Fallimento familiare, Tribunale omologa primo ‘piano del consumatore’
Per la prima volta in Italia un Tribunale ha omologato il cd “piano del consumatore” ovvero un piano di ristrutturazione dei debiti commisurato alla situazione economica attuale del debitore. Ad assistere il consumatore il Movimento Difesa del Cittadino che ha presentato al Tribunale di Pistoia l’istanza per dare avvio alla procedura di sovraindebitamento, prevista dalla legge 3/12 ed è stato nominato Filippo Agostini per svolgere le funzioni dell’Organismo di Composizione della Crisi.Il piano, omologato dal Tribunale di Pistoia, prevede lo stralcio di circa il 50% dell’indebitamento ed il pagamento del residuo 50% in 90 rate mensili (dunque con una dilazione di 7 anni e mezzo), somma che è stata calcolata, detraendo dalla pensione, le spese mensili necessarie per il sostentamento del nucleo familiare. Le risorse monetarie per pagare i creditori, pur non essendo oggi disponibili, saranno ottenute anche rientrando in possesso del quinto della pensione già ceduto ad una finanziaria.
“Auspichiamo che la normativa, finora poco conosciuta e poco applicata, diventi un valido strumento per aiutare le famiglie che si trovano in difficoltà” ha commentato Desirée Diddi, vice Presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino.
mi fa piacere.. spero che venga trovata una soluzione anche per tutte le persone con invalidita’civile al 100%100 e inabilita’ lavorativa in quanto non possono piu’ avere un finanziamento neanche con la cessione del quinto sulla pensione in quanto le compagnie assicurative non concedono coperture e di conseguenza le banche e finanziarie non erogano il finanziamento perchè sono le compagnie di assicurazine che decidono se coprire o meno il finanziamento richiesto… quindi per tutte queste persone gia’ svantaggiate è un’uleriore discriminazione secondo me! e quindi penso che per loro non sia possibile nessuna soluzione oltre come si dice.. al danno la beffa buona serata per me non c’è soluzione se non si cambiano le cose…
Ritengo che il facile ricorso al credito al consumo negli anni passati abbia fatto molte vittime oggi, causa perdita del lavoro o riduzione delle entrate ma la tagliola più pesante riguarda l’irrigidimento delle società di intermediazione finanziaria, delle banche e delle società di recupero crediti che minacciose chiamano, inviano messaggi, iscrivono cause intimidatorie anche senza rispetto della residenza del consumatore.
L’impossibilità di accedere al credito per molti che vorrebbero sanare le pendenze causa iscrizione alla centrale rischi di blocco del credito e per chi non ha soluzioni deve passare dallo strozzinaggio autorizzato a quello illegale.
Sarebbe necessario che la voce più forte sia quella del cittadino che vuole pagare ma senza sorprusi e con un certo respiro.
Se non si vuole uccidere l’istituto del credito al consumo e quindi la ripresa economica sono necessari interventi come questo riportato sopra ma farlo diventare una prassi senza costi aggiuntivi per il consumatore.
Ma quando l’autofallimento o la insolvenza del semplice impiegato è per tasse, imposte, etc. nei confronti dello stato , come si affronta il problema..???????