiva che presto vedrà la luce; ma l’obiettivo fondamentale per le prossime mosse dell’Unione Europea è la tracciabilità. “Tracciabilità che vuol dire carta d’identità di un prodotto – ha precisato Lara Comi – Noi non vogliamo mettere barriere ai prodotti che hanno determinate provenienze, ma vogliamo un’etichetta chiara e semplice affinché il consumatore riesca ad avere tutte le informazioni essenziali sul prodotto in questione”. A tal proposito, nel settore tessile, l’Europa sta pensando ad un microchip all’interno del tessuto che indichi tutte le informazioni sul materiale e sul processo produttivo del capo.
“Non sono favorevole all’attuale Made in – ha aggiunto Comi – Ritengo, infatti, che esso possa distrarre il consumatore dandogli una percezione ingannevole perché un capo Made in potrebbe avere, di italiano, soltanto i bottoni, ad esempio”. Insomma l’Europa vuole un’etichetta semplice e chiara per evitare che il produttore scorretto possa nascondersi dietro di essa. Ulteriori soluzioni di tracciabilità si stanno valutando anche per i prodotti alimentari e per i giocattoli. La sicurezza dei giocattoli è fondamentale perché riguarda la protezione dei bambini e tutti i consumatori dovrebbero essere educati in questo senso; non bastano i controlli e le denunce sporadiche. Il consumatore deve diventare egli stesso il vigile del mercato, colui che può essere di grande aiuto alle autorità nazionali.
Infine, le liberalizzazioni delle vendite promozionali.“Un anno fa – ha ricordato Lara Comi – ho presentato una proposta di legge al Commissario per il mercato interno Barnier che introduceva due date comuni, a livello europeo, per i saldi e poi libertà delle vendita promozionali, come avviene negli altri Paesi. E domani presenteremo una proposta di regolamento sulle norme di standardizzazione e c’è un cambiamento che riguarda proprio le Associazioni dei consumatori che possono partecipare attivamente alla stesura degli standard”.
di Antonella Giordano
