
Ecomafia 2021, la pandemia non ferma la criminalità ambientale
Ecomafia 2021, la pandemia non ferma la criminalità ambientale
Rapporto Ecomafia 2021: nell’anno della pandemia la criminalità ambientale non si ferma. In Italia quasi 35 mila reati ambientali, in aumento dello 0,6% sul 2019, 4 ogni ora, 95 al giorno
Nell’anno della pandemia c’è un’attività che non si è fermata: l’ecomafia. La criminalità ambientale non ha conosciuto pause né lockdown, tanto è vero che nel 2020 si contano quasi 35 mila reati ambientali accertati, in aumento dello 0,6% rispetto al 2019. È una media di 4 reati ogni ora. In numeri della criminalità ambientale sono quelli raccontati da Legambiente nel dossier Ecomafia 2021 pubblicato oggi.
«Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese».

Ecomafia 2021, la pandemia non ferma i reati ambientali
Nell’anno nero della pandemia l’ecomafia non ha conosciuto pause e non ha risparmiato l’ambiente. Nonostante la flessione dei controlli effettuati (-17% rispetto al 2019) i reati ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), con una media di 4 ogni ora, oltre 95 reati al giorno.
I crudi numeri dicono che aumentano le persone denunciate: 33.620 (+12% rispetto al 2019), le ordinanze di custodia cautelare eseguite sono 329 (+14,2%), i sequestri effettuati sono 11.427 (+25,4%). Cala però il numero complessivo dei controlli, che sono passati da 1.694.093 del 2019 a 1.415.907 del 2020, con una flessione del 17% rispetto al 2019.
Quasi la metà dei reati ambientali si concentra nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa. L’incidenza dei reati ambientali in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria è pari al 46,6% del totale nazionale (sono oltre 16 mila reati nel 2020).
Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro (- 0,9% sul 2019). Crescono gli investimenti a rischio: 11,2 miliardi di euro (+2,6 sul 2019). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. La Lombardia resta la regione con il maggior numeri di arresti.
Preoccupante anche il numero dei comuni commissariati per ecomafia sino a oggi: sono ben 32, dei quali 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021.
L’ecomafia nel 2020 preoccupa anche perché una parte degli illeciti riguarda la violazione di normative legate ad attività delle imprese che, in diversi settori, hanno sospeso la produzione per lockdown.
Attacco all’ambiente
A confermare la pressione sostanzialmente inalterata dell’eco-criminalità nel nostro paese, spiega Legambiente, è anche l’applicazione dei delitti contro l’ambiente, introdotti nel Codice penale dalla legge 68 del 2015: 883 i procedimenti aperti (in leggera flessione rispetto al 2019, quando erano stati 894), con 2.314 soggetti denunciati e 824 arresti. E il numero più alto di procedimenti, ben 477, ha riguardato il delitto di inquinamento ambientale.
Ecomafia 2021 rivela che c’è in atto un vero attacco all’ambiente. Il 2020 è stato un anno da codice rosso per boschi e fauna, spiega Legambiente. Si contano infatti 4.233 reati relativi agli incendi boschivi (+8,1% rispetto al 2019). Sono stati 8.193 gli illeciti contro gli animali, poco meno di uno ogni ora. Da soli, i reati contro la fauna rappresentano il 23,5% del totale dei reati ambientali, con 6.792 persone denunciate, oltre 18 al giorno, 5.327 sequestri effettuati e 33 arresti. E probabilmente si tratta di numeri sottostimati.
La flessione più significativa, probabilmente riconducibile ai periodi di chiusura di molte attività produttive durante i lockdown, è invece quella relativa al ciclo dei rifiuti, che in termini di illeciti accertati registra un -12,7% rispetto al 2019, ma più arresti (+15,2%). Reati in leggera flessione anche nel ciclo del cemento (-0,8%), con una crescita, però, delle persone denunciate (13.083, con un +23,1% rispetto al 2019). Da segnalare che gli abbattimenti degli abusi edilizi sono al palo. Dal 2004 al 2021 sono state emesse 57.250 ordinanze di demolizione, ma ne sono state eseguite solo il 32,9%, con significative differenze tra Nord e Sud.
Nel mondo uccisi 227 ambientalisti
Ecomafia 2021 è dedicato agli attivisti ambientali uccisi in pandemia.
Ai dati sui reati ambientali in italia si affiancano infatti quelli, drammatici, del Global Witness. «In un mondo quasi paralizzato dalla pandemia sono state uccise 227 persone, dalla Colombia alle Filippine, dal Brasile alla Repubblica Democratica del Congo, a causa del loro impegno nella difesa della natura, contro le deforestazioni, le attività estrattive e lo sfruttamento selvaggio delle risorse idriche. Non sono mai state così tante dal 2012, primo anno di pubblicazione del report sugli ambientalisti uccisi nel mondo».

Scrive per noi

- Helpconsumatori è la prima e unica agenzia quotidiana d’informazione sui diritti dei cittadini-consumatori e sull’associazionismo organizzato che li tutela.
Sicurezza stradale2023.09.21Altroconsumo: nel nuovo Codice della Strada assenti misure verso il modello “Città 30”
Servizi2023.09.21Lavoro domestico, Assindatcolf: famiglie in affanno, settore in difficoltà a causa dell’inflazione
Telefonia2023.09.21Teleselling: Fastweb, TIM, Vodafone e WindTre aderiscono al Codice di Condotta AGCOM
Acqua2023.09.21Acqua salata nel comune di Andora, Movimento Consumatori diffida il gestore Rivieracqua S.p.A.