Economia delle piattaforme, la Commissione europea avvia consultazione delle parti sociali
L’economia delle piattaforme è un fenomeno in crescita. La pandemia ha accelerato la trasformazione digitale. La Commissione europea avvia la prima fase di una consultazione delle parti sociali per migliorare le condizioni dei lavoratori
L’economia delle piattaforme è un fenomeno in crescita. Viaggiano sulle piattaforme digitali tutta una serie di servizi, dai trasporti alla consegna del cibo e dell’e-commerce, che impiegano lavoratori, fattorini, rider il cui lavoro è organizzato da un algoritmo.
Come tutelare chi lavora attraverso le piattaforme digitali? A questa domanda vuole rispondere la Commissione europea che ha avviato la prima fase di una consultazione sociale per tutelare i lavoratori delle piattaforme digitali.
L’economia delle piattaforme digitali
Le piattaforme di lavoro digitale hanno assunto un ruolo sempre più forte. Dai trasporti al cibo a domicilio. Durante le fasi del lockdown, hanno garantito consegne a domicilio e servizi – dai pacchi ordinati su Amazon alle diverse piattaforme di food delivery. E sempre la fase critica della pandemia ha messo in evidenzia la fragilità e la vulnerabilità dei lavoratori delle piattaforme digitali in termini di protezione sociale, esposizione al contagio, mantenimento del reddito.
La Commissione europea ha avviato oggi la prima fase di una consultazione delle parti sociali europee sul tema di come migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite piattaforme di lavoro digitali.
L’economia delle piattaforme, dice Bruxelles, può offrire opportunità di lavoro e reddito aggiuntivo a chi avrebbe difficoltà a entrare nel mercato tradizionale del lavoro. Ma «alcuni tipi di lavoro tramite piattaforme sono anche associati a condizioni di lavoro precarie, che si manifestano nell’assenza di trasparenza e prevedibilità degli accordi contrattuali, in problemi di salute e sicurezza e nell’insufficiente tutela sociale. Altri problemi collegati al lavoro tramite le piattaforme sono la sua dimensione transfrontaliera e la questione della gestione mediante algoritmi».
È l’algoritmo che decide il lavoro. Che boccia o promuove la “prestazione” del lavoratore. La discussione sui diritti e sull’inquadramento dei lavoratori delle piattaforme è del resto in primo piano, in settori che hanno dimostrato un elevato tasso di sfruttamento dei lavoratori. Poi è arrivata la pandemia.
L’economia delle piattaforme e la crisi del coronavirus
«La crisi del coronavirus ha accelerato la trasformazione digitale e l’espansione dei modelli di attività basati su tali piattaforme nel mercato interno – prosegue Bruxelles – Alcune piattaforme hanno svolto un ruolo importante nel garantire l’accesso ai servizi durante i periodi di lockdown. Al contempo però la crisi sanitaria ha ulteriormente messo in evidenza la situazione vulnerabile di coloro che lavorano nell’economia delle piattaforme, sia in termini di esposizione a rischi per la salute e la sicurezza che di limitatezza delle tutele sociali e delle prestazioni corrispondenti».
L’iniziativa della Commissione mira a raccogliere le opinioni della parti sociali su come migliorare le condizioni di lavoro nell’economia delle piattaforme. La consultazione rimarrà aperta per almeno 6 settimane.
«L’era digitale spalanca le porte a grandi opportunità per le imprese, i consumatori e i cittadini – ha detto la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager – Le piattaforme possono contribuire alla ricerca di un nuovo lavoro e alla sperimentazione di nuove idee imprenditoriali. Allo stesso tempo, dobbiamo garantire che i nostri valori europei siano correttamente integrati nell’economia digitale. Dobbiamo assicurarci che queste nuove forme di lavoro rimangano sostenibili ed eque».