
"L'acqua è vita, l'acqua ci nutre", il 16 ottobre la Giornata Mondiale dell'Alimentazione
“L’acqua è vita, l’acqua ci nutre”, il 16 ottobre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione
“L’acqua è vita, l’acqua ci nutre. Non lasciare indietro nessuno” è il tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che si celebra il 16 ottobre
Lunedì 16 ottobre ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, un evento annuale volto a mobilitare un’azione globale per la trasformazione del sistema agroalimentare, con circa 500 attività in 150 Paesi.
Con il suo tema 2023, “L’acqua è vita, l’acqua ci nutre. Non lasciare indietro nessuno“, quest’anno la Giornata richiama l’attenzione sulla difficile situazione di 2,4 miliardi di persone che vivono nei Paesi con stress idrico e di 600 milioni di persone che dipendono dai sistemi alimentari acquatici e che devono far fronte all’inquinamento, al degrado degli ecosistemi e all’impatto dei cambiamenti climatici.
“È necessario produrre più cibo e altre materie prime agricole con minori quantità di acqua, garantendo al tempo stesso che venga distribuita equamente, salvaguardando i sistemi alimentari acquatici e senza lasciare nessuno indietro – scrive la FAO -. I governi devono istituire strategie basate su fatti, che sfruttino i dati scientifici, l’innovazione e il coordinamento intersettoriale per pianificare e gestire meglio le risorse idriche. Devono supportare queste strategie con maggiori investimenti, direttive, tecnologie e sviluppo delle capacità, incentivando al tempo stesso gli agricoltori e il settore privato, affinché collaborino a soluzioni integrate per l’uso più efficiente delle risorse idriche e per la loro tutela“.
Giornata Mondiale dell’Alimentazione, l’acqua è fonte di sostentamento
Come ricorda la FAO in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, l’acqua ricopre il 71% della superficie terrestre e ospita ricchi ecosistemi, habitat fondamentali per la biodiversità. Basti pensare che la vita di circa 600 milioni di persone dipende da sistemi alimentari acquatici.
Con la pesca in mare aperto sfruttiamo circa 3.000 specie e ne alleviamo oltre 650. La diversità dei sistemi alimentari acquatici – sottolinea la FAO – è una fonte unica ed essenziale di nutrizione e sicurezza alimentare. Gli alimenti di origine acquatica, infatti, sono sempre più apprezzati per combattere la malnutrizione, in quanto ricchi di nutrienti essenziali come gli acidi grassi omega-3, vitamine e minerali indispensabili per la salute umana.
Pertanto, “preservare e salvaguardare gli ecosistemi marini e le specie che ospitano non solo è una responsabilità, ma una necessità per il benessere del nostro pianeta e dei suoi abitanti”.
Cosa possiamo fare?
“Dobbiamo tutti smettere di dare l’acqua per scontata e iniziare a migliorare il modo in cui la utilizziamo nella nostra vita quotidiana”, spiega la FAO, che diffonde alcuni consigli utili a tutelare questa importante risorsa:
- segui una dieta rispettosa delle risorse idriche
- Mangia più prodotti freschi
- Riduci gli sprechi alimentari
- Compra pesce sostenibile
- Non sprecare l’acqua
- Non inquinare le acque
- Risparmia energia, risparmia acqua
Ed anche “fai acquisti sostenibili“, ad esempio scegliendo fibre naturali e biologiche – come il cotone o la lana – e fai in modo che i tuoi capi durino a lungo. Evita di acquistare tessuti sintetici, come il poliestere e le fibre acriliche, che rilasciano microplastiche che non vengono intrappolate dai filtri durante il lavaggio e si disperdono nei nostri sistemi idrici e nei nostri mari, finendo poi nelle filiere alimentari. Prendi in considerazione anche l’acquisto di indumenti di seconda mano oppure dona i capi che non indossi più.
Anche l’industria della moda svolge un ruolo fondamentale nella creazione di un futuro più sostenibile. “Le aziende – evidenzia la FAO – devono ridurre notevolmente i consumi idrici, magari adottando metodi sicuri per il riciclo delle acque reflue, ed evitare sostanze chimiche o pesticidi dannosi per la coltivazione delle fibre naturali. Possono, inoltre, acquistare cotone sostenibile, la cui produzione richiede minori quantità di acqua, riciclare le fibre sintetiche come il poliestere o investire in ricerca e innovazione per ridurre il rilascio di microfibre”.
