L'Agcom lancia un appello per un'informazione responsabile sulla guerra

L'Agcom lancia un appello per un'informazione responsabile sulla guerra

Dall’Agcom arriva un appello per un’informazione responsabile sulla guerra in Ucraina. Il Presidente Giacomo Lasorella e i Commissari dell’Autorità hanno inviato una lettera ai principali operatori dell’informazione in Italia, richiamando l’attenzione sulla tutela dei minori e delle giovani generazioni.

“Dopo i tragici mesi della pandemia, che hanno stravolto le esistenze di tutti, la guerra in Europa rischia di segnare in modo indelebile la vita dei nostri figli – si legge nella lettera diffusa dall’Autorità in una nota. – È necessario aiutare i giovani a conoscere, capire e interpretare la drammaticità della guerra alla luce dei valori di ragione, tolleranza, solidarietà e rispetto della persona umana”.

L’Agcom chiede, dunque, a tutti gli operatori del mondo della comunicazione di utilizzare con attenzione le immagini della guerra, “al fine di non farne un inutile spettacolo”.

Agcom: creare spazi di informazione per i giovani

Si rivolge, in particolare, a tutte le emittenti televisive, chiedendo – anche ai sensi dell’art. 4 della direttiva SMAV – di “assicurare una adeguata informazione sui fatti di attualità al fine di concorrere alla formazione di una opinione pubblica consapevole, conformandosi a criteri di imparzialità, equità, completezza, correttezza e pluralità dei punti di vista”.

“C’è, poi, la necessità di creare per tutti i giovani (e non solo per i minori) spazi di informazione dedicata, che per linguaggi, ritmi e fruibilità, possano essere condivisi anche sulla rete e nei social – prosegue la lettera Agcom. – L’ulteriore sforzo da effettuare che vi chiediamo è quello di dare a questo impegno una pianificazione e una continuità tale da trasformarlo in un appuntamento costante per i ragazzi e anche per le famiglie”.

L’Autorità auspica, quindi, la realizzazione di “sinergie tra i diversi media, coinvolgendo, ove possibile, anche le scuole. I volti noti della Tv, della Rete e le firme prestigiose dei giornali – conclude – dovrebbero essere coinvolti in questa attività di informazione e sensibilizzazione”.
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