Conto alla rovescia per il Salone del libro di Torino (Fonte immagine salonelibro.it)

Ci siamo quasi, meno di una manciata di giorni e inizia la nuova edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che si svolge dal 9 al 13 maggio come sempre al Lingotto Fiere. Il titolo di quest’anno è Vita immaginaria, e fa un omaggio alla grande scrittrice del ‘900 italiano Natalia Ginzburg (riprendendo il titolo di un suo saggio) e al valore della creatività.

Non è facile, anzi è impossibile, restituire una panoramica della manifestazione, che quest’anno sfiora 2.500 eventi in programma, tra Salone vero e proprio ed eventi collaterali, 137.000 metri quadri espositivi con 51 sale e 800 stand.

Ma quest’anno ci sono alcune novità piuttosto evidenti di cui prendere nota. Dopo sette anni, la direzione del Salone è passata dallo scrittore Nicola Lagioia (che ha gestito il Salone durante la crisi della pandemia, portandolo poi a registrare presenze da record) nelle mani di Annalena Benini, storica giornalista culturale per il quotidiano il Foglio e autrice. Benini lo ha subito detto, voleva portare qualcosa di suo, di diverso, e lo ha fatto sia nell’impostazione della fiera sia nei suoi temi.

Il programma è stato per la prima volta organizzato come un processo informativo, come fosse un giornale, ha detto in varie interviste la nuova direttrice, con una redazione e un flusso di informazione costante. Sette intellettuali noti al grande pubblico (tra cui Melania Mazzucco, Alessandro Piperno, Luciana Litizzetto, Eric Doom) hanno lavorato per sette aree tematiche: romanzo, cinema, arte, editoria, informazione, e poi leggerezza, romance.

Queste aree riflettono non solo l’ampiezza del programma (che si può leggere per intero qui https://www.salonelibro.it/programma-2024.html), ma contengono anche un preciso taglio o sguardo culturale che si è voluto proporre sulla realtà: il legame tra passato e presente, l’importanza del mantenimento della memoria storica e psicologica. Il presente che deve prendere forza dal passato.

In prima linea nella programmazione c’è una riflessione su femminismo e violenza di genere, con il ricordo di grandi donne del presente e del passato, e ancora, il ruolo delle donne nella società, anche qui con un sguardo combinato di passato e presente. Spiega Benini in una intervista su libraio.it che “verrà raccontato il mondo in movimento attraverso la vita e le imprese di scrittrici, filosofe, poete, scienziate che continuano ogni giorno a cambiare la storia con la forza della voce e del talento, e attraverso sguardi sul presente (…)”.

Si inizia con Jennifer Guerra, con il suo libro Il femminismo non è un brand (Einaudi) e Giulia SivieroFare femminismo (Nottetempo), un libro di racconti e storie, ma intessuto di elaborazione teorica. Ci sarà anche Cathy La Torre con Non è normale. Se è violenza non è amore. È reato (Feltrinelli). Guardando alla memoria, diversi gli eventi dedicati a donne del passato, e a parlare di Natalia Ginzburg ci sarà tra gli altri Domenico Scarpa, storico critico letterario e curatore delle sue opere.

Per il presente il focus non poteva che partire dal mondo giovanile. Purtroppo, i giovani sono quelli che più di tutti hanno registrato conseguenze sul fronte psicologico dall’esperienza della pandemia, a livello globale. C’è una diffusa fragilità. E per loro ci saranno moltissime iniziative, tra cui un panel sulla disabilità a cura degli editori Salani e Fandango con Martina Fuga, autrice di Diciotto, e Marina Cuollo, autrice di Viola, e un panel sul disagio giovanile, Affogare in una lacrima. Ascoltare e affrontare la sofferenza delle ragazze e dei ragazzi, in collaborazione con La Tazza Blu, Tutto Annodato, Telefono Amico e la partecipazione del gruppo musicale La Sad e Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta.

La condizione dei minori detenuti è oggetto di Ragazzi Dentro, titolo dell’ultimo report degli istituti penali minorili dell’Associazione Antigone, che sarà presentato dal presidente Patrizio Gonnella con Susanna Marietti, il Cardinal Zuppi e Silvia Avallone.

Il Salone, lo sappiamo è anche internazionale e professionale. Come ogni anno, da Occidente a Oriente sono tantissimi gli autori stranieri che partecipano. L’apertura della Fiera è proprio con la lectio dell’amatissima autrice americana Elizabeth Strout, che racconterà “il suo lento esordio della sua veloce carriera di scrittrice”.

Tra i tanti che ci saranno, segnaliamo lo scrittore di fantascienza coreano Bae Myung-Hoon, mentre dal Giappone arriva per la prima volta in Italia Murata Sayaka. Poi l’autrice Szilvia Molnar, nata a Budapest e trasferitasi in Texas, che con La Nursery (Guanda) è stata inserita tra i 100 migliori libri del 2023 secondo il New York Times. C’è l’amatissimo Ron Rash, scrittore di enorme prestigio negli Stati Uniti, (tradotto da noi grazie a La Nuova Frontiera). Poi l’irlandese Naoise Dolan (Atlantide). Parteciperà anche Mircea Cărtărescu, ora la voce più importante della letteratura romena, pubblicato in Italia dalla casa editrice Voland e poi dal Saggiatore. Sempre dall’est ci sarà Pajtim Statovci, autore nato in Kosovo, poi naturalizzato in Finlandia (tradotto qui con Sellerio). Dalla Turchia parteciperà a questa edizione del Salone anche Orhan Pamuk.

Infine da non dimenticare gli incontri professionali, dedicati a chi lavora, o vorrebbe, nel mondo dell’editoria: traduttori, editor, scouter, commerciali, agenti, redattori. Per tutti c’è l’occasione di ascoltare i professionisti del mercato, prendere appunti e, perché no, aprire dei contatti importanti.


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