Disinformazione e contenuti illegali, la Commissione europea apre indagine su X (Foto Pixabay)

Disinformazione e contenuti illegali, la Commissione europea apre indagine su X

La Commissione europea ha aperto un’indagine nei confronti di twitter, o meglio X, ai sensi della legge Ue sui servizi digitali – Digital Services Act. Sotto la lente di Bruxelles finiscono contenuti illegali e disinformazione veicolati dal social sulla guerra Hamas-Israele

La Commissione europea ha aperto un’indagine nei confronti di twitter, o meglio X, ai sensi della legge Ue sui servizi digitali – Digital Services Act. Sotto la lente di Bruxelles finiscono disinformazione, incitamento all’odio, contenuti terroristici e violenti. La Commissione europea apre dunque un’indagine su X con una formale richiesta di informazioni.

 

 

Bruxelles: su X contenuti illegali e disinformazione

È di pochi giorni fa la notizia dell’ultimatum inviato dal commissario al mercato unico Thierry Breton al proprietario di X (ex Twitter), Elon Musk, cui è stato chiesto di dare informazioni sulla diffusione di “contenuti illegali e disinformazione nella Ue” in relazione agli attacchi terroristici di Hamas. Analoga lettera è stata inviata anche a Mark Zuckerberg per Meta (Facebook e Instagram).

La Commissione europea ora ha inviato a X una formale richiesta di informazioni ai sensi del Digital Services Act che, scrive Breton, “è qui per proteggere sia la libertà di espressione che le nostre democrazie, anche in tempi di crisi. Abbiamo inviato @X una richiesta formale di informazioni, un primo passo nella nostra indagine per determinare la conformità al DSA”.

I servizi della Commissione europea, si legge in una nota ufficiale, hanno inviato una formale richiesta di informazioni al social media X che fa seguito “alle indicazioni ricevute dai servizi della Commissione circa la presunta diffusione di contenuti illegali e di disinformazione, in particolare la diffusione di contenuti terroristici e violenti e incitamenti all’odio. La richiesta riguarda anche il rispetto di altre disposizioni del DSA”.

X è tenuto a rispettare l’intero insieme di disposizioni introdotte dal DSA da fine agosto 2023, tra cui la valutazione e la mitigazione dei rischi legati alla diffusione di contenuti illegali, alla disinformazione, alla violenza di genere e a ogni effetto negativo sull’esercizio di diritti fondamentali, diritti dei bambini, sicurezza pubblica e benessere mentale”, scrive Bruxelles. I servizi della Commissione stanno inoltre indagando anche sul rispetto da parte della piattaforma del Digital Services Act per quanto riguarda “le sue politiche e pratiche in materia di avvisi sui contenuti illegali, gestione dei reclami, valutazione del rischio e misure per attenuare i rischi individuati”.

La piattaforma dovrà fornire le informazioni richieste entro il 18 ottobre 2023 per le domande relative all’attivazione e al funzionamento del protocollo di risposta alla crisi ed entro il 31 ottobre 2023 per il resto. Sulla base delle risposte, la Commissione valuterà i passi successivi.

Il Digital Services Act, ricorda Bruxelles, “è una pietra angolare della strategia digitale dell’UE e stabilisce un nuovo standard senza precedenti sulla responsabilità delle piattaforme online in merito alla disinformazione, ai contenuti illegali, come l’incitamento all’odio illegale, e ad altri rischi sociali. Comprende principi generali e solide garanzie per la libertà di espressione e i diritti degli altri utenti”.


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