Siti pirata e prodotti falsi, Euipo e Skuola.net: giovani “pirati” crescono
Giovani “pirati” crescono fra prodotti falsi, app “craccate” e condivisione illegale delle password di streaming. Indagine Skuola.Net per l’Euipo
Giovani “pirati” crescono fra prodotti falsi, app “craccate” e condivisione illegale delle password di streaming. Circa un terzo dei giovani ha comprato almeno una volta un prodotto falso – scarpe, vestiti o un accessorio di marca contraffatto. Oltre quattro su dieci hanno fatto lo stesso acquistando cloni dei prodotti tecnologici. E online va anche peggio, con la visione di film pirata o la condivisione delle password per i servizi di streaming. La fotografia emerge da una ricerca fatta da Skuola.net nell’ambito di “No Fake, Be Real”, un’iniziativa sostenuta dall’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale.
Violazioni della proprietà intellettuale, sfida per creatori e aziende
Le violazioni della proprietà intellettuale rappresentano una sfida significativa per creatori, innovatori, e aziende di tutto il mondo. La protezione dei diritti di proprietà intellettuale è fondamentale per favorire l’innovazione, promuovere la crescita economica e preservare il patrimonio culturale.
Un progetto sostenuto dall’Ufficio UE per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) mostra come i prodotti e i servizi che aggirano le leggi sulla tutela del diritto d’autore abbiano presa anche sulle nuove generazioni. La ricerca del portale Skuola.net fa allora il punto sulla diffusione delle violazioni della proprietà intellettuale tra i giovani, intervistando ben 2.500 persone di età compresa tra gli 11 ed i 25 anni.
Giovani “pirati” crescono: violazione della proprietà intellettuale è consuetudine diffusa
La violazione del diritto d’autore è un problema già molto diffuso in Italia, in particolare nel mondo digitale. Con l’aumento dello streaming online, delle piattaforme di condivisione file e dei social media, la riproduzione e la distribuzione non autorizzate di opere protette da copyright sono diventate sempre più diffuse, ponendo sfide a creators, editori e titolari dei diritti. Le statistiche emerse dal progetto hanno rilevato che tra i giovani:
- Ben 2 su 3 guardano film, serie tv o sport tramite siti “pirata”; 1 su 2 condivide fuori dal nucleo famigliare le password dei servizi di streaming; 3 su 10 usano applicazioni e programmi “craccati” per evitare di pagare abbonamenti.
- Anche l’acquisto di prodotti falsi è molto diffuso: 4 su 10 comprano accessori tecnologici “cloni” degli originali, 1 su 3 acquista vestiario di marca contraffatto.
Tre i settori più colpiti: abbigliamento, tech e intrattenimento online
Una delle forme più diffuse di violazione della proprietà intellettuale in Italia è la violazione del marchio. Con i suoi vivaci settori della moda, del design e dei beni di lusso, l’Italia ospita numerosi brand iconici i cui marchi rappresentano risorse preziose nel mercato globale.
Tuttavia, la proliferazione di beni contraffatti, la pirateria online e l’uso non autorizzato dei marchi rappresentano una minaccia significativa per l’integrità e la redditività di questi marchi. Circa 1 ragazzo su 3 (33%) ammette, infatti, di aver comprato almeno una volta un vestito, un paio di scarpe o un accessorio di marca falso. Oltre 4 su 10 (42%) hanno fatto lo stesso con i prodotti tecnologici “cloni” degli originali.
L’attacco al diritto d’autore e alle opere d’ingegno
L’Italia, come molti altri paesi, dispone di solidi quadri giuridici per salvaguardare varie forme di proprietà intellettuale. Molto spesso, ciò che sembra mancare è la piena consapevolezza delle conseguenze di questi comportamenti. Da un lato, infatti, quasi 1 su 3 (31%) cede alla tentazione del risparmio pur cosciente di eventuali possibili conseguenze. Ma è ancora più preoccupante la quota di coloro – 1 su 5, pari al 20% – che non si rendono conto di alimentare sacche di illegalità e di danneggiare allo stesso tempo i fautori di quei contenuti o di quei prodotti tanto amati.
La legge italiana fornisce solide protezioni a tutela dei marchi, consentendo ai proprietari di registrarli presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) e far valere i propri diritti esclusivi contro l’uso non autorizzato da parte di terzi. In caso di violazione del marchio, le parti lese possono ricorrere a rimedi legali quali provvedimenti ingiuntivi, danni e il sequestro o la distruzione dei beni contraffatti attraverso contenziosi civili o procedimenti amministrativi.
La strada verso la soluzione: sensibilizzazione e promozione dei diritti
Negli ultimi anni, anche l’Italia ha adottato misure per contrastare la violazione del diritto d’autore online attraverso riforme legislative e iniziative di cooperazione internazionale. L’implementazione della Direttiva UE sul diritto d’autore, volta a modernizzare le leggi sul diritto d’autore per l’era digitale, ha rafforzato gli sforzi per ritenere le piattaforme online responsabili dell’hosting di contenuti illeciti e per garantire un equo compenso ai titolari dei diritti.
Il terreno su cui impostare un cambio di rotta quindi esiste. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, c’è una metà di giovani (49%) che evita di prendere le scorciatoie di cui si è parlato sinora proprio perché ben conscia che, facendolo, entrerebbe nel circolo vizioso. Per affrontare queste sfide in modo efficace, le parti interessate in Italia devono adottare un approccio articolato che combini tutele legali, soluzioni tecnologiche e campagne di sensibilizzazione pubblica.
Il progetto No Fake, Be Real
Investendo in iniziative di formazione e sensibilizzazione, sensibilizzando sul valore dei diritti di proprietà intellettuale e promuovendo il rispetto per la creatività e l’innovazione, l’Italia può promuovere una cultura di conformità e deterrenza, alimentando al contempo un fiorente ecosistema di innovazione e creatività.
Questo lavoro, come tenta di fare la stessa EUIPO, favorisce la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione nei paesi dell’Unione. Tra questi spicca No Fake, Be Real (https://nofakebereal.skuola.net/) , un progetto didattico che ha lo scopo di coinvolgere le nuove generazioni attorno al concetto di proprietà intellettuale, facendolo nei luoghi che frequentano tutti i giorni, dalle piattaforme online ai banchi di scuola. Puntando sui docenti e mettendo loro a disposizione un kit didattico per sviluppare questi temi nell’ambito delle ore di Educazione civica.
di Aurora Cusumano