
Vaccini anti Covid, cosa ne pensano gli utenti? L’indagine di Altroconsumo
Il 52% degli intervistati è pronto a vaccinarsi nel più breve tempo possibile, mentre il 30% dice di volersi vaccinare solamente dopo aver visto gli effetti collaterali sulle persone che lo hanno già fatto e dopo averne verificato la reale efficacia
Gli italiani sono favorevoli ai vaccini anti Covid-19? A questa domanda risponde Altroconsumo, che ha intervistato un campione di circa mille cittadini di età compresa tra i 18 e i 74 anni.
La risposta a questa domanda è Sì. Infatti il 52% è pronto a vaccinarsi nel più breve tempo possibile, mentre il 30% dice di volersi vaccinare solamente dopo aver visto gli effetti collaterali sulle persone che lo hanno già fatto e dopo averne verificato la reale efficacia.
L’8% del campione intervistato non vuole vaccinarsi, mentre il restante 10% dice di non sapere che cosa fare.
Vaccini: sì, no e perché?
Come detto, mentre la maggioranza degli intervistati vorrebbe vaccinarsi prima possibile, il 30% intende vaccinarsi, ma non nell’immediato, per varie ragioni: per via degli effetti collaterali avuti in precedenti esperienze vaccinali, a causa di allergie a molti farmaci e c’è chi, avendo diverse altre patologie, preferisce informarsi bene presso gli specialisti.
Dall’indagine emerge, inoltre, che l’aver avuto un coinvolgimento diretto con il COVID-19 predispone maggiormente le persone a farsi somministrare il vaccino.
Infatti, chi ha perso qualcuno per il COVID-19 è più disposto a vaccinarsi immediatamente (57%) rispetto a chi non ha vissuto questa esperienza, 52%. Mentre tra coloro che hanno un parente o un amico appartenente ad una categoria a rischio, solamente il 6% non si vaccinerebbe. Se invece parenti o amici non fanno parte di categorie a rischio, la percentuale sale al 9%.
Tra coloro che, invece, non vogliono essere vaccinati (del tutto, non immediatamente o che hanno dubbi) il 25% pensa che, a proposito dei vaccini, ci siano degli interessi economici e politici nascosti. La percentuale sale al 57% per quelli assolutamente contrari alla vaccinazione.
Ma le ragioni principali risiedono nella preoccupazione per i possibili effetti collaterali, nel fatto di non appartenere a categorie ad alto rischio e nella mancanza di fiducia verso la validità del processo che ha portato all’approvazione.
E se la vaccinazione fosse obbligatoria?
In questo caso, secondo l’indagine di Altroconsumo, il 5% degli italiani intervistati non accetterebbe la vaccinazione neanche se fosse obbligatoria. Queste le tre ragioni principali:
- Il 62%, di questo 5%, afferma di temere i possibili effetti collaterali.
- Il 30% non si vaccinerebbe perché non appartiene a nessuna categoria ad alto rischio.
- Il 30% dice di non fidarsi del processo di realizzazione/approvazione dei vaccini.
Gli utenti sono informati sui vaccini?
L’Organizzazione ha indagato, inoltre, sulla percezione che gli intervistati hanno nei confronti della loro personale informazione sulla vaccinazione: il 36% degli italiani dichiara di essere complessivamente molto ben informato sul tema, tuttavia, il 19% ha l’impressione di non essere adeguatamente informato o di non esserlo del tutto, in particolare sugli effetti collaterali e sul processo di sviluppo dei vaccini e la loro autorizzazione.
Gli altri aspetti, presi in considerazione per chiedere agli intervistati quanto si sentano informati sul tema, riguardano l’efficacia dei vaccini, sul quale quasi il 41% del campione si ritiene ben informato, e il piano strategico vaccinale, sul quale il 20% si dichiara molto poco informato e l’11% per nulla.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, il 74% dice di essere d’accordo, il 17% non ha un’opinione ben definita mentre il 9% non è d’accordo.
Altroconsumo chiede più trasparenza
“Soltanto un terzo degli intervistati afferma che c’è stata completa trasparenza da parte del Governo e delle case farmaceutiche sui diversi aspetti legati allo sviluppo dei vaccini e sui contratti di fornitura – spiega Altroconsumo. – Un vuoto informativo che non è senza conseguenze”.
“La trasparenza sui contratti – prosegue – è invece fondamentale per rinsaldare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e aumentare la propensione a vaccinarsi”.
