Sicurezza alimentare

Sicurezza alimentare, il nuovo progetto di Enea

Controlli alimentari e irregolarità riscontrate nel 2019. Tra le principali irregolare etichettatura, carenze igienico sanitarie, contaminazioni e adulterazioni di cibi. Il Ministero della Salute ha pubblicato la lunga lista dei controlli e dei loro esiti. Numeri che fanno paura ma che testimoniano l’impegno per la garanzia di una filiera alimentare sicura per il consumatore.

I controlli effettuati dal Ministero

Ogni anno mediante i Piani Regionali Integrati di controllo ufficiale vengono stabilite le frequenze di campionamento e le tipologie di analisi a cui sottoporre i prodotti alimentari. I controlli alimentari avvengono lungo l’intera filiera, dalla produzione, alla lavorazione, trasformazione, distribuzione, deposito, trasporto, commercio e somministrazione. I laboratori ufficiali sono quelli delle Asl, degli Istituti Zooprofilattici e delle Agenzie regionali e provinciali per l’ambiente. Nel 2019 sono stati prelevati 45.550 campioni di prodotti alimentari e bevande, su cui sono state effettuate 126.590 determinazioni analitiche. Ammontano a 929 gli esiti non conformi, principalmente per le problematiche legati a microorganismi (835) in particolare nei prodotti di origine animale (91,3 %).

Nella ristorazione le principali irregolarità rilevate dai Nas

Sono 31.938 i controlli nel comparto della sicurezza alimentare eseguiti dai Nuclei Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità (Nas). Le verifiche svolte hanno consentito di individuare non conformità per il 37%. Particolari criticità sono state individuate nel settore della ristorazione (44%) e delle farine, pane e pasta (40%).

I controlli alimentari dei Nas

Le infrazioni più ricorrenti hanno riguardato, in ambito penale, i reati di frode in commercio, detenzione e somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione o nocivi e falsità materiale in certificazioni. In ambito amministrativo sono state riscontrate carenze igienico sanitarie, irregolare etichettatura e mancanza di tracciabilità degli alimenti e mancata applicazione dell’autocontrollo alimentare.

Ispettorato Repressione Frodi e l’operazione Global Wine

È il settore vitivinicolo il più controllato dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. In particolare, nel 2019 in questo comparto sono stati effettuati il 37% dei 49.017 controlli totali. Ricordiamo l’operazione “Global Wine”. Si tratta dell’utilizzo fraudolento di uva da tavola trasformata in mosto per la produzione di prodotti vinosi e conseguenti fittizie movimentazioni dalla Puglia alla Sicilia, per giungere, infine, in alcuni stabilimenti 107 emiliani. Qui il mosto era impiegato per la produzione di aceto (anche Aceto Balsamico di Modena) e derivati. Tra le altre irregolarità rilevate ci sono la sofisticazione di prodotti vitivinicoli per annacquamento e/o zuccheraggio, la detenzione di prodotti vitivinicoli “in nero”, non giustificati dalla documentazione ufficiale di cantina.

I controlli alimentari dell'Icqrf
I controlli alimentari dell’Icqrf

Altro comparto nel mirino dell’ICQRF è stato quello oleario con il 14% dei controlli. Tra le principali difformità segnaliamo olio extra vergine di oliva risultato di categoria inferiore all’analisi chimica e/o organolettica, mancata o irregolare indicazione dell’origine geografica. E ancora violazioni delle norme di etichettatura e presentazione degli oli di oliva per omissioni di indicazioni obbligatorie, irregolare utilizzo di indicazioni facoltative, impiego ingannevole della designazione di origine.

L’impegno della Guardia di Finanza nel settore agroalimentare

Nel settore alimentare la Guardia di Finanza è impegnata prioritariamente nel contrasto alle falsificazioni e alle contraffazioni alimentari. Solamente in via incidentale, nella lotta alle sofisticazioni ed alle adulterazioni.
I sequestri più consistenti hanno riguardato i mosti e le uve parzialmente fermentati (circa 680 tonnellate), i generi alimentari (circa 21 tonnellate). Seguono vini e spumanti (oltre 454 mila litri), le bevande alcoliche e analcoliche (quasi 9 mila litri) e i legumi (circa 20 tonnellate).

I controlli alimentari ai confini

Genova, Trieste, Milano Malpensa, Napoli e Salerno sono le unità degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera con maggiore volume di traffico in ingresso. Sono state sottoposte a controlli ufficiali 163.779 partite totali in importazione, di cui due terzi circa sono alimenti di origine non animale e per il restante terzo i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (MOCA). Per quanto riguarda la prima categoria sul 100 % delle partite è stato eseguito il controllo documentale e 103.662 sono le partite controllate. Sono stati effettuati 3.276 campionamenti, di cui 242 hanno riguardato i respingimenti. Nel 2019 le importazioni di materiale a contatto con gli alimenti (MOCA) sono state 60.137 partite, di cui 837 partite sono state campionate.

Gli accertamenti all’importazione di alimenti di origine animale da Paesi terzi sono svolti dai posti di ispezione frontaliera (PIF). Il 100% delle partite è stato sottoposto a controlli documentali e di identità mentre al controllo fisico sono state soggette 19.694 partite, il 3,92%. Sono state 173 le partite riscontrate non conformi di cui 163 non ammesse al mercato UE e 10 richiamate in seguito a esami di laboratorio conoscitivi risultati sfavorevoli.

Chiudiamo l’analisi dei controlli alimentari importati e provenienti dall’estero con l’Agenzia delle Dogane che effettua ispezioni su mangimi, animali, alimenti e bagagli e merci a seguito di passeggeri. In questa ultima categoria nell’anno 2019, 82.6965 sono i controlli  effettuati sui passeggeri internazionali. Di questi, sono risultati non conformi 2.922 controlli nello specifico settore di prodotti alimentari, carni, prodotti a base di carne, latte e prodotti lattiero caseari.

Le allerte comunitarie: la Cina il paese con più notifiche

Nell’anno 2019 sono state trasmesse 4000 notifiche a fronte di 3622 nel 2018, e le 3097 nel 2014. È la Cina il paese ad avere il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (376), seguito da Turchia (336) e Polonia (300).
Tra i contaminanti microbiologici, un elevato numero di notifiche (870) ha riguardato il riscontro della Salmonella. Tra i contaminanti chimici, la maggior parte delle notifiche riguardanti le micotossine si riferisce alla presenza di aflatossine 497, seguite da Ocratossina A.

Nel 2019 il maggior numero di non conformità è stata riscontrata nella frutta secca e semi. Le segnalazioni pervenute sono state 668. La maggior parte dovute a respingimenti al confine di frutta secca contenente micotossine (365), di cui soprattutto aflatossine (356) e ocratossine (9).

Per maggiori informazioni scarica il Rapporto 


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