Riaperture, la protesta centri commerciali 11 maggio (Fonte: Confcommercio)

Riaperture, la protesta centri commerciali 11 maggio (Fonte: Confcommercio)

“Bisogna riaprire subito, anche durante i weekend”, questa la richiesta dei 30mila negozi interni ai centri commerciali, che questa mattina hanno protestato abbassando le saracinesche per alcuni minuti. Iniziativa promossa da da Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc–Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione.

“Le attività inserite nei centri commerciali hanno gli stessi problemi di quelle dei centri urbani. Le istanze sul fronte fiscale, delle locazioni, del supporto al credito, devono valere anche per queste attività. Chiediamo dunque di riaprire subito nei fine settimana, già dal prossimo weekend, perché è lì che si concentra il 50% del giro di affari settimanale”, ha sottolineato Enrico Postacchini, membro di Giunta di Confcommercio, a commento dell’iniziativa “Chiudere per riaprire“.

Centri commerciali, Codacons: sì a riaperture ma in sicurezza

“Allo stato attuale la riapertura dei centri commerciali nei weekend appare possibile, a patto che siano rispettate precise condizioni sul fronte della sicurezza e che si applichino misure stringenti”, afferma il Codacons.

“La riapertura – spiega il presidente Carlo Rienzi – deve essere condizionata al rispetto delle misure anti-Covid, attraverso una riduzione della capienza massima dei locali, una gestione dei flussi in entrata, la misurazione della temperatura ai clienti, obbligo di uso della mascherina, distanziamento e controlli costanti contro gli assembramenti”.

La protesta dei parchi divertimento

Anche i parchi divertimento hanno protestato oggi, chiedendo un anticipo sulle riaperture, previste per il primo luglio.

Piazza del Popolo a Roma si è trasformata in palcoscenico per le mascotte e i personaggi dei cartoni animati più amati dai bambini, all’interno della manifestazione organizzata dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani, a favore della riapertura di parchi tematici e acquatici prima dell’1 luglio.

All’evento hanno partecipato tutti i protagonisti del settore, provenienti da ogni parte d’Italia: i parchi del gruppo Costa Edutainment, Leolandia, MagicLand, Mirabilandia, Zoomarine, Gardaland e molti altri ancora.

 

Manifestazione 11 maggio (Fonte: Associazione Parchi Permanenti Italiani)
Manifestazione 11 maggio (Fonte: Associazione Parchi Permanenti Italiani)

Posticipare la riapertura al 1 luglio è profondamente ingiusto, non si spiega veramente perché siamo gli ultimi a riapertura”; “sono due anni che non ce la facciamo più”; “stiamo tutti aspettando un rivoluzione, una ripartenza il più presto possibile, perché noi siamo a casa”, sono i commenti rilasciati al TG3 da alcuni partecipanti alla manifestazione (servizio su RaiPlay).

Oltre duecento lavoratori e artisti,  con il motto “Liberate il Sorriso”, hanno inscenato inoltre un flash-mob a base di musica, palloncini colorati e spettacolo.

Associazione Parchi Permanenti: in bilico 100mila lavoratori

L’anno scorso – spiega l’Associazione Parchi Permanenti Italiani – il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, 5 aziende italiane sono passate sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali.

Oggi gli operatori del settore, circa 230 in totale, registrano in media una perdita tra il 70 e l’80% del fatturato. Mentre, fino al 2019, generavano un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro, quota che saliva a 2 miliardi di euro aggiungendo l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali.

“Ci aspettiamo dal Governo un intervento significativo con l’anticipazione delle aperture e, se non è in grado di supportarci con finanziamenti a fondo perduto, con la concessione di finanziamenti a lungo termine a tasso agevolato, come avviene anche negli altri Paesi”, ha dichiarato in una nota Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (BG).

“100.000 lavoratori, tra occupati fissi e stagionali, diretti e dell’indotto sono in bilico – conclude. – Gli stagionali, inoltre, sono senza sussidi dal 30 aprile. Il Governo deve occuparsi anche di noi”.


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