Cibo e fame, WFP: azioni preventive e investimenti eviterebbero crisi alimentari
La fame cronica sta aumentando nel mondo e le crisi alimentari si stanno espandendo e intensificando. Un nuovo rapporto dell’agenzia ONU World Food Programme (WFP), World Food Assistance: Preventing Food Crises, prende in esame queste crisi, le loro cause, cosa determina la loro ampiezza e come possono essere prevenute.
Tra i punti più importanti presentati nel rapporto, c’è l’enorme quantità di fondi per coprire i costi dell’assistenza umanitaria che potrebbero essere risparmiati con delle azioni preventive. Porre termine ai conflitti – una delle principali cause della fame – potrebbe ridurre i costi dell’assistenza alimentare fino al 50% ogni anno.
Un punto percentuale di aumento nel livello di pace e stabilità, nelle misurazioni della Banca Mondiale, conosciute come Index of Political Stability and Absence of Violence, potrebbe far risparmiare circa 3 miliardi di dollari (base dati del 2016). In termini pratici, significherebbe che, per esempio, in Siria, il WFP risparmierebbe 300 milioni di dollari all’anno, in Yemen sarebbero 205 milioni di dollari e in Somalia 85 milioni di dollari.
“È fondamentale porre fine ai conflitti”, ha detto il Capo dei Sistemi Alimentari del WFP, Steven Omamo, che ha ideato il rapporto. “Tuttavia, per prevenire le crisi alimentari c’è anche bisogno di investimenti a lungo termine nell’istruzione e nelle infrastrutture oltre che di crescita economica. Aumenti del reddito pro-capite aiutano i paesi a limitare l’entità delle crisi alimentari, mentre anche i paesi a basso reddito possono prevenire le crisi con questi investimenti”.
Se il mondo dovesse trovare una soluzione a tutte le cause delle crisi alimentari – non solo i conflitti ma shock climatici, fame cronica e malnutrizione, sistemi alimentari fallaci e malfunzionanti e strutture politiche, sociali ed economiche imperfette – le spese annuali del WFP in assistenza alimentare si ridurrebbero di oltre 5 miliardi di dollari. In altre parole, non ci sarebbe più, virtualmente, la necessità di assistenza alimentare e i fondi risparmiati potrebbero essere usati per iniziative di sviluppo a lungo termine al fine di migliorare la vita dei più vulnerabili.