Edilizia, ambientalisti: introdurre un obiettivo minimo di efficienza energetica per l’accesso ai sussidi
Kyoto Club e Legambiente chiedono che gli incentivi nel settore edilizia siano razionalizzati con l’obiettivo di decarbonizzare e contrastare la povertà energetica
Kyoto Club e Legambiente chiedono di introdurre un obiettivo minimo di efficienza energetica per aver accesso a qualunque tipo di sussidio nell’edilizia.
Le due associazioni ambientaliste, nel “Position paper per la revisione degli incentivi e il rilancio del settore dell’edilizia”, pur “dichiarando il proprio sostegno agli strumenti di accesso e facilitazione ai sussidi all’edilizia, affermano che il sistema incentivante italiano dedicato alla riqualificazione energetica degli edifici ha bisogno di essere riformato. In questo contesto – affermano – si chiede che venga attuata una razionalizzazione degli incentivi esistenti, che dovrà garantire un orizzonte applicativo degli strumenti a disposizione stabile nel medio-lungo termine, a beneficio di cittadini e imprese”.
Edilizia, la posizione di Legambiente e Kyoto Club sui sussidi
Secondo il parere espresso da Kyoto Club – partner insieme a Legambiente del progetto “Per la decarbonizzazione: efficienza energetica e riscaldamento degli edifici in Italia” – “gli schemi di incentivazione fiscale sono uno strumento indispensabile per il conseguimento degli ambiziosi obiettivi di autonomia energetica, decarbonizzazione ed efficienza energetica assunti a livello nazionale ed europeo nel settore dell’edilizia. In particolare, il Superbonus 110% ha rappresentato uno dei più fondamentali interventi nel settore edilizio da diversi decenni, in grado di fornire una visione integrale dell’intervento di riqualificazione”.
“Stiamo parlando – spiega – di una misura capace di sostenere i livelli di investimento delle famiglie, soprattutto quelle più precarie, e di incidere profondamente sul processo di decarbonizzazione degli edifici e della messa in sicurezza da un punto di vista sismico. Lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura annunciato dal Governo a fine febbraio e la compressione del Superbonus sono azioni sbagliate ed inaccettabili: in questo modo viene affossato uno tra i provvedimenti essenziali per ridurre i consumi energetici, le emissioni climalteranti del settore edilizio, contrastare la povertà energetica e rilanciare gli investimenti del comparto in chiave green”.
“È necessaria una rimodulazione degli schemi di incentivazione attualmente esistenti, individuando, anche a livello UE adeguati fondi e risorse finanziarie che ne garantiscano la sostenibilità economica – hanno dichiarato Giacomo Pellini, responsabile comunicazione e ufficio stampa di Kyoto Club e Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente Onlus -. Le misure proposte dovranno ridurre l’impatto sui conti pubblici, rispetto a quanto registrato con gli incentivi erogati nel periodo 2014-2021, attuando una più efficiente allocazione delle risorse su interventi davvero meritevoli del sostegno pubblico, con gli obiettivi nobili della decarbonizzazione, del risparmio energetico e del contrasto alla povertà energetica”.
Le richieste delle associazioni ambientaliste
In particolare Legambiente e Kyoto Club ritengono opportuno introdurre: un obiettivo minimo di efficienza energetica del 50% per aver accesso a qualunque tipo di incentivo; la proporzionalità degli incentivi in base all’energia primaria fossile risparmiata e alla messa in sicurezza sismica, attraverso una differenziazione delle aliquote per la detrazione commisurate ai risparmi energetici conseguiti e alle classi sismiche raggiunte; un premio incrementale per le soluzioni che attuano l’elettrificazione dei consumi termici (anche con fotovoltaico), rafforzando gli indirizzi di autonomia energetica e permettendo una maggiore riduzione degli impatti ambientali; l’esclusione delle caldaie a condensazione e di ogni tecnologia inquinante dalle misure di sostegno.
E, ancora, la cessione del credito per i redditi medio bassi e per gli interventi di riqualificazione che consentano di raggiungere le classi energetiche superiori; l’introduzione di un Fondo dedicato alle famiglie a medio e basso reddito per la copertura dei costi non coperti dal sistema incentivante e lo sviluppo di una politica mirata di riqualificazione e rigenerazione urbana delle periferie, in collaborazione con le Amministrazioni comunali e i soggetti gestori del patrimonio edilizio pubblico.