Da oggi non sarà più possibile offrire servizi e contratti di telefonia e comunicazione con fatturazione diversa dalla cadenza mensile. Trova infatti applicazione il decreto fiscale Dl 148/2017, poi convertito dalla legge 172/2017. La questione naturalmente non è affatto conclusa, perché in ballo ci sono ancora un’istruttoria Antitrust, l’attesa della pronuncia del Tar del Lazio nei confronti della soluzione ipotizzata dall’Agcom dello “sconto in giorni” sulla bolletta e il tema dei rimborsi del pregresso. Senza contare l’ammontare effettivo delle tariffe rimodulate su 12 mensilità da parte degli operatori di tlc.

Si attendono dunque i risultati dell’indagine Antitrust, che vuole accertare l’eventuale esistenza di un’intesa anticoncorrenziale da parte delle aziende di telecomunicazione: nel frattempo l’Autorità garante della concorrenza ha deciso la “sospensione cautelare” degli aumenti e ha adottato “misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”. Un altro appuntamento sarà quello dell’11 aprile, data nella quale è prevista la pronuncia del Tar del Lazio relativa alle misure proposte dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il Tar del Lazio ha infatti accolto la richiesta di sospensiva fatta dagli operatori telefonici in merito alla decisione dell’Agcom che prevedeva, nella vicenda delle bollette a 28 giorni, uno “sconto” da calcolare sulla base dei giorni erosi dalla fatturazione fatta ogni quattro settimane. Presto arriverà però la decisione del Tar perché la trattazione collegiale è il programma per l’11 aprile.

Nel frattempo cosa stanno facendo i principali operatori? Una risposta arriva dalla trasmissione Mi manda Rai Tre, che in una scheda di sintesi ripresa dal Salvagente online sintetizza il comportamento dei principali operatori telefonici. Come scrive il Salvagente online, Tim ha annunciato una riduzione sulle tariffe dello 0,4% rispetto agli aumenti già inseriti in bolletta, quindi a regime, rispetto alle tariffe precedenti al 5 marzo, ci sarà un aumento dell’8,2%.  Wind Tre ha annunciato una politica di aumenti varia a seconda del tipo di opzione attiva e promette nessun aumento per 10 milioni di utenti e un più 5,6% in media per tutti gli altri. Vodafone punta su un nuovo adeguamento sulle nuove bollette a partire da giugno per le ricaricabili e luglio per gli abbonamenti su fisso e mobile: per alcuni contratti gli aumenti saranno di 1,50 euro al mese, per altri 2 euro. Fastweb rimane fermo agli aumenti dell’8,6%, ma dà la possibilità ai vecchi clienti di passare in modo facilitato e senza costi alle nuove tariffe.  

Quali novità arrivano infine dalle associazioni dei consumatori? In attesa delle indagini Antitrust e della pronuncia del Tar del Lazio, Codici “Codici chiederà al Tar del Lazio di rigettare la richiesta di “sospensiva cautelare” fatta dagli operatori telefonici e di rimborsare le somme indebitamente sottratte ai consumatori”. “Ma ricordiamo al consumatore –  afferma Luigi Gabriele, Responsabile Affari Istituzionali Codici – che il consumatore ha un asso nella manica: può scegliere tra gli operatori che non hanno ridotto la fatturazione a 28 giorni (Tiscali e Poste mobile) e tra i numerosi operatori virtuali”.

Il Movimento Consumatori a sua volta fa sapere proprio oggi che è stata accolta una sua azione collettiva e che per il Tribunale di Ivrea la fatturazione a 28 giorni è illegittima.  “Con un’ordinanza cautelare dello scorso 29 marzo il tribunale di Ivrea”, dice il Movimento Consumatori, “ha accolto le domande di MC che aveva richiesto di inibire a Vodafone ogni sistema di fatturazione a 28 giorni per la telefonia fissa e ogni pattuizione contrattuale che consentisse cicli di rinnovo e fatturazione per periodi inferiori al mese o a suoi multipli. Il tribunale ha affermato che le clausole che da giugno 2017 hanno consentito la fatturazione a 28 giorni sono nulle e che l’applicazione di questo sistema è una pratica commerciale scorretta che ha gravemente danneggiato i consumatori. Per queste ragioni ha inibito l’applicazione delle clausole e dei sistemi di rinnovo e fatturazione a 28 giorni, condannando Vodafone a pubblicare il dispositivo dell’ordinanza sull’home page del proprio sito, sui quotidiani La Repubblica, La Stampa e il Corriere della Sera e ad inviare agli abbonati una comunicazione per informarli che la fatturazione a 28 giorni è illegittima, che verrà nuovamente riportata alla cadenza mensile e che hanno diritto alla restituzione delle somme indebitamente corrisposte”.


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