Acqua e siccità, si riduce la disponibilità della risorsa idrica. Le previsioni dell'ISPRA

Acqua e siccità, si riduce la disponibilità della risorsa idrica. Le previsioni dell'ISPRA

Negli ultimi 30 anni (1991-2020) la disponibilità di acqua si è ridotta del 19% rispetto a quello del trentennio 1921-1950, stimato dalla Conferenza Nazionale delle Acque tenutasi nel 1971, e che rappresenta il valore di riferimento storico. È quanto emerge da un’analisi ISPRA, che ha analizzato le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla disponibilità della risorsa idrica e le attuali problematiche legate alla siccità.

Fin dall’inizio dell’anno, la siccità ha interessato l’Italia centro-settentrionale e, in particolare, il distretto idrografico del Fiume Po.

In particolare, le ultime riunioni degli Osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici, a cui l’ISPRA ha partecipato, hanno confermato uno scenario di severità idrica alta per i distretti del Fiume Po, delle Alpi Orientali (ad eccezione del bacino dell’Adige per il quale la severità è media) e dell’Appennino Settentrionale e uno scenario di severità idrica media, con trend in peggioramento, per il distretto dell’Appennino Centrale (con il territorio umbro e parte del sud delle Marche, già in condizioni di severità alta).

Acqua e siccità, le conseguenze dei cambiamenti climatici

Ma quali sono le tendenze e gli impatti a breve, medio e lungo termine dei cambiamenti climatici sul ciclo idrologico e, in particolare, sulla disponibilità di risorsa idrica?

La situazione che emerge dalle prime valutazioni effettuate dall’ISPRA è decisamente poco rassicurante e si prevede, a livello nazionale, una riduzione della disponibilità di risorsa idrica, che va dal 10% nella proiezione a breve termine, nel caso di un approccio di mitigazione aggressivo nella riduzione delle emissioni di gas serra, al 40% (con punte del 90% per il sud Italia) nella proiezione a lungo termine, ipotizzando che la crescita delle emissioni di gas serra mantenga i ritmi attuali.

Inoltre uno studio commissionato dall’UE nel 2007 sul potenziale risparmio idrico in Europa ha stimato che il consumo d’acqua potrebbe aumentare del 16% entro il 2030 in uno scenario «business as usual», mentre l’utilizzo di tecnologie di risparmio idrico in ambito industriale e una migliore gestione dell’irrigazione in ambito agricolo potrebbero ridurre gli sprechi fino a oltre il 43%.

Per quanto riguarda, in particolare, la domanda di acqua in l’Italia, i dati forniti nel database European Environment Information and Observation Network (EIONET) – presi in considerazione da ISPRA – indicano che il prelievo totale medio annuo per l’Italia si aggirerebbe sui 37,7 miliardi di m3; confrontando tale valore dei prelievi con la risorsa idrica media annua disponibile, ne deriva una condizione media nazionale di stress idrico.

 

acqua e siccità

 

Rispetto a una condizione di scarsità idrica, rileva anche il tema delle perdite in rete del servizio di distribuzione dell’acqua potabile. Le statistiche dell’Istat sull’acqua per gli anni 2019-2021 rivelano che nel 2020, nei 109 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, il servizio di distribuzione dell’acqua potabile è stato caratterizzato da perdite in rete dell’ordine del 36%. Questa percentuale – osserva l’ISPRA – si traduce nel fatto che a fronte di un prelievo di 370 litri per abitante al giorno, quelli effettivamente utilizzati sono 236.

Il riutilizzo delle acque reflue in Italia

Secondo quanto emerso dall’indagine “Il riutilizzo delle acque reflue in Italia”, realizzata da Utilitalia, “il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura rappresenta una soluzione per fronteggiare periodi caratterizzati da una forte siccità”.

“Si tratta di un potenziale enorme – 9 miliardi di metri cubi all’anno – che in Italia viene sfruttato solo per il 5% (475 milioni di metri cubi) – afferma Utilitalia. – Oltretutto il regolamento europeo 2020/741 prevede il riuso delle acque da parte degli Stati Membri a partire dal giugno del 2023, e quindi l’Italia deve adeguare velocemente la normativa di riferimento – risalente al 2003 – per incentivare questa pratica”.

Dal campione analizzato da Utilitalia (equivalente a circa 21 milioni di abitanti serviti) è emerso che sono già esistenti e funzionanti 79 impianti per la produzione di acque di riuso con una potenzialità complessiva pari a 1,3 milioni di metri cubi al giorno (475 milioni di metri cubi in un anno). Di contro, l’uso diretto per l’irrigazione attraverso reti dedicate è ancora piuttosto scarso: di questi 79 impianti, solo 16 sono dotati di una specifica rete di trasporto e distribuzione dell’acqua affinata. Mentre l’utilizzo agricolo indiretto, quello che si avvale per lo più di preesistenti canali irrigui, rimane la pratica più diffusa.

Inoltre sono 23 le installazioni per le quali non è stato ancora definito uno specifico utilizzo finale. Altri 24 impianti – prosegue Utilitalia – sono programmati (dovrebbero essere tutti ultimati entro i prossimi 5 anni) e su ulteriori 40 sono in corso studi di fattibilità.

“In un arco di breve-medio periodo, è dunque legittimo attendersi quasi un raddoppio – da 79 a 143 – delle installazioni operative – spiega Utilialia –. Se si considera, inoltre, che in Italia sono attivi 18.140 impianti di depurazione, di cui 7.781 dotati di un trattamento secondario/avanzato che si potrebbero potenziare per renderli idonei alla produzione di acqua affinata per il riuso si comprende che il potenziale sviluppo di questo settore è enorme”.


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Scrive per noi

Francesca Marras
Mi sono laureata in Scienze Internazionali con una tesi sulle politiche del lavoro e la questione sindacale in Cina, a conclusione di un percorso di studi che ho scelto spinta dal mio forte interesse per i diritti umani e per le tematiche sociali. Mi sono avvicinata al mondo consumerista e della tutela del cittadino nel 2015 grazie al Servizio Civile. Ho avuto così modo di occuparmi di argomenti diversi, dall'ambiente alla cybersecurity e tutto ciò che riguarda i diritti del consumatore. Coltivo da anni la passione per i media e il giornalismo e mi piace tenermi sempre aggiornata sui nuovi mezzi di comunicazione. Una parte della mia vita, professionale e non, è dedicata al teatro e al cinema.

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