Senato approva il ddl su carne “coltivata”, OIPA: penalizzata la ricerca cruelty-free
Il disegno di legge passa alla Camera. Per l’OIPA la carne “coltivata” rappresenta “un’alternativa etica alla produzione di carne che può andare incontro a chi ancora non ha abbracciato la scelta vegetariana o vegana”
Il Senato ha approvato il disegno di legge in materia di carne “coltivata”, che stabilisce il “divieto di produzione, utilizzo, immissione sul mercato ed importazione di alimenti e mangimi sintetici“. Il provvedimento passa, quindi, alla Camera.
“Il diritto di precauzione ci permette di normare e di dire che, finché non c’è certezza della salubrità di un alimento, non viene commercializzato e importato in questa Nazione”, ha sottolineato il ministro Lollobrigida, che ha aggiunto che il ddl non vieta la ricerca.
Come spiegato in una nota del Masaf, “sono previste sanzioni amministrative e interdittive in caso di violazione da un minimo di € 10.000,00 ad un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, nonché la confisca del prodotto illecito. L’applicabilità delle sanzioni è estesa a chiunque abbia finanziato, promosso, agevolato in qualunque modo le condotte illecite”.
“Inoltre vengono previste ulteriori sanzioni amministrative interdittive, che intervengono sulla possibilità di svolgere attività di impresa, inibendo l’accesso a contributi, finanziamenti o mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o dell’Unione europea per lo svolgimento di attività imprenditoriali, nonché prevedendo la chiusura dello stabilimento di produzione per un periodo di tre anni”.
Carne “coltivata”, OIPA: ddl ideologico
“Il disegno di legge sulla “carne in vitro”, approvato oggi dal Senato, vieta qualcosa che non c’è ed è l’ennesimo segnale di un Governo sempre più sottomesso alla volontà delle categorie che lucrano sulla pelle degli animali e che non ascolta le istanze di altri portatori d’interesse – come le associazioni che tutelano gli animali e il loro benessere – mai convocati ai tavoli, sempre ignorati anche nelle loro proposte”, così l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).
“Dal punto di vista del benessere animale, la carne coltivata è un’alternativa etica alla produzione di carne, che comporta mesi o anni di sofferenze in allevamento e che si conclude con l’uccisione degli animali – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. – Anche se la produzione di carne coltivata richiede l’utilizzo di cellule animali, può rappresentare un’alternativa cruelty-free alla produzione di carne, che può andare incontro a chi ancora non ha abbracciato la scelta vegetariana o vegana, che noi comunque auspichiamo».
Per l’OIPA si tratta, quindi, di “un ddl ideologico e fuori dal tempo. In Italia la “carne coltivata” ancora non c’è e, qualora arrivasse il via libera dell’Efsa alla sua commercializzazione, non farebbe altro che mettere in condizione i consumatori italiani di acquisire il prodotto altrove, dove la ricerca cruelty-free va avanti. Tale prodotto offrirebbe una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne: sarebbe un prodotto che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale, tanto più in un contesto di crisi climatica, e la sicurezza alimentare”.