Manovra, nella bozza torna l’Iva al 10% su assorbenti e prodotti per l’infanzia (Foto MART PRODUCTION per Pexels)

Torna la tassazione al 10% su assorbenti e prodotti per l’infanzia. Secondo la bozza della manovra, non sarebbe più prevista l’Iva al 5% sui prodotti per l’infanzia e sulla cosiddetta tampon tax, tassazione che era stata ridotta dalla legge di Bilancio del 2023 approvata lo scorso dicembre.

Nella bozza della nuova manovra, come spiega il Sole 24 Ore, sale il bonus per pagare le rette agli asili nido pubblici e privati: ma il provvedimento è destinato solo ai secondi figli nati dal primo gennaio 2024 in nuclei con già un fratellino under 10 e un tetto Isee di massimo 40.000 euro. “Niente più Iva al 5% però per i prodotti per l’infanzia e per la cosiddetta tampon tax: la bozza della manovra prevede infatti che latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, così come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, passino tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%”, si legge sul Sole 24 Ore.

Quello che colpisce è sicuramente la previsione del ritorno dell’Iva al 10% su prodotti per l’infanzia e prodotti per l’igiene femminile, dopo anni di battaglie combattute all’insegna dello slogan che “il ciclo non è un lusso”. L’imposta sugli assorbenti non compostabili era scesa, dopo molte battaglie, al 5% a fronte di campagne che chiedevano una tassazione ancora più bassa, al 4%.

 

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Codacons: il taglio dell’Iva ha portato risparmi minimi

Per il Codacons il problema di fondo è che il taglio dell’Iva non ha dato i risultati sperati perché la minore tassazione non è stata traslata sui prezzi. “Il taglio dell’Iva dal 10% al 5% su prodotti per l’infanzia e assorbenti ha determinato risparmi minimi per i consumatori, anche a causa dei mancati controlli sui prezzi da parte del Governo”, dice il Codacons davanti alla previsione che latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, così come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, passino tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%.

“La riduzione dell’Iva su assorbenti e generi per l’infanzia, oltre a non interessare l’intera platea di famiglie, non ha avuto gli effetti sperati sulle tasche dei consumatori – dice il Codacons – Questo anche a causa del mancato trasferimento del taglio dell’Iva sui listini al dettaglio, con troppi commercianti che non hanno ridotto i listini al pubblico”. Secondo i calcoli dell’associazione, la riduzione dell’Iva al 5% sugli assorbenti femminili avrebbe portato un risparmio medio di soli 20 centesimi a confezioni; quella sul latte in polvere avrebbe portato a un risparmio compreso fra 84 e i 112 euro annui a famiglia.

Adoc: il Governo si rimangia le promesse

«Il Governo ha un talento straordinario nel rimangiarsi le promesse – commenta invece Anna Rea, presidente di Adoc Nazionale – La scelta di aumentare l’Iva per i prodotti per l’infanzia e gli assorbenti, infatti, va nella direzione opposta a quel che dichiara. Il tema non è portare dal 5% al 10% l’Iva su tali prodotti perché i prezzi non sono diminuiti, anzi sono aumentati, dato che la maggior parte dei commercianti non ha ridotto i listini al pubblico. La ragione va ricercata nella speculazione e nella mancanza di controllo dei prezzi».

Rea sottolinea poi che, in un quadro economico già “disastrato dal caro vita”, «crescere i figli costa: solo per l’acquisto dei pannolini, le famiglie spendono mediamente in un anno 726 euro l’anno a figlio; per gli alimenti per bambini si sono registrati nel corso del 2023 aumenti del 15,2%».

UNC: Iva sui prodotti per infanzia e tampon tax, “siamo alle comiche”

L’Unione Nazionale Consumatori dal canto suo si sofferma anche sul congelamento per altri sei mesi, fino a fine giugno, di plastic e sugar tax, imposte introdotte con la manovra del 2020 e mai entrate in vigore. Il Governo, sempre secondo le bozze in circolazione, sembra infatti intenzionato a congelarle fino a fine giugno 2024.

«Bene, ottima notizia! È di tutta evidenza, infatti, che queste tasse non sarebbero state pagate dalle aziende ma dai consumatori finali. Un aggravio di spesa di cui gli italiani fanno volentieri a meno in questo momento di grave crisi e di prezzi impazziti», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che spiega: «Anche per la tassa sulle bevande zuccherate, che condividiamo, a condizione di non voler fare solo cassa ma di prevedere messaggi educativi sulle confezioni dei prodotti tassati che possano svolgere un’azione educativa sui corretti stili e comportamenti alimentari, non è certo questo il momento di introdurla visto che lo zucchero è in testa da mesi alle top ten rincari».

«Quanto all’Iva sui prodotti dell’infanzia e la tampon tax, siamo alle comiche – conclude Dona – Al di là del fatto che il provvedimento è stato un flop, visto che i commercianti non hanno traslato la riduzione dell’Iva sul prezzo finale, è chiaro che ora invece il rialzo dell’Iva farà aumentare i prezzi».


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