Vendite piramidali, l’Antitrust multa Starlife per 850 mila euro
L’Antitrust multa Starlife per 850 mila per il sistema di commercializzazione basato su vendite piramidali
Vendite piramidali basate sul reclutamento dei consumatori. Dove il guadagno arriva dall’inserimento nel network di nuovi consumatori e da questo dipendono tutta una serie di benefici.
Con questa motivazione l’Antitrust ha multato in solido la società Starlife Italia (ora Newcar Europe) e la società ceca Starlife SRO con una sanzione da 850 mila euro. Le società erano attive, fra l’altro, nella vendita di integratori non registrati nell’apposito elenco del Ministero della Salute.
«Starlife SRO e Starlife Italia – scrive l’Antitrust nell’ultimo bollettino – appaiono dunque aver istituito e promosso un sistema di commercializzazione dei prodotti Starlife con caratteristiche piramidali nel quale il professionista guadagna principalmente dall’inserimento di nuovi consumatori e dagli acquisti del prodotto da essi direttamente effettuati e dove lo sforzo promozionale è rivolto al continuo inserimento di nuovi consumatori aderenti in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi minimi necessari per accedere ai benefici promessi dal professionista».
Vendita basata sul reclutamento dei consumatori
Il procedimento è stato avviato dopo le denunce arrivate dai Carabinieri del Nas di Padova e da un consumatore.
Riguarda i comportamenti di Starlife Italia e Starlife SRO, ovvero la «promozione, tramite un sistema di vendita a carattere piramidale, di prodotti di vario genere, fra cui anche integratori alimentari che, allo stato, non risultano inseriti nell’apposito registro del Ministero della Salute italiano, fatta eccezione per l’integratore denominato “Oregano Star”».
Le due società hanno realizzato in Italia un sistema di vendita dei prodotti Starlife basato sul reclutamento di consumatori, incentivati a costruire un proprio network di clienti. Il reclutamento di nuovi consumatori è collegato inoltre a una serie di vantaggi economici. Fra questi c’era la possibilità di noleggiare autovetture a costi particolarmente convenienti.
L’architettura del sistema è tale che il consumatore aderente deve far entrare a sua volta altri consumatori.
«Il programma Starlife prevede che il consumatore che si iscrive al network debba acquistare prodotti Starlife per un valore di 200 euro – prosegue l’Antitrust – Se il consumatore in questione riesce a far iscrivere, entro un certo arco di tempo, altre tre persone– ognuna delle quali dovrà acquistare a sua volta 200 euro di prodotti Starlife – gli verrà retrocesso parte di quanto versato da questi ultimi, in modo da recuperare quasi interamente quanto speso per il proprio primo ordine. A loro volta, le tre persone potranno far iscrivere altre persone al network, recuperando la spesa iniziale».
Il sistema piramidale
La pratica commerciale scorretta consiste dunque nel sistema di commercializzazione dei prodotti Starlife. Questo, spiega l’Antitrust, ha «elementi tipici dei sistemi piramidali».
Prima di tutto, l’adesione al sistema viene promosso con ampio riferimento ai guadagni e ai vantaggi non monetari che si possono realizzare, senza spiegare i meccanismi di calcolo dei benefici.
In seconda battuta, «il sistema è strutturato in modo tale da incentivare il reclutamento di nuovi consumatori, in quanto i compensi promessi e la possibilità di noleggiare un’auto a lungo termine ad un costo competitivo dipendono in larga misura dalla dimensione della rete originata dal consumatore-sponsor».
L’adesione al sistema comporta l’obbligo di un primo ordine di prodotti Starlife per un importo significativo e l’effettuazione di un ordine minimo mensile.
La persona può recuperare quanto pagato e avere risparmi negli acquisti successivi se diventa «sponsor di altri consumatori invitati ad entrare nel network». Il reclutamento di nuovi consumatori è inoltre fondamentale per accedere al noleggio auto a prezzi competitivi.
Integratori non registrati
Bisogna poi aggiungere che gli integratori commercializzati (tranne uno) non sono registrati nell’apposito elenco del Ministero della Salute. Le società, spiega dunque l’Antitrust, generano nei consumatori «l’erronea convinzione che la commercializzazione e/o il consumo degli integratori elencati nelle schede intitolate “armonizzatori cellulari” e “alimentazione sportiva” siano leciti nell’ambito del territorio italiano, mentre gli stessi, non risultano allo stato inseriti nell’apposito registro del Ministero della Salute».