Pasqua e Coronavirus, festa blindata e perdite per turismo e imprese
Pasqua e Coronavirus, sull’orlo del crack sono alberghi, ristoranti e agriturismi; soffrono le aziende produttrici di uova di cioccolato e colombe; speculazioni sul web
Pasqua è alle porte e, possiamo starne certi, quest’anno la ricorderemo. Niente gite fuori porta, niente pic-nic al mare o nei parchi, niente viaggetti lampo per staccare un po’. Il Coronavirus ci obbligherà ad un sacrificio necessario ma doloroso che costerà molto a tutti, dalle imprese del turismo, a quelle dell’agroalimentare, passando naturalmente per i cittadini comuni.
Pasqua e Coronavirus, perdite per il turismo
Una stima di Coldiretti rileva che per il solo sistema turistico, le perdite saranno di circa 6 miliardi di euro. Lo stop agli spostamenti verso parenti, amici, vacanze o gite fuori porta interesserà 20 milioni di italiani che l’anno scorso erano usciti di casa per Pasqua.
Un conto salato che colpisce un sistema già in grande difficoltà dopo settimane di chiusura.
Sull’orlo del crack sono alberghi, ristoranti ma anche i 23mila agriturismi presenti in Italia per i quali la Pasqua segna tradizionalmente l’inizio della stagione turistica.
Si fa festa a casa
Dovendo rispettare le norme stabilite dal Governo per arginare il contagio da Coronavirus, gli italiani riorganizzeranno pranzi e pic-pic tra le mura domestiche. Via libera, quindi, a ricette della tradizione e dolci fatti in casa che fanno impennare del 45% le vendite di uova (vere).
Una tendenza che si accentua con l’avvicinarsi della settimana Santa durante la quale saranno ben oltre 400 milioni le uova “ruspanti” consumate secondo tradizione sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o utilizzate in ricette tradizionali o in prodotti artigianali e industriali.
Colombe e uova di Pasqua, vendite in calo
Colano a picco invece le vendite delle uova di cioccolato e le Colombe restano a praticamente a terra. A testimoniare l’attuale criticità commerciale sono gli stessi produttori del comparto che stimano vendite in ribasso tra 20 e il 40% sulla base delle consegne già effettuate e ordini annullati.
Tra i problemi maggiormente registrati – denunciano i titolari di azienda, l’altissima rotazione dei prodotti nei supermercati e ipermercati dovuto al Covid-19 che ha intasato – si sostiene – la logistica.
A questo si aggiunge – dicono ancora le imprese – la poca visibilità data al prodotto in questo momento, la chiusura di bar e negozi specializzati e il problema di collocazione nei supermercati relativo allo spazio finalizzato a garantire distanza sociale visto che il prodotto è posto su bancali.
Online prezzi alle stelle
Il controaltare delle vendite di uova di cioccolato e colombe nei supermercati è rappresentato dalle vendite online, dove, pare, i prezzi abbiano raggiunto livelli record.
A denunciarlo il Codacons, che ha svolto un monitoraggio sui listini dei tipici prodotti dolciari legati alla festività.
Oggi ad esempio un uovo di Pasqua della Kinder nel formato più grande da 320 gr viene venduto su Amazon a 55,99 euro, quando il suo prezzo normalmente è attorno ai 18 euro, con un abnorme incremento del +230% rispetto ai listini medi – spiega l’associazione – Il formato classico da 150 grammi, invece, è proposto al pubblico a 31,90 euro, a fronte di un prezzo che in genere non supera i 10 euro (+219%).
Non va meglio per la classica colomba: quella Bauli, ad esempio, è venduta sul web a 19,90 euro; la colomba prodotta da Motta a 19,22 euro, mentre per la marca “Tre Marie” il prezzo raggiunge i 24,50 euro a confezione, nonostante nei supermercati una colomba industriale costi mediamente 7,00 euro, prezzo che può scendere a 3,00 euro con sconti e promozioni – aggiunge il Codacons.
“Si tratta di una evidente speculazione tesa a lucrare su chi, in questo periodo di emergenza, sceglie di acquistare sul web prodotti alimentari e beni tipici della Pasqua – afferma il presidente Carlo Rienzi – Chiediamo a Polizia Postale, Nas e Guardia di Finanza di tenere alta la guardia e di oscurare le pagine che realizzano speculazioni sulla pelle dei consumatori, indagando i responsabili e le piattaforme che ospitano le inserzioni”.