
Inflazione, Istat: in frenata nei prossimi mesi ma con tempi e intensità incerta (fonte immagine Pixabay)
Inflazione, Istat: in frenata nei prossimi mesi ma con tempi e intensità incerti
“L’inflazione è attesa decelerare nei prossimi mesi, anche se con tempi e intensità ancora incerti”, scrive l’Istat nelle prospettive per l’economia italiana 2022/2023
«L’inflazione è attesa decelerare nei prossimi mesi, anche se con tempi e intensità ancora incerti». È quanto scrive l’Istat nelle Prospettive per l’economia italiana 2022/2023 pubblicate oggi, che tracciano il quadro dell’economia internazionale e italiana. Il Pil italiano, spiega l’Istat, è atteso crescere a ritmi ancora sostenuti nel 2022 (+3,9%) per poi rallentare significativamente nel 2023 (+0,4%). I consumi delle famiglie residenti e delle ISP registreranno una evoluzione in linea con l’andamento dell’attività economica, segnando un deciso aumento nel 2022 (+3,7%) cui seguirà però un rallentamento nell’anno successivo (+0,4%).
Inflazione, le prospettive per l’Italia
«Lo scenario previsivo è caratterizzato da ipotesi particolarmente favorevoli sul percorso di riduzione dei prezzi nei prossimi mesi», dice l’Istat.
Dopo la lunga onda d’urto dell’aumento dei prezzi, l’inflazione a novembre si è stabilizzata – pur su valori elevati.
«Dopo una lunga fase di accelerazione che ha attraversato quasi tutto il 2022, a novembre l’inflazione si è stabilizzata – evidenzia l’Istat – L’indice generale ha riportato una variazione tendenziale pari all’11,8% nel mese di ottobre e di novembre, dopo aver registrato una crescita tendenziale pari all’8,4% nel terzo trimestre».
Nelle previsioni dell’istituto c’è dunque un rallentamento dell’inflazione anche se con modi e tempi incerti.
Scrive infatti l’Istat: «L’inflazione è attesa decelerare nei prossimi mesi, anche se con tempi e intensità ancora incerti».
«Nella media del 2022, il tasso di variazione del deflatore della spesa delle famiglie è previsto crescere (+8,2%, era +1,6% nel 2021) mentre il deflatore del Pil segnerà un incremento significativo ma più contenuto (+3,6%, era +0,5% nel 2021). Sotto l’ipotesi che le pressioni al rialzo dei prezzi delle materie prime siano contenute nei prossimi mesi e in presenza di una stabilizzazione delle quotazioni del petrolio e del cambio, nel prossimo anno l’inflazione è attesa in parziale decelerazione. Nel 2023, il deflatore della spesa per consumi delle famiglie e quello del Pil sono previsti crescere rispettivamente del 5,4% e 3,6% in media d’anno».

Consumi in rallentamento
Nel terzo trimestre del 2022, la spesa per consumi è aumentata nei principali paesi europei ad eccezione della Francia in cui si è mantenuta sui livelli del trimestre precedente. L’Italia ha segnato la migliore performance (+1,8%), in lieve accelerazione rispetto al trimestre precedente. La crescita dei consumi di Spagna e Germania è stata invece più contenuta (rispettivamente +1,0% e +0,7%). Per il 2022 in Italia si prevede un aumento dei consumi delle famiglie in termini reali del 3,7% cui seguirà il rallentamento nel 2023, quando ci si ferma a più 0,4% con consumi condizionati dall’alto livello dell’inflazione.

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