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L'Antitrust multa il Salvagente per 25 mila euro

L’Antitrust multa il Salvagente per pratica commerciale scorretta. L’Autorità boccia il Certificato Il Salvagente Zero Truffe, contesta le modalità con cui è stato fatto il test comparativo sull’olio extravergine di oliva nel 2021 e condanna EditorialeNovanta, la società editrice della rivista, a pagare una multa di 25 mila euro.

Il provvedimento dell’Antitrust è stato anticipato venerdì dal Codacons, che si era rivolto all’Antitrust su questo (e altri) test comparativi. E interviene in un settore, quello dei test e delle comparazioni sui prodotti, particolarmente “caldo” per le ripercussioni che queste informazioni hanno sulle aziende chiamate in causa e sulle scelte dei consumatori, dal punto di vista delle attività di marketing (bollini di qualità) fino ad arrivare alle scelte giornalistiche e di informazione.

Vale dunque la pena analizzare nel dettaglio le argomentazioni dell’Antitrust nel provvedimento che ha deciso la sanzione e quelle del Salvagente, che rivendica la bontà della sua informazione e delle sue scelte editoriali.

Il contesto in breve

La segnalazione all’Antitrust è stata fatta da Asslaco (aziende petfood e petcare), Assitol (Associazione italiana industria olearia) e aziende quali Colavita, De Cecco e Coricelli.

Le pratiche sotto esame da parte dell’Antitrust riguardano il Certificato Zero Truffe (che ha un sito dedicato) e un test comparativo sull’olio extravergine di oliva che ha di fatto bocciato 7 oli su 15 analizzati. L’articolo Non è extravergine, pubblicato a maggio 2021, smentiva infatti la classe di extravergine vantata da alcuni oli. Assitol e le aziende olearie hanno però contestato che i test si basavano solo sugli esiti di analisi organolettiche svolte in assenza di contraddittorio e senza ripetizione del panel test, come previsto dalla disciplina comunitaria.

 

 

zerotruffe
L’Antitrust multa il Salvagente per 25 mila euro

 

Le pratiche analizzate dall’Antitrust

Le pratiche sotto esame dell’Antitrust riguardano dunque la presentazione e attuazione dell’iniziativa “Zero Truffe” (reclamizzata sul sito internet https://zerotruffe.it) che comporta il rilascio, alle aziende che ne fanno richiesta, del diritto di utilizzare il bollino “Certificato Il Salvagente Zero Truffe”, sul packaging, che attesterebbe la qualità dei prodotti e la “virtuosità” dell’azienda che li produce.

A questa si affianca l’omissione, dice l’Antitrust, al primo contatto col consumatore, di «informazioni rilevanti circa le qualifiche del professionista, la natura di strumento di marketing del bollino “Certificato Il Salvagente Zero Truffe”, il suo carattere oneroso, le limitazioni sottese al suo rilascio e la metodologia seguita per lo svolgimento delle analisi».

L’altra pratica riguarda l’indagine pubblicata sulla rivista il Salvagente, «suscettibile di orientare le scelte dei consumatori, recante gli esiti di test comparativi condotti su oli di oliva, effettuati applicando una metodologia di analisi non trasparente con riguardo alle modalità di campionamento e non conforme alla normativa tecnica prevista per la realizzazione di test comparativi». Così scrive l’Antitrust sul provvedimento.

Antitrust vs Salvagente, l’istruttoria

L’istruttoria è iniziata a luglio 2021. Per il Certificato ZeroTruffe le contestazioni riguardano l’articolazione e la costruzione dello strumento di marketing. Mentre per quanto riguarda i test sull’olio extravergine di oliva, l’Antitrust scrive che i campioni sono stati acquistati il 24 febbraio 2021 “prelevando più bottiglie dello stesso lotto dagli scaffali dei supermercati facendo attenzione a scegliere quelli con data di scadenza più lontana (per avere oli più “freschi” possibile)”. Due bottiglie di olio però presentavano una data piuttosto vicina alla scadenza e una scadenza, invece, più lontana (rispettivamente metà luglio e gennaio 2022). Sette oli su 15 alla prova di assaggio sono risultati non classificabili come extravergini.

I produttori, informati dei risultati negativi, hanno detto che i difetti del prodotto derivavano da errate modalità di conservazione lungo la catena distributiva. Insomma: dalle aziende usciva olio extravergine di oliva. E questo la rivista non lo ha contestato. Scriveva infatti il Salvagente: «Le aziende tengono a sottolineare che dai loro stabilimenti è uscito olio extravergine certificato da analisi chimiche e organolettiche: non lo mettiamo in dubbio e non avremmo nemmeno prove per sostenere il contrario. Certo è che una volta arrivato nei supermercati e dopo essere stato messo in vendita sugli scaffali, l’extravergine non sempre si è rivelato tale. Il consumatore corre il rischio di acquistare un olio “difettato”, così come testimoniano le nostre analisi».

Il Salvagente si è poi difeso dicendo di non essere tenuto a eseguire un altro panel test perché la facoltà dell’azienda di richiederlo in caso di bocciatura è esercitabile “esclusivamente sugli organi pubblici di controllo e di vigilanza” trattandosi di “un meccanismo necessario prima di effettuare sequestri o azioni giudiziarie”.

Le controanalisi fatte dai produttori, sugli stessi lotti cui appartengono le bottiglie testate, «hanno dato risultati opposti a quelli riportati sulla rivista», aggiunge l’Antitrust.

Editoriale Novanta si è poi difesa dicendo che il rilascio della certificazione ZeroTruffe, «costituisce uno strumento di marketing richiesto dalle aziende al fine di promuovere più efficacemente i loro prodotti, ossia uno “strumento di asseverazione della bontà del messaggio pubblicitario e non del prodotto pubblicizzato”, diretto “a meglio canalizzare le preferenze dei consumatori”».

Gli articoli sulla rivista rientrano nell’attività giornalistica, libertà costituzionalmente garantita.

ZeroTruffe, la valutazione dell’Antitrust

Per l’Antitrust l’associazione della certificazione ZeroTruffe alla rivista Il Salvagente «appare inequivocabilmente diretta a sfruttare la notorietà e la fiducia riposta nella seconda dai consumatori, inducendoli a ritenere che il bollino offra una garanzia sulle superiori caratteristiche del prodotto, così distraendoli dalla vera natura commerciale dell’iniziativa».

L’Antitrust spiega poi come funziona ZeroTruffe. «La partecipazione all’iniziativa e la concessione del bollino avvengono a pagamento, a valle delle verifiche effettuate dal professionista riguardo ai parametri e agli aspetti del prodotto/servizio oggetto del bollino. L’ambito delle verifiche è concordato con l’azienda richiedente e investe generalmente singole referenze e/o specifici aspetti del prodotto/servizio. Si tratta, quindi, di verifiche effettuate “su commissione” dell’azienda richiedente, come riportato nelle FAQ. Quanto alle modalità di effettuazione delle verifiche, esse sono svolte da incaricati del professionista o, dove appropriato, da laboratori terzi. Inoltre, al fine di preservare il valore commerciale del bollino, è limitato a tre il numero di imprese operanti in un dato settore che possono in astratto ottenere tale bollino».

La dicitura ZeroTruffe, dice insomma l’Antitrust, lascia intendere che la garanzia riguardi tutte le caratteristiche del prodotto. «Evoca un giudizio, anche di carattere comparativo, sulla legalità e la correttezza dell’attività dell’azienda che non trova alcun fondamento nelle analisi svolte dal Salvagente».

Il Bollino ZeroTruffe, conclude l’Antitrust, «appare suscettibile di ingannare i consumatori», che potrebbero ritenere che l’azienda col bollino sia superiore ad altre dal punto di vista qualitativo e della diligenza professionale. Inoltre la parola “certificazione” è usata impropriamente perché editoriale Novanta e il Salvagente non sono enti certificatori istituzionali. La differenza con bollini analoghi è che non si basa su test comparativi fatti fra vari brand.

 

olio

 

Le analisi sull’olio extravergine di oliva

L’Antitrust interviene anche sulle analisi sull’olio extravergine di oliva, alla base dell’articolo giornalistico del 2021, e contesta il fatto che non siano state ripetute.

«Gli elementi acquisiti indicano che il campione di almeno uno degli oli che non hanno superato la prova organolettica aveva una data di scadenza assai più ravvicinata rispetto a quella di altri oli», dice l’Antitrust nel provvedimento.

«Nel corso del procedimento è emerso inoltre che 7 dei 15 oli testati non erano extravergini sulla base di un’unica prova di assaggio e che Il Salvagente si è rifiutato di procedere ad una prova supplementare, ritenendo che il meccanismo di ripetizione della prova a richiesta del produttore, espressamente previsto dalla normativa comunitaria, debba essere applicato da una autorità pubblica di controllo prima di procedere a sequestri o azioni giudiziarie. Il rifiuto della ripetizione della prova appare tanto più stigmatizzabile ove si considerino gli opposti esiti dei test effettuati dai produttori all’atto dell’imbottigliamento e, poi, su campioni appartenenti ai medesimi lotti testati da Il Salvagente».

Il rifiuto di fare prove supplementari viene considerato una violazione della diligenza professionale. La possibilità, non smentita dalla rivista, che la qualità dell’olio al consumatore finale fosse stata alterata da problemi di distribuzione era un elemento che per l’Antitrust «avrebbe permesso di ritenere “eccezionali” i risultati ottenuti, consigliandone la ripetizione quantomeno della prova di assaggio su campioni acquistati presso altre catene distributive. Pertanto, in assenza di tali prove supplementari, la diligenza professionale avrebbe richiesto l’adozione di particolari cautele nella comunicazione dei risultati dei test comparativi, al fine di evitare fraintendimenti da parte dei consumatori».


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Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

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