Nature Restoration Law, appello degli ambientalisti: il Governo sostenga la legge
Il Governo sostenga la legge sul ripristino della natura, la Nature Restoration Law della Ue. È l’appello congiunto lanciato in Italia da 31 associazioni ambientaliste in occasione della Giornata della Terra
Il Governo cambi rotta sulla Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura, riveda la sua posizione e ne sostenga l’approvazione. È l’appello congiunto di 31 associazioni ambientaliste (fra le quali Greenpeace, Legambiente, WWF, e tante altre come Italia Nostra e Isde) lanciato in occasione della Giornata mondiale della Terra.
“I benefici che deriverebbero dal ripristino della natura sono in media 10 volte superiori ai costi”, afferma una nota congiunta che fa appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin perché l’Italia cambi posizione e contribuisca ad approvare in Europa una normativa in favore del clima, della biodiversità e della messa in sicurezza del territorio.
L’Italia sostenga la Nature Restoration Law
“L’Italia cambi la sua posizione e sostenga la Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura in grado di rigenerare la biodiversità, mettere in sicurezza il territorio, contribuire alla soluzione della crisi climatica e a un futuro più sostenibile per economia e società”, affermano le associazioni in nota congiunta.
Sempre oggi hanno lanciato un twitt storm su X per coinvolgere i cittadini nella richiesta al Governo di approvazione della Nature Restoration Law.
La denuncia delle associazioni è che “dopo la mancata approvazione, il 22 marzo scorso, della legge da parte del Consiglio europeo, che doveva sancire la conclusione del lungo percorso che aveva portato alla sua approvazione da parte del Parlamento europeo lo scorso 27 febbraio, ora il rischio, tra elezioni europee incombenti, fake news e interessi di parte, è quello di perdere questa opportunità, proprio nel momento in cui ne abbiamo più bisogno”.
Cosa prevede il ripristino della natura
Nella riunione di marzo la legge sul ripristino della natura si è infatti incagliata nel Consiglio (Fonte: il Manifesto) e i rappresentanti dei 27 stati membri non hanno raggiunto la maggioranza qualificata per l’approvazione (il 55% dei paesi della Ue in rappresentanza del 65% della popolazione). Si è trattato di un passo indietro per la legge che deve portare al ripristino degli ecosistemi, rinviata invece a data da destinarsi, di fatto una marcia indietro in tema ambientale che pesa sul futuro dell’Unione europea.
La legge prevede, secondo l’accordo provvisorio che era stato raggiunto al parlamento europeo, che i paesi Ue dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni – foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli – entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.
I paesi Ue dovranno poi garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo. Inoltre, dovranno adottare piani nazionali di ripristino con indicazioni dettagliate su come raggiungere gli obiettivi stabiliti.
La Nature Restoration Law è stata proposta dalla Commissione europea nel 2022 per contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle zone terrestri e marine dell’UE e per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima e biodiversità. Si stima che nella Ue sia in cattivo stato oltre l’80% degli habitat europei.
I benefici della Nature Restoration Law vs narrazione anti-ambientale
Nel loro appello le associazioni oggi ribadiscono che la legge sul Ripristino della natura “porterebbe benefici straordinari, oltre che alla biodiversità e alla lotta ai cambiamenti climatici, proprio ai territori, all’agricoltura, alla pesca e all’economia tutta, smentendo la narrazione anti-ambientale di alcuni gruppi politici e organizzazioni agricole”.
“In termini economici – spiegano le associazioni – i benefici che deriverebbero dal ripristino della natura sono in media 10 volte superiori ai costi. Ad esempio, per l’agricoltura la presenza di piccoli spazi naturali ridurrebbe l’uso della chimica e migliorerebbe rese agricole e salute del suolo, a beneficio della biodiversità, delle aziende agricole e della società in generale”.
Riportare la natura nei territori, con più alberi nelle aree urbane e la restituzione di spazi ampi ai fiumi, ridurrebbe inoltre il rischio di alluvioni e catastrofi naturali. E ci sarebbero effetti positivi sul clima perché habitat marini, forestali e delle zone umide in salute trattengono e assorbono CO2 e altri gas climalteranti, mitigando l’aumento delle temperature, che ogni anno si fanno sempre più estreme.
“Per tutti questi motivi – sostengono le 31 associazioni – chiediamo al Governo italiano, la cui posizione è determinante per le sorti della legge sulla Nature Restoration law, di rivedere la propria decisione contraria alla legge e sostenerne l’approvazione. Non si assumano la presidente Meloni e il ministro Pichetto Fratin la responsabilità di affossare un provvedimento così prezioso. Ne va del nostro futuro”.