Il servizio civile universale è legge dello Stato. Il Consiglio dei Ministri del Governo Gentiloni ha infatti licenziato il primo dei decreti legislativi collegato alla legge delega di Riforma del Terzo settore (legge 6 giugno 2016, n. 106) per l’attivazione del Servizio Civile Nazionale. Il provvedimento modifica il sistema del servizio civile nazionale – istituito dalla legge 6 marzo 2001, n. 64 e disciplinato dal decreto legislativo 5 aprile 2002 n.77.

Tra i punti più rilevanti vi è l’individuazione degli Enti di servizio civile universale quali soggetti pubblici e privati che, iscritti presso un apposito Albo, presentano i programmi di intervento e ne curano la realizzazione. Per i giovani operatori volontari viene introdotto un modello flessibile di servizio civile con una durata da modulare in base alle esigenze di vita e di lavoro (otto-dodici mesi) ed è prevista la possibilità di definire criteri per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite dai giovani durante il periodo di servizio. Infine, è definitivamente risolta la questione della partecipazione al servizio civile oltre che dei cittadini dell’Unione europea, anche degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. Particolare attenzione è riservata alle problematiche dei giovani con minori opportunità che avranno maggiori occasioni di partecipazione agli interventi di servizio civile, anche in considerazione della previsione di meccanismi di premialità a favore degli enti che realizzeranno gli interventi con l’impiego di questi giovani.

La notizia dell’attivazione del Servizio Civile Universale è stata accolta con favore dalla Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile. “Si conferma quanto indicato nella prima lettura a novembre 2016 dal Governo Renzi, poi perfezionato con il recepimento di alcuni dei pareri delle Istituzioni, nella continuità politica degli indirizzi sul SCU che avevamo chiesto al Presidente del Consiglio e per cui lo ringraziamo, insieme a tutti coloro che negli ultimi mesi, a cavallo di due Governi, si sono impegnati per ottenere questo risultato”.

Per le organizzazioni si apre una nuova fase nell’accoglienza e nell’inserimento dei giovani nelle attività dell’anno di servizio civile. “È una responsabilità educativa che fa il paio con quella sociale di essere presenti in modo efficace in tutte le situazioni in cui serve una difesa civile e non armata per la coesione, la giustizia, la solidarietà delle nostre comunità”, commentano dalla CNESC.

Segnaliamo tuttavia il “quasi blocco operativo” del Dipartimento Gioventù e SCN: una situazione inedita e anomala per il cui superamento chiediamo l’immediata attivazione del Presidente del Consiglio, sia chiarendo la delega politica per il servizio civile, sia mettendo il Dipartimento nuovamente nella condizione di operare per garantire i compensi mensili ai giovani, i rimborsi alle organizzazioni, per la convocazione della Consulta Nazionale per la programmazione 2017 e per l’esame di provvedimenti fermi da tempo”.


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