Concessioni balneari, Antitrust: “Stop alle proroghe” (Foto Pixabay)

L’Antitrust entra di nuovo in azione contro la proroga delle concessioni balneari. L’Autorità sollecita lo svolgimento delle gare entro il 31 dicembre del 2024, ribadisce l’importanza del ricorso a “modalità di assegnazione competitive delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali”, evitando proroghe ulteriori e rinnovi automatici.

A pochi giorni dalla protesta dei balneari (con la serrata degli ombrelloni nelle prime due ore del mattino) e su un tema di stretta attualità qual è la scadenza delle concessioni balneari e l’effettiva disponibilità di spiaggia libera in Italia, l’Autorità garante della concorrenza è intervenuta con una segnalazione inviata all’Anci, Associazione dei comuni italiani, e alla Conferenza permanente Stato-Regioni. La segnalazione è stata pubblicata sul bollettino Antitrust del 12 agosto.

Concessioni balneari, Antitrust: evitare ulteriori proroghe e rinnovi automatici

Per quanto riguarda lo svolgimento delle procedure di gara, “l’Autorità – si legge nella segnalazione – ritiene necessario sollecitare gli enti concedenti affinché tutte le procedure selettive per l’assegnazione delle nuove concessioni siano svolte quanto prima e che l’assegnazione avvenga non oltre il 31 dicembre 2024”.

Nella segnalazione l’Antitrust richiama la normativa e gli interventi fatti in passato. E con riferimento alle proroghe, spiega di aver più volte sottolineato che “il continuo ricorso a tale strumento violi i principi della concorrenza nella misura in cui impedisce il confronto competitivo per il mercato, che dovrebbe essere garantito in sede di affidamento di servizi incidenti su risorse demaniali di carattere scarso, in un contesto nel quale le dinamiche concorrenziali sono già particolarmente affievolite a causa della lunga durata delle concessioni attualmente in essere, e favorisce gli effetti distorsivi connessi a ingiustificate rendite di posizione attribuite ai concessionari”.

Nella segnalazione l’Antitrust argomenta sull’illiceità delle proroghe e ricorda che “l’Autorità così come i giudici nazionali ed europeo ritengono necessario, per il rilascio delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, che l’amministrazione concedente ricorra a procedure a evidenza pubblica, in applicazione dei principi generali a tutela della concorrenza”.

L’Autorità si pronuncia poi sul tema della scarsità della risorsa demaniale e, in linea con il Consiglio di Stato, spiega che questa deve tenere conto “non solo della “quantità” del bene disponibile, ma anche dei suoi aspetti qualitativi e, di conseguenza, della domanda che è in grado di generare da parte di altri potenziali concorrenti”. I dati del Sistema Informativo del Demanio marittimo “attestano o l’esistenza di una percentuale di occupazione delle coste molto elevata”, viste le zone di spiaggia libera che non risultano fruibili.

“In tale contesto, l’Autorità condivide le conclusioni cui sono pervenuti il giudice amministrativo nazionale e la Commissione europea, secondo cui è evidente l’attuale situazione di notevole scarsità (in alcuni casi inesistenza) che caratterizza le aree demaniali a disposizione dei nuovi operatori; situazione che è ancor più pronunciata se si considerano gli ambiti territoriali comunali o comunque si prendono come riferimento porzioni di costa ridotte”.

Conclusione? “L’Autorità ribadisce l’importanza del ricorso a modalità di assegnazione competitive delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio delle attività turisticoricreative e sportive, evitando ulteriori proroghe e rinnovi automatici e, a tal fine, auspica che i rilievi sopra svolti siano tenuti in debita considerazione”.


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