Diritto all’oblio oncologico, l’appello di AIOM al Senato: approvare la legge
AIOM lancia un appello al Senato affinché la legge per il diritto all’oblio oncologico venga approvata senza modifiche
“Chiediamo che il Senato approvi subito la legge per il diritto all’oblio oncologico, senza modifiche per il beneficio di tutti gli ex pazienti”: questo l’appello lanciato da Fondazione AIOM in occasione del convegno nazionale organizzato a Roma.
Il 3 agosto la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la norma per tutelare le persone guarite da un tumore, che oggi in Italia sono più di 1 milione. Nonostante la cartella clinica, però, per la burocrazia continuano a essere considerate malate, con discriminazioni e limitazioni nell’accesso a prestiti bancari e mutui, nelle adozioni e nella partecipazione a concorsi pubblici, ricorda la Fondazione AIOM, che dopo la campagna di comunicazione #iononsonoilmiotumore, si aspetta l’approvazione della legge in Senato.
Diritto all’oblio oncologico, le prossime tappe
“Dopo due anni dal lancio della campagna di comunicazione siamo molto orgogliosi di vedere finalmente nero su bianco il disegno di legge che garantirà il rispetto di un diritto così importante – afferma Giordano Beretta, Presidente Fondazione AIOM –. Ora non resta che attendere che il Senato approvi la norma, ma chiediamo che questo avvenga senza modifiche, perché diversamente i tempi si allungherebbero“.
Successivamente – spiega AIOM – sarà possibile definire, insieme al Ministero della Salute, la differenziazione per tipologia di tumore e per stadio di malattia, con possibilità di diminuire i tempi di attesa per essere considerati guariti. Il limite massimo sarà comunque di 10 anni anche per i tumori con maggiore rischio di recidiva. Sia per gli adulti che per gli under 21, a cui serviranno 5 anni per essere ‘fuori’ dalla malattia, sarà però possibile ridurre i tempi.
La campagna #iononsonoilmiotumore
Come ricordato da Saverio Cinieri, Presidente AIOM, la campagna #iononsonoilmiotumore ha permesso di raccogliere in pochi mesi più di 107mila firme.
“L’Italia – afferma Cinieri – deve seguire l’esempio degli altri Paesi europei e garantire il riconoscimento di questo diritto, che rappresenta una condizione essenziale per il ritorno a una vita dignitosa. Oggi l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica ci permettono di curare e cronicizzare molte più neoplasie rispetto al passato, con conseguente aumento di persone guarite, che meritano di godere della loro vita e della loro salute senza subire discriminazioni”.
“La campagna per il diritto all’oblio oncologico ha coinvolto migliaia di persone, non solo pazienti, perché si tratta di una norma per la quale ognuno di noi ha sentito il desiderio di lottare – conclude Angela Toss, ricercatrice presso l’Unità Complessa di Oncologia dell’AOU di Modena e membro del consiglio di amministrazione di Fondazione AIOM –. Durante le camminate non competitive abbiamo toccato con mano l’urgenza di rispetto e considerazione di chi ha vissuto la malattia ed è pronto a riprendere in mano la propria vita. È inaccettabile che un simile entusiasmo per la guarigione venga soffocato dalle discriminazioni. Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio, Portogallo e Romania hanno già emanato una legge: è arrivato il momento, per l’Italia, di unirsi a loro.”