Scende il potere d’acquisto delle famiglie, meno 1,7% in un anno
Istat: scende il potere d’acquisto delle famiglie. Meno 0,2% nel secondo trimestre 2023 e meno 1,7% rispetto al secondo trimestre 2022. Consumatori: le famiglie intaccano i risparmi
Scende il potere d’acquisto delle famiglie: meno 0,2% nel secondo trimestre 2023 rispetto al trimestre precedente e meno 1,7% rispetto al secondo trimestre 2022.
Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, nel secondo trimestre dell’anno il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%.
La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 6,3%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto è in calo, diminuito appunto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% rispetto a un anno fa. In relazione alle famiglie, commenta l’Istat, “l’aumento della spesa per consumi finali, nonostante la lieve flessione del reddito disponibile, si riflette in una flessione della propensione al risparmio, che già da diversi trimestri si attesta sotto i livelli pre-Covid”.
Codacons: italiani ricorrono ai risparmi per sostenere i consumi
Il caro prezzi impoverisce gli italiani, che ricorrono ai risparmi per sostenere i consumi. Questo il commento a stretto giro del Codacons, che considera “disastrosi” i dati Istat sulla situazione economica delle famiglie.
Il calo del potere d’acquisto e della propensione al risparmio, afferma il presidente Carlo Rienzi, sono «la diretta conseguenza del caro-prezzi che imperversa in Italia, con una inflazione ancora a livelli elevatissimi per beni primari come alimentari e carrello della spesa che, come attesta l’Istat, erode il potere d’acquisto dei cittadini. Per far fronte ai consumi e sostenere la spesa le famiglie sono quindi costrette ad intaccare i propri risparmi, una situazione particolarmente critica che incide sul benessere economico degli italiani e ha conseguenze pesanti sui conti nazionali».
UNC: dato grave per il paese
Il calo del potere d’acquisto è un “dato grave per il paese”, commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona.
«L’inflazione continua a erodere il potere d’acquisto delle famiglie che crolla dell’1,7% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno – afferma Dona – Per ora i consumi reggono, grazie al fatto che le famiglie, pur di mantenere lo stesso tenore di vita, intaccano i risparmi. Ma si tratta di una bomba a orologeria, destinata presto ad esplodere. Il caro bollette e il carovita avranno ripercussioni sulla crescita della nostra economia, dato che i consumi rappresentano il 60% del Pil».
Conclude Dona: «Urge ridare capacità di spesa alle famiglie con provvedimenti seri e non con provvedimenti spot come il carrello tricolore. Il Governo, ad esempio, riveda il decreto sulle bollette, ripristinando tutti gli aiuti introdotti da Draghi almeno fino a che i prezzi di luce e gas non torneranno ai livelli pre-crisi del 2020».