Bonus vacanze, i Consumatori: pochi alberghi lo accettano
La fruizione del bonus vacanze è difficoltosa. E i cittadini denunciano alle associazioni dei consumatori che poche strutture turistiche stanno accettando l’agevolazione
Nell’attesa di capire se la misura funzionerà, già ci sono le denunce di chi si è informato: sono poche le strutture turistiche che a oggi accettano il bonus vacanze.
La misura, attiva dal primo luglio, dovrebbe incoraggiare le famiglie ad andare in vacanza in Italia. Ma la fruizione del bonus vacanze risulta ancora incerta. Ci sono i dubbi da parte delle imprese, che hanno bisogno di liquidità e sembrano restie ad adottarlo. E così ci sono le difficoltà che i cittadini hanno cominciato a denunciare alle associazioni dei consumatori: sono poche, dicono, le strutture turistico-alberghiere che accettano il bonus vacanze. Un fattore che era emerso da subito, in effetti.
Federconsumatori: meno della metà accetta il bonus
Secondo un’indagine fatta da Federconsumatori, solo il 46% delle strutture monitorate accetta il bonus vacanze.
«Stiamo ricevendo in questi giorni molte segnalazioni di cittadini che si lamentano del fatto che molte strutture alberghiere non accettano i bonus vacanza istituiti dal Governo per agevolare le famiglie, permettendo loro di usufruire delle ferie estive e per sostenere il settore del turismo in grande difficoltà nel nostro Paese a causa della pandemia», denuncia l’associazione.
L’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha monitorato 370 strutture in tutto il territorio nazionale, nelle principali località turistiche al mare, in montagna, nelle città d’arte, chiedendo se accettassero o meno il bonus. I risultati non sono confortanti.
«Solo il 46% delle strutture interpellate accetta il bonus vacanze, il 35% non lo accetta, il 19% sta ancora decidendo se accettarlo o meno».
Delle strutture monitorate 210 sono alberghi, 110 sono B&B e 50 sono agriturismi. E differiscono per l’accettazione del bonus.
Fra gli hotel, solo il 53% accetta il bonus mentre quasi la metà (44%) non lo accetta. Gli agriturismi sono le strutture che più accettano il bonus: fra quelli monitorati da Federconsumatori, il 60% si è dichiarato disponibile ad accettare tale agevolazione per i soggiorni. Quasi un quarto degli agriturismi, il 24%, è invece incerta e sta ancora decidendo se accettare o meno il bonus. Gli incerti sono invece il 16% fra i B&B: qui solo il 36% delle strutture monitorate ha deciso di accettare il bonus mentre il 45% lo rifiuterà.
Bonus vacanze, cosa fare?
È un quadro «allarmante» per Federconsumatori. «Se da un lato, infatti, è a discrezione dell’esercente la scelta se accettare o meno tale bonus, dall’altra la mancata applicazione dell’agevolazione presso un numero così elevato di strutture rischia di rendere vani gli sforzi che il Governo ha messo in campo per sostenere le famiglie che, a causa della crisi post-covid, saranno costrette in molti casi a rinunciare alle vacanze», dice Emilio Viafora, presidente Federconsumatori.
L’associazione chiede un sforzo congiunto di Governo e associazioni di categoria perché il bonus vacanze diventi «uno strumento strategico» per rilanciare la stagione turistica.
Le idee di Federconsumatori: estendere la fruizione anche attraverso i portali di prenotazione online, perché molte famiglie, per cercare le offerte migliori e per risparmiare, prenotano autonomamente le vacanze approfittando di sconti e offerte online; effettuare accordi per far sì che gli albergatori che accettano il bonus possano disporre immediatamente della liquidità, anche attraverso un coinvolgimento delle banche.
Codacons: strumento difettoso e complicato
Scettico sul funzionamento del bonus è invece il Codacons, che parla di una delusione sia per i consumatori che per gli operatori turistici e di uno strumento «nato difettoso, complicato, e che lascia ampio margine discrezionale agli esercenti, a tutto danno dei consumatori e del turismo».
«Molti consumatori – dice il Codacons – denunciano come le strutture ricettive non accettino l’incentivo nel caso di soggiorni brevi, oppure impongano ingiustificate soglie minime di spesa ai clienti: chi vuole godere del bonus, in sostanza, deve spendere presso l’albergo più del valore del sussidio, altrimenti la prenotazione non viene accettata».