Inflazione, UNC: top ten rincari conferma flop Trimestre anti-inflazione

Inflazione, UNC: top ten rincari conferma flop Trimestre anti-inflazione (Foto di ElasticComputeFarm da Pixabay)

L’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat dell’inflazione di novembre resi noti settima scorsa per stilare le top ten dei rincari e dei ribassi mensili, per quanto riguarda i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, ossia quelli maggiormente interessati dal Trimestre anti-inflazione.

Vediamo cosa è emerso.

Inflazione, la top ten dei rialzi mensili alimentari

Per la top ten dei rialzi mensili alimentari, al primo posto la frutta fresca con un aumento del 4,4% su ottobre 2023. Al 2° posto l’olio di oliva con un incremento del 3%. Medaglia di bronzo per gli alimenti per bambini, che in un solo mese balzano del 2,9%.

Al 4° posto il burro (+2,1%), poi pasta sfoglia e brisée (+2%), scque minerali (+1,7%), al settimo posto la pasta (fresca, secca e preparati di pasta) che decolla in appena un mese dell’1,6%. Seguono latte conservato, yogurt e gelati (tutti a +1,1%) e piatti pronti (+1%).

Chiudono la top ten la carne di coniglio e di cavallo e i vegetali secchi, entrambi a +0,9%.

“Questi dati attestano il flop del Trimestre anti-inflazione – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Se, infatti, la frutta fresca era esclusa dai possibili sconti, avendo prezzi troppo volatili e instabili per poter prendere impegni, spicca il 3° posto occupato dagli Alimenti per bambini, +2,9% su ottobre 2023 e addirittura +12,8% su novembre 2022, contro il +11,1% del mese precedente”.

“Un dato che da solo basterebbe a decretare il fallimento del Carrello tricolore – prosegue Dona – visto che i Prodotti per l’infanzia erano gli unici esplicitamente citati negli impegni del Protocollo, che aveva tra i tanti difetti anche quello di non avere un elenco dettagliato dei beni su cui intervenire. Vergognoso poi che la pasta (fresca, secca e preparati di pasta) continui a salire nonostante prezzi oramai astronomici”

I ribassi

Per la classifica dei ribassi mensili, solamente 15 prodotti diminuiscono di prezzo, tutti inseriti nella graduatoria. La maggioranza di questi, però, esattamente 8, stanno scendendo da prima dell’inizio del Trimestre anti-inflazione, ossia prima di ottobre – commenta l’UNC. – Altri 4 sono calati in novembre ma sono saliti in ottobre. Solo 3 iniziano a frenare in ottobre.

Al primo posto dei prodotti virtuosi, l’olio diverso da quello di oliva con una riduzione dell’1,8% rispetto a ottobre 2023, ma che è in flessione congiunturale ininterrottamente dall’agosto del 2022. Al 2° posto lo zucchero, in ribasso dello 0,9% sul mese precedente, la metà rispetto all’olio. In questo caso, però, i prezzi iniziano a diminuire già da settembre. Medaglia di bronzo per le uova con -0,7%, che però segnano una variazione congiunturale negativa da luglio 2023.

Secondo l’analisi dell’UNC, gli unici prezzi che iniziano a diminuire da ottobre sono: patatine fritte, frutti di mare surgelati e vegetali freschi. “Se a questi dati aggiungiamo quello già noto, ossia che nel loro complesso i prodotti alimentari e le bevande analcoliche a novembre sono mediamente rincarati dello dello 0,7% su ottobre, ecco che il fallimento del provvedimento spot del Governo è acclarato – prosegue Dona. – Per questo chiediamo che nella riunione di oggi al Mimit con le associazioni aderenti al Trimestre vi sia una vera svolta“.

“Finora i pochi sconti effettivi ci sono stati, come avevamo previsto, per i prodotti a marchio del distributore. Troppo poco, oltre che utile. Infatti, si è colta l’opportunità mediatica data dall’iniziativa del Governo per spingere su quei prodotti, a danno delle altre marche. Legittimo, oltre che inevitabile, visto che la tempistica decisa dal Governo non consentiva di coinvolgere seriamente tutta la filiera. Ora però – conclude Dona – serve che almeno per Natale si vada seriamente incontro alle esigenze delle famiglie con sconti seri e offerte sottocosto per tutti beni di più largo consumo“.


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