Legambiente, confermato il gruppo dirigente. “La transizione ecologica va fatta bene e velocemente”
Legambiente a congresso conferma il gruppo dirigente. E spiega: “La transizione ecologica va fatta bene e velocemente. Il nucleare è una forma di produzione elettrica in via di estinzione”
«La transizione ecologica deve essere fatta bene e velocemente». Così Stefano Ciafani, riconfermato alla guida di Legambiente insieme al gruppo dirigente durante il congresso nazionale che si è concluso ieri a Roma. Ciafani è stato confermato alla guida di Legambiente per i prossimi 4 anni. Insieme a lui anche Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Nunzio Cirino Groccia, amministratore, Serena Carpentieri, vicedirettrice, e Vanessa Pallucchi vicepresidente. L’intero gruppo dirigente è stato rieletto ieri pomeriggio nell’ultima giornata del XII Congresso nazionale di Legambiente dal titolo “L’Italia in Cantiere”.
Legambiente e la transizione ecologica
Legambiente, informa una nota, lavorerà nei prossimi anni per consolidare i dieci pilastri della transizione ecologica made in Italy (rivoluzione energetica; economia circolare; mobilità sostenibile; agroecologia; inquinamento e riconversione industriale; adattamento alla crisi climatica; rigenerazione urbana e periferie; giovani, università e scuola; aree protette e biodiversità; lotta all’illegalità) con i 30 obiettivi definiti dai gruppi di lavoro del Congresso.
Proseguirà nei prossimi 4 anni la campagna itinerante “I cantieri della transizione ecologica” con cui Legambiente sino ad ora ha mappato in Italia 112 impianti, progetti e buone pratiche che coniugano già innovazione e sostenibilità. In vista delle prossime elezioni europee del giugno 2024, Legambiente ha inoltre annunciato che si impegnerà a sostegno di un “Nuovo Green Deal Europeo”, in grado di coniugare ambiziose politiche di coesione sociale, in sinergia con altrettanto ambiziose politiche ambientali, climatiche ed energetiche.
“La transizione ecologica va fatta bene e velocemente”
«Nella lotta alla crisi climatica – ha detto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -vincere lentamente equivale a perdere, e oggi ci sono ancora troppi rallentatori che pongono ostacoli. L’Italia questa sfida epocale la deve vincere spingendo il piede sull’acceleratore, per questo la transizione ecologica deve essere fatta bene e velocemente, come fanno già i protagonisti della nostra campagna sui cantieri della transizione ecologica. Serve una nuova stagione di riforme ambientali, politiche climatiche più coraggiose, a partire dalla graduale dismissione delle fonti fossili come abbiamo ribadito nei giorni scorsi con la manifestazione in nome del clima organizzata sotto la sede dell’ENI, all’Eur. L’Italia non perda altro tempo, lavori sulle priorità ambientali che servono per accelerare il processo di decarbonizzazione. Ce lo chiede il Pianeta, lo evidenziano i bilanci di famiglie e aziende, ce lo impone la crisi climatica che avanza in modo drammatico anche nel nostro Paese. Nei prossimi anni la nostra associazione svolgerà il ruolo di capocantiere insieme alle istituzioni, alle imprese, al mondo del lavoro, della ricerca e dei media e delle associazioni più coraggiose e coerenti, per completare la rivoluzione della decarbonizzazione italiana».
Nucleare, scelta in via di estinzione
Il messaggio che Legambiente ha inviato al Governo Meloni è che “la transizione ecologica deve essere fatta bene e velocemente. Surreale e insensato – afferma l’associazione – parlare di Piano Mattei, ritorno del nucleare e Ponte sullo stretto di Messina. Il paese ha bisogno di risposte immediate e convenienti per cittadini e aziende: serve un Piano Bergoglio per l’Africa seguendo quanto detto dal Papa sulla lotta planetaria alla crisi climatica, occorre far diventare l’Italia un hub europeo delle rinnovabili velocizzando iter, diffusione e realizzazione degli impianti a fonti pulite, occorre mettere in pratica un piano nazionale per l’innovazione produttiva in tutti i settori e per l’economia circolare, realizzando mille nuovi impianti di riciclo sul territorio”.
L’associazione chiede poi di approvare le riforme legislative che mancano all’appello, come la legge contro il consumo di suolo e per la rigenerazione urbana, i decreti attuativi su rinnovabili e su agricoltura biologica, le norme per una lotta più efficace contro l’abusivismo edilizio, per l’inserimento dei delitti agroalimentari e contro gli animali nel Codice penale.
Ci sono parole anche per il nucleare, tornato alla ribalta anche col summit Cop28 di Dubai in relazione alla lotta alla crisi climatica. Roberto Cingolani, ex ministro dell’Ambiente, ora amministratore delegato del gruppo Leonardo, ha detto al Corriere della Sera: “La generazione energetica con l’atomo produce pochi grammi di CO2 per ogni unità di energia, molto meno persino rispetto alle fonti rinnovabili nel loro ciclo di vita. Secondo me è una scelta molto sana per il futuro dell’umanità. Naturalmente si deve investire su tecnologie di ultima generazione della fissione, non certo quelle vecchie che sono più complesse e più costose».
Sulla questione nucleare come una scelta per il futuro, Legambiente rivendica invece che “il nucleare è una forma di produzione elettrica in via di estinzione a causa dei tradizionali problemi irrisolti e degli elevatissimi costi che l’hanno estromessa dal mercato a livello mondiale, come ci indicano chiaramente tutti i dati anche di fonte industriale. L’unica cosa da fare con urgenza è realizzare il deposito unico per lo smaltimento definitivo delle scorie a media e bassa attività, restando dentro al percorso della Carta nazionale delle aree idonee, senza colpi di mano o autocandidature, mentre quelle poche volumetrie ad alta attività possono essere smaltite nel deposito internazionale previsto dalla direttiva europea”.