
Biossido di titanio, Efsa: non sicuro come additivo alimentare
Biossido di titanio, Efsa: non sicuro come additivo alimentare
L’Efsa ha aggiornato la sua precedente valutazione di sicurezza sul biossido di titanio come additivo alimentare. Assoutenti chiede al Ministero della Salute di vietarlo subito in tutti gli alimenti commercializzati in Italia
Il biossido di titanio (E171) non è più considerato sicuro, se usato come additivo alimentare. È quanto stabilito dall’Efsa, che ha aggiornato la precedente valutazione di sicurezza su tale additivo (2016), a seguito di una richiesta della Commissione europea nel mese di marzo 2020.
“Non abbiamo potuto escludere problemi di genotossicità a seguito del consumo di particelle di biossido di titanio – spiega il prof. Maged Younes, presidente del gruppo di esperti sugli additivi e aromi alimentari (FAF) dell’EFSA. – Dopo l’ingestione orale, l’assorbimento delle particelle è basso, tuttavia queste possono accumularsi nell’organismo”.
La valutazione – si legge nella nota – è stata condotta seguendo una metodologia rigorosa e prendendo in considerazione diverse migliaia di studi emersi dopo la precedente valutazione del 2016, comprese nuove evidenze scientifiche e dati sulle nanoparticelle.
L’Efsa, precisa l’Autorità, non sta vietando l’E171, il suo ruolo era limitato alla valutazione dei rischi legati al suo uso come additivo alimentare. Ma la consulenza sarà utilizzata dai gestori del rischio (Commissione europea, Stati membri) come base scientifica di eventuali decisioni da assumere in materia di regolamentazione.
Cos’è il biossido di titanio?
Il biossido di titanio – spiega l’Autorità – è utilizzato come colorante alimentare (E171), autorizzato nell’UE in base all’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008.
Come per tutti i coloranti alimentari, la sua funzione è quella di rendere il cibo visivamente più accattivante, di dare colore a cibi che altrimenti sarebbero incolori o di ripristinare l’aspetto originale del cibo. E si trova principalmente in prodotti da forno, zuppe, brodi, salse, insalate, creme spalmabili.
Il biossido di titanio è presente anche in cosmetici, vernici e medicinali.

Assoutenti: vietarlo subito in tutti gli alimenti commercializzati in Italia
A seguito della decisione dell’Efsa, Assoutenti chiede l’intervento del Ministero della salute, a tutela della salute dei cittadini.
“L’Autorità Europea ha evidenziato il rischio che la sostanza sia genotossica e possa essere assorbita dall’organismo – spiega il presidente Furio Truzzi. – Un potenziale pericolo per la salute umana che, in base al principio di precauzione, deve portare le istituzioni italiane a misure atte a garantire la sicurezza alimentare”.
“Per tale motivo chiediamo al Ministero della salute di vietare da subito la commercializzazione in Italia di prodotti come dolci e caramelle, prodotti da forno, brodi e salse destinati al consumo umano e che contengano al loro interno biossido di titanio”, conclude Truzzi.
Unc: passo avanti per la sicurezza dei consumatori
“Bene che l’Efsa abbia aggiornato il suo parere sul biossido di titanio, ritenendo non sicuro il suo utilizzo. È un passo avanti molto importante per la tutela della salute dei consumatori”, afferma Agostino Macrì, responsabile dell’Area sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Il suo impiego aveva già sollevato molti dubbi sulla sua sicurezza. Non possiamo che concordare con questa opinione e ora confidiamo che la Commissione europea decida al più presto per la sua sospensione“, conclude Macrì.
Secondo quanto si apprende da fonti stampa, la Commissione europea dovrebbe proporre agli Stati membri il ritiro dell’E171 dall’elenco degli additivi alimentari consentiti dall’Unione. Notizia accolta con favore da UNC.
“Speriamo che i tempi siano brevi e che tutti gli Stati membri non pongano ostacoli al ritiro del biossido di titanio dall’elenco degli additivi alimentari – afferma Agostino Macrì. – Non vorremmo che il periodo di transizione fosse troppo lungo”.

Scrive per noi

- Mi sono laureata in Scienze Internazionali con una tesi sulle politiche del lavoro e la questione sindacale in Cina, a conclusione di un percorso di studi che ho scelto spinta dal mio forte interesse per i diritti umani e per le tematiche sociali. Mi sono avvicinata al mondo consumerista e della tutela del cittadino nel 2015 grazie al Servizio Civile. Ho avuto così modo di occuparmi di argomenti diversi, dall'ambiente alla cybersecurity e tutto ciò che riguarda i diritti del consumatore. Coltivo da anni la passione per i media e il giornalismo e mi piace tenermi sempre aggiornata sui nuovi mezzi di comunicazione. Una parte della mia vita, professionale e non, è dedicata al teatro e al cinema.
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