Detersivi per la casa, Altroconsumo: il 65% ha un impatto ambientale negativo
Dall’indagine di Altroconsumo sui detersivi per la casa è emerso che circa il 70% dei prodotti analizzati conteneva almeno un ingrediente rischioso per l’ambiente. Tra i detersivi per lavastoviglie, solo il 35% risulta avere un basso impatto ambientale
L’impatto ambientale dei deterisivi per la casa è uno dei temi maggiormente discussi quando si parla di sostenibilità. Secondo l’associazione Altroconsumo, le persone dovrebbero sì adottare comportamenti più consapevoli quando si tratta di scegliere detersivi e affini, ma per farlo è necessario che le aziende facciano la loro parte, informando correttamente sull’impatto dei loro prodotti e impegnandosi a migliorarne la composizione.
Altroconsumo, all’interno del progetto CLEAN realizzato da Euroconsumers (di cui fanno parte anche i partner DecoProteste in Portogallo, OCU in Spagna e Test-Achats in Belgio), ha realizzato un’indagine su 115 detergenti per stoviglie, fra tradizionali ed ecologici (56 detersivi per lavastoviglie, 59 detersivi per il lavaggio manuale).
Alle prove di efficacia di lavaggio è stata affiancata anche l’analisi della composizione e il relativo impatto ambientale, valutando anche la presenza di dichiarazioni e certificazioni green sulle etichette, che spesso traggono in inganno i consumatori.
Detersivi per la casa, almeno un ingrediente rischioso nel 70% dei casi
In primo luogo, è stata verificata la composizione dei detergenti e la presenza di eventuali sostanze nocive per l’ambiente.
Alcuni dei 115 prodotti analizzati erano caratterizzati da formule piuttosto semplici, 8-15 sostanze diverse, mentre altri sono risultati maggiormente complessi: i lavapiatti a mano possono raggiungere i 24 ingredienti, mentre i detersivi per lavastoviglie anche 35 (aumentando la probabilità di presenza di sostanze nocive).
Circa il 70% dei prodotti analizzati conteneva almeno un ingrediente rischioso per l’ambiente (secondo la classifica Euroconsumers delle sostanze considerate “preoccupanti” in termini di impatto ambientale), tra cui anche sostanze non rilevanti ai fini della performance del detersivo, come profumo, fragranze e coloranti.
Non solo, l’indagine ha rilevato anche la presenza di elementi rischiosi all’interno di ingredienti fondamentali per la composizione del detersivo, come tensioattivi, emulsionanti, regolatori di viscosità, agenti chelanti, antincrostanti, conservanti o stabilizzatori di sbiancanti o ossidanti.
Dall’analisi si conclude, dunque, che dei detersivi per lavastoviglie esaminati, solo il 35% risulta avere un basso impatto ambientale. Ma fra i detersivi per il lavaggio manuale, la situazione migliora, infatti più di 1 su 2 ha prestazioni ambientali buone o molto buone.
Packaging, dichiarazioni ingannevoli da parte dei venditori
Un altro elemento rilevante in tema di impatto ambientale è il packaging. Le confezioni dei prodotti, infatti, contribuiscono alla produzione di grandi quantità di rifiuti di plastica e di cartone e spesso riportano dichiarazioni di sostenibilità fuorvianti o non veritiere, capaci di trarre in inganno i consumatori.
Molte delle confezioni dei prodotti inclusi nello studio non sono completamente riempite dal detergente e non ottimizzano quindi lo spazio di capienza, causando inutili sprechi. Inoltre, molti packaging sono realizzati con materiali non riciclabili o sono caratterizzati della presenza di numerosi colori sulla confezione che ne limitano le possibilità di riciclo.
Alcuni brand – spiega Altroconsumo – hanno risolto questo problema utilizzando confezioni incolore e applicandovi un’etichetta rimovibile.
Detersivi per la casa, claim e informazioni
In un secondo momento sono stati analizzati i claim e le informazioni sulle confezioni dei detersivi, presentati spesso in maniera ingannevole. In totale sono stati rilevati 159 riferimenti all’ambiente distribuiti sui 115 prodotti esaminati: 63 sui detersivi lavastoviglie e 96 su quelli per lavare i piatti a mano.
“La cattiva informazione in merito alla poca sostenibilità di questi prodotti è ancora troppa. Il primo passo verso la riduzione dell’impatto ambientale è una maggiore consapevolezza dei consumatori, ancora troppo spesso ingannati dalle aziende, attraverso dichiarazioni fallaci e dinamiche di comunicazione fuorvianti – ha dichiarato Alberto Pirrone, Direttore Generale di Altroconsumo. – Le persone sono propense a compiere scelte più consapevoli, ma senza gli strumenti adeguati e il contributo delle aziende non è possibile. Risulta quindi fondamentale fornire loro nozioni chiare e comprensibili assicurandogli di potersi fidare delle affermazioni ambientali che vengono fatte dalle marche”.
In molti casi i riferimenti all’impatto ambientale sono risultati esagerati rispetto alla realtà, secondo l’analisi. In particolare è emerso che nei prodotti tradizionali sono presenti per lo più dichiarazioni ambientali inerenti alle qualità degli ingredienti e degli imballaggi. Nei detersivi green sono, invece, presenti anche claim che si riferiscono ai test sugli animali e all’impegno ambientale in generale.
“Per esempio ci sono detersivi che specificano che i tensioattivi utilizzati sono biodegradabili. Essendo però questa una prerogativa di tutti i detersivi – spiega Altroconsumo – non può essere presentata come una qualità che rende il prodotto più green. In altri viene specificato che il detergente non è testato su animali, lasciando intendere che altri detersivi lo siano, quando invece non è possibile. Inoltre, ciò non comporta che il resto degli elementi non siano nocivi”, conclude l’associazione.