Blocco posta elettronica, Antitrust avvia istruttoria su Italiaonline
L’Antitrust avvia un’istruttoria su Italiaonline per il blocco dei servizi di posta elettronica che si è verificato lo scorso giugno
L’Antitrust avvia un’istruttoria su Italiaonline per il blocco dei servizi di posta elettronica. L’Autorità Antitrust ha pubblicato nel bollettino diffuso oggi l’avviso dell’avvio del procedimento istruttorio verso Italiaonline.
Italiaonline, i disservizi di giugno 2023
Spiega l’Autorità: “A far data dalla tarda sera del 13 giugno 2023, i servizi di posta elettronica erogati da IOL e i servizi collegati divenivano inaccessibili per i suoi utenti a causa di un intervento di manutenzione evolutiva e tali rimanevano in maniera pressappoco ininterrotta fino al 17 giugno 2023, seppure la piena risoluzione del disservizio avveniva solo nella mattina del 19 giugno 2023. Le condotte assunte da IOL nella concreta gestione del disservizio sotto i profili dell’informazione e dell’assistenza data agli utenti sembrerebbero integrare una pratica commerciale scorretta in violazione dell’articolo 20 del Codice del consumo”.
L’Antitrust mette in discussione le modalità informative usate da Italiaonline per informare gli utenti del programmato intervento di manutenzione intrapreso dal 13 giugno 2023 e dei disagi che ne sarebbero potuti derivare.
In secondo luogo, “IOL sembrerebbe essere venuta meno alla propria diligenza professionale mancando di offrire un’assistenza proporzionata e sufficiente all’entità del disservizio e del numero di utenti coinvolti”.
“In terzo luogo, sembrerebbe esservi anche il rischio della possibile perdita di parte della corrispondenza elettronica relativa al periodo di disservizio e comunque l’assenza di informazioni sufficienti e tempestive sulla sorte dei dati contenuti nelle caselle postali e alle medesime collegati”, prosegue l’Antitrust nell’avviso.
A metà giugno anche le associazioni dei consumatori avevano denunciato le ore difficili vissute da chi aveva una casella e-mail con Libero o Virgilio e avevano chiesto un indennizzo per gli utenti danneggiati.