
PNRR e sviluppo sostenibile, ASviS: passi avanti ma anche numerose criticità
PNRR e sviluppo sostenibile, ASviS: passi avanti ma anche numerose criticità
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha presentato il Rapporto “Il PNRR e l’Agenda 2030”, che ha analizzato interventi e riforme del Piano secondo i Target dell’Agenda 2030. ASviS: “14 obiettivi non saranno raggiunti”
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo (PNRR) “presenta alcuni passi avanti verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ma contiene anche numerose criticità, che richiedono interventi urgenti e significativi”. È questo, in estrema sintesi, il giudizio illustrato dal Presidente dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) Pierluigi Stefanini, nel corso della presentazione del Rapporto “Il PNRR e l’Agenda 2030”.
Il documento, elaborato da circa 800 esperti espressione delle oltre 300 organizzazioni e reti aderenti all’Alleanza, ha classificato e valutato interventi e riforme del Piano secondo i Target dell’Agenda 2030.
28 obiettivi quantitativi, in gran parte definiti dall’UE, sono stati associati ai Target dell’Agenda 2030 e agli investimenti del PNRR. In questo modo l’analisi valuta il potenziale impatto che gli interventi previsti dal Piano avranno sulla capacità del Paese di raggiungerli (il rapporto completo è disponibile qui).
PNRR, ASviS: 14 obiettivi non saranno raggiunti
Il risultato dell’analisi non è molto confortante, secondo il parere dell’ASviS.
Per due obiettivi – coltivazioni biologiche e tasso di riciclaggio – gli andamenti sono concordi col raggiungimento del Target. Anche per gli obiettivi che riguardano mortalità da malattie non trasmissibili e uscita precoce dal sistema di formazione, l’Italia agisce in modo abbastanza positivo.
Per otto obiettivi invece, il Paese mostra una contraddizione tra il breve e il lungo periodo. E per ben 14 emerge chiaramente che gli obiettivi fissati non saranno raggiunti.
Infine, per quattro punti di primaria importanza – partecipazione alla scuola d’infanzia; efficienza delle reti idriche; disuguaglianza del reddito disponibile; offerta del trasporto pubblico – l’Italia si sta allontanando dagli obiettivi dell’Agenda 2030.
Gli aspetti positivi e i dubbi
Questi gli aspetti positivi rilevati dall’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile:
- le Missioni sono state maggiormente focalizzate per utilizzare meglio le risorse;
- un maggiore sforzo per cogliere appieno la trasversalità dei tre temi: giovani, sud e parità di genere;
- oltre al PNRR sono state contemplate le altre fonti di finanziamento nazionali ed europee;
- sono state aggiunte le riforme della giustizia, della Pubblica Amministrazione, della concorrenza e di semplificazione, come l’ASviS aveva già auspicato nei mesi scorsi.
“Ma adesso – sottolinea l’Asvis – bisognerà vedere come saranno realizzate. E in particolare, in materia di semplificazione delle procedure per investimenti nel settore delle costruzioni, è assolutamente indispensabile che avvengano nel più totale rispetto delle norme di tutela ambientale e dei diritti e della salute dei lavoratori”.
Infine, gli esperti dell’ASviS ritengono che adesso sia più leggibile la nuova Governance multilivello con la cabina di regia a Palazzo Chigi, il coordinamento del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e il coinvolgimento dei ministeri, delle Regioni e delle città.
PNRR, le criticità rilevate dall’ASviS
Non mancano però le criticità.
Nel PNRR sono assenti i riferimenti agli SDGs, gli obiettivi dell’Agenda 2030, che secondo l’ASviS dovrebbero costituire un quadro di riferimento privilegiato, per garantire che le azioni a breve termine siano motivate da obiettivi a lungo termine. L’Alleanza chiede dunque che gli SDGs siano inclusi nella fase di implementazione per ciascun Ministero, Regione, Ente locale.
Fra le altre criticità rilevate:
- la mancanza di molti dettagli degli interventi, non ancora resi pubblici;
- la mancanza di elementi di sistema per la trasformazione del sistema produttivo in linea col Green Deal europeo;
- la mancanza di iniziative per garantire la partecipazione permanente della società civile.
Inoltre – prosegue – le valutazioni macroeconomiche al 2026 sono formulate senza specificare in che modo e a quali condizioni gli investimenti e le riforme previste potranno garantire risultati duraturi nel tempo.
L’ASviS sottolinea, infine, che nonostante le premesse, il Piano non invertirà il trend negativo per molti target dell’Agenda 2030, come il degrado degli ecosistemi e il consumo del suolo.

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